L’informazione, l’etica e il pressapochismo

Sulla bacheca di uno dei tanti soggetti che mi è capitato di frequentare quest’estate (per via di molteplici segnalazioni) ho trovato postata una storia che mi ha incuriosito e che ho scelto di andare ad approfondire. Si tratta di una storia che negli anni ha assunto contorni strani, per come viene ogni volta riportata dai giornali.

[NB: questo articolo è stato scritto una decina di giorni fa, a oggi maicolengel non è ancora tornato al lavoro su BUTAC!]

Il post che mi ha incuriosito riporta queste parole:

Lei è Luana. Luana Zaratti. Era il 31 luglio 2011 e Luana, appena ventiseienne, faceva il controllore sui mezzi dell’Atac, a Roma. E a lei, mentre stava per multarlo perché non aveva il titolo di viaggio, un egiziano irregolare tirò una testata in pieno viso. Il colpo fu fortissimo, e le lesioni che riportò Luana furono gravi al punto da lasciarla in un letto come un vegetale per tanto tempo. Danno cerebrale. L’egiziano venne condannato a soli 14 mesi di carcere, nonostante avesse precedenti, condanna che non ha mai scontato perché dopo un giorno è uscito e si è reso irreperibile . Sparito. Dove sia non si sa. Quello che invece si sa è che non ha mai pagato per questo che è un crimine, un crimine grave. Tanto dolore, fatica, e forza ci sono voluti affinché lei si rimettesse in piedi piano piano. L’INAIL non le ha neanche riconosciuto l’infortunio professionale, sebbene i danni siano permanenti e lo racconta il suo fisico piegato, e vive con una piccola pensione di invalidità che non arriva a mille euro. Chi l’ha ridotta così è un violento, un uomo pericoloso, un assassino, ed è libero. La vita di Luana, la Luana di prima, non esiste più, il suo lavoro di prima non esiste più , il suo corpo di prima non esiste più , i sogni di prima nemmeno , ed è lei ad essere prigioniera.
Luana non potrà più saltare, ballare, correre. Non potrà più muoversi in autonomia.
Quanta solidarietà ha avuta questa ragazza che, a soli 26 anni, si è vista strappare la vita senza più possibilità di poterla ricucire? Nessuno si è inginocchiato per lei, nessuno ha manifestato per lei…

Da un post di Emanuela Pippi Ferraro

Lo trovate pubblicato qui, su una pagina dedicata alla mafia e alle vittime della stessa. Non sapevo che l’egiziano del racconto fosse un mafioso, sicuramente mi sarà sfuggito qualcosa che invece il redattore del racconto sa ma non ci dice. Cerco la storia sui motori di ricerca nelle date dal 31 luglio al 20 agosto 2011. La trovo, datata 7 agosto 2011, sull’edizione de La Repubblica di Roma. Poche righe, nessun nome della persona aggredita, ma è chiaro che è la stessa notizia. Quindi sì, è vero, nel 2011 una giovane dipendente dell’ATAC di Roma è stata aggredita da un egiziano.

L’articolo è del 7 agosto, e riporta:

La vicenda risale a venerdì scorso, quando il controllore, una giovane di 26 anni, è salita sul mezzo a largo Preneste. Alla richiesta del biglietto, l’uomo ha risposto con una testata in pieno volto alla ragazza.

Quindi se il 7 agosto è domenica il venerdì precedente è il 5 agosto 2011. Nel caso l’articolo invece sia stato pubblicato con lieve ritardo rispetto a quando è stato scritto, potrebbe far riferimento al 29 luglio. Comunque non il 31, e non altre date a caso che vedremo riportate dopo. Il racconto di Repubblica è scarno, ci racconta della condanna dell’egiziano, della testata subita dalla giovane controllora nell’esercizio delle sue funzioni. L’articolo conclude proprio sullo stato di salute.

 La donna, invece, è stata dimessa dei medici dell’ospedale Sandro Pertini con 20 giorni di prognosi, per trauma con frattura cranico nasale.

Ma come, dimessa? Venti giorni di prognosi? Ma sopra ci raccontavano che le lesioni l’avevano lasciata in stato vegetativo? C’è qualcosa che non mi torna. Quindi cerco la stessa notizia, senza più restringere il campo a quel periodo ma ampliando la ricerca. Trovo tanti articoli che la citano per nome e cognome. A partire dal 29 settembre 2017, data in cui su TgCom24 appare un articolo che riprende un servizio (che purtroppo non ho trovato negli archivi Mediaset) di Dalla vostra parte, probabilmente del giorno precedente.

Titolo di TgCom:

Roma, lei disabile a vita ma il suo aggressore libero: la storia di Luana

Nel testo dell’articolo si riporta:

Nell’estate di sei anni fa la giovane – allora 26enne – era in servizio su un mezzo Atac, la municipalizzata dei trasporti pubblici di Roma. Luana stava per multare un passeggero senza biglietto quando l’uomo, un egiziano immigrato irregolarmente, la colpì violentemente con una testata in pieno viso. Le lesioni si rivelarono subito gravi: trauma cranico e frattura del setto nasale. Dopo anni costretta a letto, ridotta quasi a un vegetale, le condizioni della ragazza stanno migliorando. Cammina con difficoltà, ma può uscire di casa e riprendere gradualmente la sua vita.

Quindi le lesioni sono state così gravi che l’ospedale aveva sbagliato la prognosi? C’è qualcosa che non mi torna. Continuo a cercare. Trovo altri articoli. Tutti riprendono TgCom, quindi Dalla vostra parte. Trovo un testo che mi appare collegato a dei video di una struttura ospedaliera che titola:



LUANA ZARATTI E IL MIRACOLO DEL SANTA LUCIA. ITALSERVICE COMMUNICATION

Ma quel testo, pur indicizzato da Google, non mi appare in nessuna delle pagine che trovo sul motore di ricerca. In compenso trovo un articolo de Il Tempo, del 4 agosto 2018, anche qui il racconto è simile, dicono di riportare le parole del padre della ragazza. Ve ne riporto una parte perché ci sono elementi nuovi:

L’uomo la aggredì lasciandola a terra, con il sangue che le usciva a fiotti dal naso: i passeggeri provarono a soccorrerla, lo straniero venne bloccato e arrestato. Della condanna a quattordici mesi di reclusione non scontò nemmeno un giorno dietro le sbarre, mentre per la ragazza di Centocelle iniziò un calvario destinato a essere eterno. Da quel maledetto giorno di sette anni fa Luana ha perso la sua indipendenza, il suo lavoro, ha detto addio a una vita “normale”. “La Luana di prima ce la scordiamo”, dice il papà Enrico. I continui mal di testa, che la costringevano a ingurgitare farmaci per sopportare il dolore, il Natale successivo si sono trasformati in emorragia cerebrale. Episodi tuttavia, secondo l’Inail, slegati tra loro e che non sono valsi il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro. “L’emorragia è stata definita una ‘malattia comune’. Eppure, se non è la causa principale, è sicuramente una concausa…

Quindi ora le cose sembrano più chiare. La ragazza è stata aggredita il 5 agosto, ma è stata male a dicembre per una emorragia cerebrale. Dal testo riportato da Il Tempo pare però di capire che secondo l’INAIL, e quindi i medici del lavoro, i due episodi non siano collegati fra loro. Cerco ancora per capire di più. Il Tempo parla appunto di emorragia cerebrale, ma sempre nel 2018 trovo un altro articolo, stavolta su Il Corriere. Qui le cose sembrano raccontate in maniera ancora diversa:

Luana, controllore sui bus di Roma, era stata aggredita a Natale del 2011 da un viaggiatore. Data per spacciata, è riuscita a sopravvivere. E il 25 dicembre tornerà a camminare

Sette Natali fa Luana Zaratti era niente altro che un corpo destinato agli espianti. Chiesero il permesso a suo padre Enrico di poterli prelevare quegli organi, sua figlia ormai aveva staccato la spina con l’esistenza, azzerata nel tempo di un amen da un aneurisma fulminante. Era il 25 dicembre di sette anni fa, erano le sei di sera. Di solito si gioca a tombola il pomeriggio di Natale, si mangia il panettone, si va al cinema. Luana era al telefono con suo fratello, forse per organizzare di fare tutte queste cose. Il passaggio all’altra vita non ci viene mai comunicato in anticipo. Luana s’è ritrovata alle soglie della morte senza nemmeno il tempo di dire: «Mi fa malissimo la testa». Racconta Enrico Zaratti, il padre: «Quando siamo arrivati all’ospedale San Giovanni, a Roma, il dottor Fiore mi ha chiesto il permesso di poter espiantare gli organi».

Eh no, Corriere, Luana era stata aggredita ai primi di agosto, quattro mesi prima di quel tragico aneurisma. Io non ho visionato le cartelle mediche e i referti, non so se quest’episodio sia collegato all’altro. Come non lo potevano sapere tutti i giornalisti che se ne sono occupati tra il 2017 e il 2018. Giornalisti che citano un medico, il dottor Fiore del San Giovanni di Roma, sostenendo che lui aveva già fatto richiesta per l’espianto degli organi, mentre invece ora Luana a quanto possiamo vedere dal suo profilo Facebook è riuscita ad arrivare ad avere una vita, con difficoltà, sicuramente, ma non uno stato vegetativo. Davvero c’è un dottor Fiore che ha chiesto di espiantare gli organi a una paziente che poi si è in qualche maniera ripresa? Se esistono cartelle cliniche che colleghino quanto successo a dicembre con quanto successo ad agosto, sarebbe il caso che venissero citati i medici che le hanno firmate e magari venissero sentiti dalle redazioni che hanno deciso di fare dei servizi su una storia che era già vecchiotta quando loro ne hanno parlato.

La cosa che un po’ mi lascia allibito è la leggerezza con cui la storia è trattata su un sito che spesso fa fact-checking linkando alcuni colleghi. Che il 1 agosto 2018, scrive un articolo che inizia così:

Sta ottenendo un boom di ricondivisioni sui social la storia di Luana Zaratti, un controllore degli autobus di Roma che secondo il post in questione avrebbe rimediato gravi ferite dopo aver colto un egiziano privo di biglietto. La questione sta facendo molto rumore ed ha dei tratti davvero incredibili, al punto che in tanti si stanno chiedendo se si tratti o meno di una bufala.

E prosegue così:

… è vera la notizia riguardante l’aggressione subita da Luana Zaratti. Il controllore avrebbe riportato gravi traumi, alcuni dei quali irreversibili, nel corso del 2011. Il balordo che l’ha ridotta in fin di vita è stato processato per direttissima, ottenendo anche una condanna a 14 mesi di reclusione. Peccato che si siano perse le sue tracce e che dopo i fatti di Roma non abbia scontato nemmeno un giorno in prigione. Probabile che se ne sia tornato nel proprio Paese.

Nessuna fonte, nessun link, solo una conferma a quello che si è trovato sui giornali senza nessuna verifica o approfondimento. OptimaMagazine è un progetto commerciale, che dovrebbe porre attenzione alla qualità di quello che pubblica.

La notizia comunque ha ormai dieci anni, in cui si è passati da un:

Giovane controllore dell’ATAC aggredita da un egiziano, dimessa dall’ospedale con prognosi di 20 giorni.

a

La furia di un passeggero straniero, probabilmente clandestino ed evasore, rovina la vita del controllore che si trova in coma dopo l’aggressione.

Dieci anni in cui a nessuno sembra esser interessato a chiarire le cose con l’INAIL, magari lottando perché venisse riconosciuto (se c’era) un legame tra aggressione e aneurisma, in modo che Luana potesse veder riconosciuti i suoi diritti. Nessuno degli articoli dopo il 2017 sembra essere indirizzato a fare luce sulla situazione e sul benessere della ragazza, ma solo a mettere in evidenza come l’egiziano se la sia cavata con una condanna a pochi mesi (e se ne sia ito, secondo le cronache del 2017) senza scontare nulla se non un giorno di carcere (anche se nemmeno di questo ho trovato traccia nelle cronache del 2011-12).

Lo capite che abbiamo un problema serio nel mondo del giornalismo italiano? E lo capite che non è colpa di una specifica testata? Gli articoli che vi ho riportato, escluso quello iniziale che era mera cronaca locale, fanno tutti acqua (e anche un po’ pena). Nessuno racconta fatti, verificati in prima persona dai giornalisti. Si raccontano storie, dalla voce del papà, dalla voce della mamma. Mai dalla voce dell’INAIL, dell’ATAC, del magistrato… no, quelli che ce frega di sentirli, quelli possono, in caso, solo rovinarci il giochino.

Deprimente.
Non posso aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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