Lo SCANDALO dei partiti esclusi dalle elezioni all’estero

Mancano pochi giorni alle elezioni e non poteva non scoppiare il solito scandalo da social network. La tradizione vuole che questo tipo di scandalo sia su un argomento tendenzialmente noto solo ai più attenti o ai tecnici, ma che scateni reazioni inconsulte appena raggiunge un pubblico più ampio.

Lo “scandalo”

Ecco uno dei vari post condivisi sull’argomento, credo uno dei primi, che generalmente gira sotto forma di screenshot:

e ora facciamo scoppiare un casino… un mio contatto che sta all’ESTERO, ha appena ricevuto le schede per votare. Come potete verificare voi stessi mancano tutti i simboli dei partiti di centrodestra e destra. In sostanza i voti all’estero sono truccati. Fate girare, facciamo scoppiare il casino.

Trovate lo screenshot perché l’autrice ha rimosso il post originale in seguito alle spiegazioni ricevute, che però non sono state riportate proprio bene:

Mi hanno appena informato che i tre partiti di destra (CasaPound, ForzaNuova e Fiamma tricolore) a causa dell’assurdo regolamento per la raccolta firme all’estero non sono stati in grado di poter partecipare e i loro loghi non saranno indicati nelle circoscrizioni estero. Ecco la democrazia dell’oligarchia. Impedire algi altri di partecipare.

Chiaramente questi post gireranno molto meno rispetto a quelli dello scandalo, ma facciamo un piccolo passo alla volta.

La contestazione

La contestazione iniziale è che mancano “TUTTI I SIMBOLI DEI PARTITI DI CENTRODESTRA E DESTRA”. Come potete vedere dalla stessa foto allegata al post questo è vero, ma solo fintanto che si cercano i simboli di ciascun partito. Falso però in quanto i partiti di centrodestra hanno deciso di correre all’estero con un unico simbolo:

Ve li ho cerchiati in giallo e non è proprio difficile leggere SALVINI BERLUSCONI MELONI al loro interno. Oltre al fatto che, seppur piccolissimi, i simboli dei partiti ci sono. Fin qui tutto bene, anche se esiste un sito apposito dove poter trovare tutte le info sulle liste presenti anche per le circoscrizioni estere. Vi metto anche i link diretti ai PDF per Camera e Senato, e qui, nel dettaglio, la lista del Senato:

Lista unica per il centro destra

Lega, Forza Italia e FdI si presentano con lista unica in tutto il resto del mondo, quindi tutto a norma. L’allarme però non è rientrato a questo punto, dove sono i tre partiti di destra della quale si preoccupa l’autrice dei post? In realtà mancano anche altri partiti di indirizzo politico totalmente opposto, come per esempio Potere al Popolo. Se guardiamo le liste presentate per le circoscrizioni in Italia ci accorgiamo che in realtà mancano molti partiti. Come mai? L’ostacolo principale è che ci sono delle regole ben precise per le liste che si presentano alle circoscrizioni estere.

Le norme

Ovviamente ci sono anche per le circoscrizioni sul territorio italiano. Ma raccogliere le firme in Italia è senza dubbio molto più semplice, sia a livello organizzativo che tecnico. Ma qual è questo “assurdo regolamento” al quale si fa riferimento? Prendo in prestito il testo trovato sul sito del Consolato Italiano di Gerusalemme – per chi ci vuole credere semplice casualità derivante dalla chiave di ricerca su Google:

L’articolo 8 della L. 459/2001 sul voto all’estero dispone che la presentazione di ciascuna lista deve essere sottoscritta da almeno 500 e da non più di 1000 elettori residenti nella relativa ripartizione.
Il DPR 104/2003 precisa in merito a tali sottoscrizioni che l’Ufficio consolare provvede alle autenticazioni delle firme, apposte nella circoscrizione consolare dagli elettori ivi residenti, richieste dalla legge e dal testo unico per l’elezione della Camera dei deputati. Tale attività è dovuta sin d’ora, su richiesta dei promotori.  La raccolta delle firme, che devono essere autenticate, deve avvenire su moduli appositi che riportano: contrassegno di lista, nome, cognome, data e luogo di nascita dei candidati e dei sottoscrittori. La raccolta delle firme può essere anteriore alla presentazione e ammissione del contrassegno di lista. La legge prevede in ogni caso che sul modulo (di cui si uniscono ad ogni buon fine alcuni modelli di riferimento, non vincolanti) appaia il contrassegno (depositato o da depositare). Le firme dei sottoscrittori e dei candidati sull’atto principale o sull’atto separato sono autenticate a cura del responsabile dell’Ufficio consolare o da suo delegato, secondo  le seguenti modalità previste dall’articolo 21 comma 2 del D.P.R. 28.12.2000 n.445:

a) l’autenticazione, redatta di seguito alla sottoscrizione, consiste nell’attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell’identità della persona che sottoscrive;
b) il pubblico ufficiale che autentica deve indicare le modalità di identificazione, la data e il luogo dell’autenticazione, il proprio nome e cognome, la qualifica rivestita nonché’ apporre la propria firma per esteso e il timbro dell’ufficio;
c) l’autenticazione delle firme può avvenire anche al di fuori dei locali consolari;
d) è escluso il ricorso all’autocertificazione, come pure all’autenticazione a cura di notai locali;
e) il capo dell’Ufficio consolare o suo delegato provvede all’autenticazione delle firme degli elettori residenti nella propria circoscrizione consolare;
f) l’autentica è gratuita;

Vi ho messo il link ad ogni norma citata cosicché ciascuno possa verificare (e impazzire, come ho fatto io). Ma manca ancora un’informazione molto, molto importante, e cioè che:

Nessuna sottoscrizione e’ richiesta (D.P.R. 361/1957, art. 18-bis, comma 2; D.Lgs. 533/1993, art. 9, comma 3):

• per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere all’inizio della legislatura che e’ in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali;
• per i partiti o gruppi politici che siano collegati in coalizione con almeno due partiti o gruppi di cui al punto precedente e che abbiano conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per il Parlamento europeo con un contrassegno identico a quello depositato ai fini della presentazione delle liste di candidati;
• per i partiti o gruppi politici rappresentativi di minoranze linguistiche riconosciute che abbiano conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per la Camera o per il Senato.

In parole povere, l’obbligo di presentare liste sottoscritte da almeno 500 elettori in ciascuna ripartizione esiste SOLO per i partiti non presenti in Parlamento nella legislatura precedente alla consultazione elettorale per la quale ci si presenta. I partiti citati nel post quindi erano tenuti a effettuare queste raccolte firme e non lo hanno fatto. Queste regole non sono nuove e, come dicevo all’inizio, è un problema già noto di cui altri si erano già lamentati nei giorni scorsi, come Potere al Popolo:

La legge elettorale, si denuncia, “assume, nella specifica declinazione per i collegi riservati ai connazionali residenti in altri paesi, i connotati di un insormontabile ostacolo alla partecipazione ed al pluralismo, costituendo, di fatto, una clausola di garanzia per i partiti di regime. La necessità, per le forze politiche non rappresentate in parlamento, di raccogliere dalle 500 alle 1000 firme da parte di iscritti AIRE per Ripartizione (equivalenti, di fatto, allo 0.2% dei votanti alle ultime consultazioni); la possibilità di autenticare le firme esclusivamente presso gli uffici notarili dei consolati; l’esclusione dai processi di autenticazione di consolati onorari e COMITES; una rete consolare ridotta ai minimi termini, con uffici ormai dislocati quasi esclusivamente nelle capitali e orari d’apertura limitati a due o tre ore al giorno, proibitivi per lavoratori e lavoratrici: queste le condizioni nelle quali “Potere al Popolo” si è trovata ad operare al fine di poter proporre la propria presenza alle prossime elezioni generali”.

Anche Casapound ha cercato di chiarire la propria posizione su Facebook:

Per le circoscrizioni estere le incombenze burocratiche erano ancora più assurde, perché avremmo dovuto far andare tutti i firmatari “fisicamente” nei consolati, non c’erano alternative previste per la raccolta.

Visto che i collegi esteri non vengono computati ai fini del raggiungimento del 3% nazionale, abbiamo dovuto “sacrificarli” per avere la certezza di essere presenti in tutti i collegi nazionali per le politiche, che sono invece necessari per il raggiungimento dello sbarramento, e alle elezioni regionali.

Concludendo

Insomma alla fine non c’è alcun complotto o scandalo: questo prevedono le leggi attuali e queste sono le regole da rispettare. A differenza di quanto pensano alcuni non ci interessa fare politica, quindi lasciamo il giudizio su queste regole a chi è più esperto. Ma è inutile lamentarsi delle regole del gioco se si decide di partecipare.

Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.

neilperri @ butac.it

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