Lo strano caso del giornalismo un tanto al chilo

Quando si omettono dati importanti contando sul fatto che i propri lettori non andranno a verificare

Ci avete segnalato un articolo, anzi, ce ne avete segnalati tanti da questa fonte, ma ho scelto di trattare quello più recente, apparso sul blog di Nicola Porro a firma Paolo Becchi e Giovanni Zibordi, dal titolo:

Lo strano caso dei “malori improvvisi”

L’articolo tratta una materia di cui abbiamo già parlato, le morti improvvise, in questo caso limitando l’argomento ai giovani che muoiono in questo modo. Vi riporto dal testo di Becchi e Zibordi:

…Si tratta di morti improvvise di giovani privi di patologie, che hanno in comune una cosa sola: si erano vaccinati negli ultimi due mesi. E se allarghiamo ai 30enni, 40enni e 50enni la lista è molto più lunga, ogni singolo giorno nei puoi trovare. Non c’è correlazione? La “correlazione” esiste innanzitutto statisticamente, perché non è mai successo che si vedessero dozzine di morti per “malore improvviso”.

Poi citano:

In UK è possibile trovare una statistica dei morti sotto i 19 anni nel 2021 e sono maggiori di circa 150 rispetto al 2020.

Purtroppo in Italia ISTAT non ha ancora presentato i dati sui morti suddivisi per età per il 2021 visto che l’anno è ancora in corso, esistono tabelle coi decessi per Comune suddivisi per età, ma prendono in considerazione solo gli over 65. Comunque non è quel paragone che mi interessa mostrarvi, Becchi e Zibordi come avete letto sostengono che non sia mai successo che si vedessero dozzine di morti per malore improvviso, ma chi legge BUTAC da tempo sa bene che quella frase è sbagliata.

Ogni giorno in Italia muoiono circa 110 persone per “malore improvviso”, parte di questi purtroppo sono giovani, ma quanti giovani muoiono in generale in Italia? L’ISTAT ha i dati dell’anno scorso, e ha fatto un report con quei numeri paragonati al quinquennio precedente.

Nella classe di età tra i 15 e i 24 anni nel 2020 sono morti 226 soggetti in meno rispetto alla media. Ma comunque sono morti in 1243, la media parla di 1468,6 decessi tra i 15 e i 24 anni. Tra gli 0 e i 14 anni stesso discorso, nel 2020 ne sono morti meno che la media del quinquennio precedente, 421 in meno. Ma comunque ci sono stati 1644 decessi.

La somma dei due dati ci dice che tra gli 0 e i 24 anni in Italia, senza pandemia, in media ogni anno muoiono circa 3533 soggetti, quasi 10 al giorno. Alcune sono morti infantili, altri saranno per patologie, ma esiste una letteratura scientifica in merito alle morti cardiache improvvise anche nei giovani, letteratura che Becchi e Zibordi fanno finta di non conoscere. Oltretutto prima parlano di ragazzi sotto ai 19 anni, ma poi allargano il campo citando un caso specifico:

Ci sono famiglie che pubblicano l’epitaffio online e citano espressamente la vaccinazione come causa di morte, come nel caso della trentenne Jessica Berg Wilson, di cui si è parlato online perché era una donna che si era espressa contro il vaccino, è stata obbligata a farlo per lavoro ed è morta subito dopo.

Ma se vogliamo allargare il campo fino ai 35 anni abbiamo altre migliaia di morti da aggiungere al conteggio:

Certo che ci sarà chi è morto per altre ragioni, nessuno lo nega, ma nel 2011 Quotidiano Sanità ci raccontava che:

Sono giovani e apparentemente sani. Eppure muoiono per morte cardiaca improvvisa. Un evento drammatico che colpisce ogni anno oltre mille under 35

Quindi si parlava di quasi tre persone al giorno sotto i 35 anni, apparentemente sane, che muoiono di morte improvvisa. Perché Becchi e Zibordi questo dato non lo riportano? E invece scelgono di citare le autopsie già demistificate dalla stampa tedesca. Capiamoci, il dato ISTAT e di Quotidiano Sanità è noto e verificato, la conferenza stampa citata da Becchi e Zibordi è stata criticata dalla comunità scientifica perché malfatta, e con dati erroneamente interpretati.

Ma la disinformazione purtroppo non finisce qui, Becchi e Zibordi riportano:

Il 2 ottobre si è svolta negli Stati Uniti la conferenza annuale dell’America[n] Associaton of Phisicians and Surgeons, AAPS (un’organizzazione con migliaia di membri) e il dottor McCullough ha tenuto il discorso inaugurale chiedendo di fermare la vaccinazione – e non solo dei giovani – perché il numero di decessi segnalato nel sistema VAERS è arrivato a 15mila morti e i farmaci vengono sempre sospesi se si arriva a 50 morti.

Perché non spiegano che la AAPS viene definita:

…un’associazione senza scopo di lucro politicamente conservatrice che promuove la disinformazione medica, come il negazionismo dell’HIV/AIDS, l’ipotesi della correlazione aborto-cancro al seno, le connessioni tra vaccini e autismo e l’omosessualità che riduce l’aspettativa di vita. L’associazione è stata fondata nel 1943 per contrastare un tentativo del governo di nazionalizzare l’assistenza sanitaria.

Un po’ come quando i giornali per dare a intendere che la polizia sta coi No Green pass citano quei due sindacati d’accordo coi manifestanti in piazza, omettendo di spiegare che di sindacati che rappresentano le forze dell’ordine ce ne sono qualche decina, e solo uno o due stanno con la piazza. Si tratta di fumo negli occhi del lettore. Che senza riferimenti si convince di essere di fronte a un’importante associazione medica (e difatti riportano quel “con migliaia di membri”). Vedete, negli States ci sono circa un milione di medici, quelli facenti parte l’AAPS sono circa 5mila. La stragrande maggioranza dei medici americani si sono vaccinati contro la COVID.

Becchi e Zibordi omettono dati, scelgono con attenzione quali mostrare al loro pubblico, consci che probabilmente nessuno andrà a fare loro le pulci e che tanto noi fact-checkers siamo letti da una nicchia di soggetti che spesso non avrebbero nemmeno bisogno dei nostri articoli.

Questo è il sistema attraverso cui si genera dissenso, si spaventa la gente, si avvelena il pozzo. Come sia possibile che il mainstream non se ne renda conto e insista nel dare spazio a soggetti come Porro, Paragone, Messora e così via mi risulta incomprensibile, specie quando invece alla corretta informazione viene lasciato davvero poco spazio. Si sa, i dati, quelli veri e non urlati, non generano ascolti. Tutto molto deprimente.

Non ho voglia di aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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