#LockdownSopruso, la Germania e l’eurodeputata

Francesca Donato non cessa di indignarsi, ma lo fa per una ragione valida?

In tanti ci state segnalando questa notizia che circola grazie ad articoli come quello de L’Antidiplomatico, o a post come quello dell’eurodeputata della Lega Francesca Donato:

In Germania hanno realizzato questo “Corona carcere”, per chi “non rispetta la quarantena”, con tanto di grate e filo spinato e strutture simili stanno nascendo in Francia. Le chiusure forzate stanno creando disagi psichici molto gravi a migliaia di persone, soprattutto ai bambini, agli adolescenti ed agli anziani soli, privati di ogni socialità. Il ceto medio è spazzato via da provvedimenti che di fatto bloccano il diritto al lavoro ed all’impresa. La domanda che sorge spontanea è: stanno combattendo contro il Covid-19 o contro i cittadini? Dite la vostra nei commenti.

#LockdownSopruso

Lockdown sopruso

La notizia è vera, ma va raccontata meglio, magari evitando di far riferimento ai lager come fa L’antidiplomatico. Noi siamo andati a verificare i fatti, trovando conferma dell’esistenza del centro di detenzione, ma con alcune precisazioni che riteniamo necessario fare. Vediamo di capirci meglio. In Germania, dopo una prima ondata che ha creato meno allarme, la seconda ondata della pandemia ha colpito in maniera lievemente più incisiva, al punto che sono state introdotte norme più restrittive. La regola che viene ritenuta più importante dalle autorità è quella della quarantena per chiunque arrivi da Paesi esteri considerati a rischio, e per chiunque sia stato in contatto con soggetti contagiati. Se rientri in questi casi devi stare in quarantena, isolato dal resto della comunità. Non in un carcere, non in un ospedale, ma a casa tua. Nulla di così complesso, noi l’abbiamo fatto per due mesi durante il primo lockdown in Italia. In Germania però se non rispetti le regole non prendono il tuo comportamento alla leggera, pertanto hanno introdotto la possibilità di una forma di detenzione per chi non si adegua, per evitare che vada in giro rischiando di contagiare il prossimo. Quello che va detto è che tutte le testate che ne hanno parlato hanno spiegato chiaramente che:
…qualcuno deve rifiutarsi visibilmente dall’aderire alle condizioni, le violazioni devono essere provate e un cosiddetto approccio minaccioso deve essere stato infruttuoso.
Quindi non è che sei uscito una volta di casa mentre eri sotto quarantena e ti portano in questi simil-carceri (che sono in realtà, originariamente, appunto strutture detentive per minorenni). Devi rifiutarti di tornare a casa e di sottoporti alle misure richieste anche dopo essere stato invitato a farlo. Chi deve sottostare alla quarantena? Chi torna da un’area a rischio e chi è risultato positivo al tampone. Quindi stiamo parlando di soggetti che possono mettere a rischio gli altri. Non persone a caso. La Germania ha una legge sulla protezione dalle infezioni operativa dal 2001, non da ieri, una legge che ha subito alcune modifiche proprio durante la pandemia. Modifiche che hanno portato anche all’istituzione di questa novità. Non si tratta di una misura leggera, ma è evidente da quello che leggo che non viene presa alla leggera.
Perché qualcuno finisca in questa struttura, come riporta 24Hamburg, deve essere stato ripreso più volte dalla polizia, deve avere avuto un atteggiamento pericoloso, e a quel punto spetta al tribunale distrettuale sentenziare per una quarantena obbligata o meno. Su Bild, il cui video è stato ripreso e usato con testo in italiano, l’amministratore distrettuale Jan-Peter Schröder ha spiegato che quella del centro di detenzione è l’ultima opzione per chi sceglie di non rispettare le regole. Non ci mandano la nonna che è scesa a fare la spesa quando doveva stare in casa, non ci mandano qualcuno che è uscito di casa una volta.

Stanno combattendo contro il Covid-19 o contro i cittadini?

Francesca Donato conclude il suo post con questa domanda, a cui credo sia facile rispondere. La Germania sta cercando di tutelare i propri cittadini da quei pochi imbecilli che si rifiutano di seguire le misure di contenimento basilari per una situazione di questo genere. La struttura per ospitare i trasgressori non è immensa, sanno che si tratterà di pochi individui, che avranno la possibilità di portarsi dietro il proprio cellulare e il proprio pc, quindi non verranno tagliati fuori dal mondo. Solo che per la durata della quarantena non potranno uscire. Nulla di più. Le sbarre sono lì perché la struttura è un ex centro di detenzione giovanile, un riformatorio. Ci volevano pochi secondi a verificarlo.
Vedere articoli in cui un luogo con delle celle come questa viene definito lager mi fa davvero arrabbiare:
In molti ostelli dove sono passato da giovane sono stato in stanze peggiori. Un lager è qualcos’altro, facciamolo sapere all’autore dell’articolo su L’Antidiplomatico.
Autore che ha scritto proprio queste parole:
In Germania tornano i lager?
No, non sto esagerando. All’inizio non ci credevo nemmeno io. Quando ho visto scorrere le immagini esclusive dei casermoni di mattoni rossi circondati da reti metalliche e filo spinato un senso di straniamento e nausea mi ha assalito. Non ci credevo. Ho cominciato compulsivamente a cercare conferme su google, non c’è voluto molto. Sono bastati pochi minuti.
Mi spiace dirlo, ma sì, stava esagerando, un bel po’, io al suo posto mi vergognerei del paragone. Sai quanti dei ragazzi nella foto qui sopra avrebbero fatto carte false per dormire in una stanza come quella del centro di detenzione minorile raffigurato sopra?

Il problema è di tutti

Siamo tutti d’accordo che la pandemia abbia causato problemi. Tutti la stiamo vivendo male, dai commercianti (quale sono io) ai ristoratori, dagli studenti ai pensionati. Ma se la Germania, Paese che fino a prima dell’estate era portato come esempio per le ridotte misure di lockdown che aveva intrapreso, ha deciso di imporre misure più restrittive per chi si rifiuta di tutelare gli altri, evidentemente avrà valutato che queste misure aiutano a contenere il contagio. Se si sceglie di introdurre misure del genere e poi non si applicano pene per chi non le rispetta è inutile averle introdotte, lo capite, vero? Come quei poliziotti municipali che invece che fare multe a chi non ha la mascherina o la indossa malamente preferiscono non discutere, e al massimo ti dicono di tirarla su… In Italia è da un po’ che stiamo remando nella direzione opposta, sperando che ci vada bene. Io non so quale sia la strategia migliore, come non lo può sapere l’autore dell’Antidiplomatico o Francesca Donato. Non lo sa l’Organizzazione Mondiale della Sanità che cosa ne sarà di noi in questo 2021, figuriamoci se lo possiamo sapere noi che passiamo le giornate su Facebook.

Concludendo

L’unico fatto certo è la pandemia, anche se sempre più spesso mi capita di vedere soggetti che vorrebbero negarla. Il contagio non è un evento raro, e la popolazione va tutelata. Se una nicchia di persone insiste nell’infrangere le regole imposte da un governo è normale che venga punita, non solo perché violare la legge è vietato, ma anche per rispetto di chi quelle regole ha deciso di seguirle, e per tutela di coloro che potrebbero esser messi a rischio da quel comportamento illegale.
Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it

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