L’India e i farmaci anti cancro

Sta circolando questa notizia secondo cui il CEO della Bayer aver affermato che il farmaco anticancro da loro prodotto è SOLO per chi può permetterselo.

O almeno così titola Il Fatto Quotidiano, dimostrando la pochezza di etica che c’è a titolare un pezzo giornalistico.
La notizia va analizzata nella sua totalità, e non usando solo quello che vogliono farci vedere, com’è la storia?
La Bayer ha  messo in commercio nel 2005 un farmaco che si chiama Nexavar, farmaco brevettato, studiato e sviluppato sulla base appunto di ricerche interne al colosso farmaceutico mondiale.
Il Governo indiano ha deciso di impugnare il brevetto ed obbligare la Bayer a rilasciare una licenza perché lo stesso farmaco possa venire prodotto e venduto in India a costi molto ridotti devolvendo alla Bayer solo il 6% dell’incasso della vendita del farmaco.
Marijn Dekkers durante una conferenza stampa si è lasciato andare ad una dichiarazione che è quella che ha portato il Fatto (e tanti altri) a scrivere l’articolo disinformativo di cui sopra. Dekkers altro non ha risposto che ad una domanda, spiegando che il danno per il loro modello di business non è grave visto che il farmaco è stato studiato e sviluppato per i paesi occidentali che possono permettersi l’accesso a queste cure e che quindi l’India non era considerata tra i possibili acquirenti della cosa. Nella conferenza Dekkers spiega però che la cosa è comunque sbagliata, perché il rischio è che chi lo produce per l’India inizi a venderlo anche ad altri paesi (e fa l’esempio di Sud Africa e Nuova Zelanda) fregando così di fatto la Bayer del proprio brevetto.
Ora non voglio difendere la Bayer, o Dekkers, ma se pensiamo al concetto generale qui stiamo parlando di uno stato che ha imposto ad una azienda privata di cedere un proprio brevetto in cambio di utili ridicoli; se la stessa cosa non coinvolgesse un farmaco, ma stessimo parlando ad esempio di un nuovo tipo di lampadina, o di motore e uno stato (qualsiasi esso sia) imponesse all’inventore detentore del brevetto di cederlo per pochi euro credo che tutti saremmo qui a difendere l’inventore depredato della sua creatura, ma quando si parla di farmaci il terreno diventa di colpo molle, chi specula sui farmaci per il popolo del web è sempre e comunque una merdaccia da attaccare, e questo (IMHO) è errato.
La Bayer è un azienda, senza le loro ricerche questi farmaci non esisterebbero (non dico si debba dire grazie, lo fanno per interessi economici) ma anche se il costo degli ingredienti non è così alto, dietro vanno calcolati tutti i test clinici fatti per arrivare a quel prodotto, tutte le spese sostenute per avere quel brevetto, tutti calcoli e considerazioni che i giornalisti del Fatto hanno deciso di omettere, perché non è così che si fa giornalismo oggi in Italia.
Sensazionalismo, sdegno, click, queste sono le uniche parole che sembrano farla da padrone…
Che dire, mi vergogno sempre di più di quest’approssimazione giornalistica, fate il mestiere più bello del mondo coi piedi.