L’Olanda vieta la minigonna per non urtare i musulmani

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Il Giornale ci delizia con una delle sue notizie pacate e obiettive.

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Per non urtare i musulmani l’Olanda vieta la minigonna

Mail choc del Comune di Nieuw West alle dipendenti: niente gonne troppo corte né stivali troppo sexy. Le autorità non vogliono “urtare” gli immigrati di fede islamica abituati ad avere a che fare con donne velate

Il Giornale ci racconta che “l’Olanda” ha “vietato le minigonne” e che il motivo è che “le autorità non vogliono “urtare” gli immigrati di fede islamica abituati ad avere a che fare con donne velate.”

Prosegue raccontandoci che il Comune che ha vietato alle donne di esprimere il proprio diritto di vestirsi come diavolo vogliono è quello di Nieuw-West (quindi non l’intera Olanda), e che

Qui c’è la più alta densità di immigrati medio-orientali e africani di fede musulmana. Ed è proprio per non urtare i sentimenti o i pregiudizi degli immigrati musulmani abituati alle loro donne velate che le autorità di Nieuw West hanno deciso di vietare le minigonne o gli stivali troppo “sexy”.

Io non so se i giornalisti del Giornale facciano un corso di deontologia professionale particolare… me li immagino lì, che trovano notizie senza nessuna connotazione politica, razziale, discriminatoria, e cercano in tutti i modi di vedercene una. Perché la storia, ovviamente, non è andata esattamente così. Già il Corriere ce la racconta diversamente:

«Sconsigliata la minigonna»
Il Comune fa infuriare l’Olanda

Polemiche in tutto il Paese per l’email che vietava abiti sopra il ginocchio negli uffici pubblici di un quartiere di Amsterdam ad alto tasso di migranti musulmani

«Le dipendenti non devono indossare una gonna o un vestito che arrivino sopra il ginocchio, e gli stivali al ginocchio sono inappropriati durante il lavoro al banco»: questa circolare interna per e-mail è giunta qualche giorno fa al personale degli uffici comunali di Nieuw West, 133mila abitanti, uno dei più grandi fra gli 8 distretti municipali di Amsterdam nonché uno dei più popolati da immigrati medio-orientali e africani di fede musulmana.

Il Corriere correla la composizione multietnica del quartiere con il divieto di indossare la minigonna (che diventa qui sconsigliata) alle dipendenti del Comune che lavorano alla reception, senza però dichiarare che il motivo diretto di tale divieto siano musulmani che si sentono urtati in qualche modo. Questa è stata l’interpretazione cavalcata da alcuni politici di destra, in particolare nella persona di Geert Wilders. Anche Panorama ci racconta la vicenda accennando all’alto tasso di immigrazione ma senza correlarla direttamente, concentrandosi invece sulle polemiche seguite alla prima comunicazione interna che “proibiva” un certo tipo di abbigliamento, riportando non solo le polemiche che sono diventate politiche, ma anche quelle etiche e di costume.

Andiamo all’estero dunque, e vediamo cosa ci raccontano testate di cui possiamo fidarci di più.

Innanzitutto la notizia è di diversi giorni fa, perché pubblicarla ora? Siamo sempre in ritardo, ma fosse quello il problema…

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DutchNews il 16 marzo racconta che le minigonne sono state “bannate” dal Comune di Nieuw-West, in particolare per le dipendenti che lavorano al banco. E non solo minigonne, ma “minigonne e stivali al ginocchio”. La comunicazione è stata data tramite un’email non firmata, presumibilmente inviata da un manager. Si dice che non si conosce il motivo del divieto (che viene poi smentito come tale in un articolo successivo) ma si ipotizza che

the team leader thought short skirts could upset visitors

Ovvero il manager (che si scoprirà poi essere la manager) ha pensato che tale abbigliamento potesse turbare gli utenti. Nessun accenno ai musulmani, né all’alto tasso di musulmani nel distretto. Ma piuttosto

A new manager has revived these guidelines after one member of staff showed up in a skirt so short ‘you could see her buttocks’.

Cioè: una manager ha voluto ridiscutere le linee guida per l’abbigliamento (di un ufficio pubblico, con dipendenti pubblici al counter, il banco, presumibilmente dell’accoglienza),  dopo che un’impiegata si era presentata al lavoro con una gonna così corta da lasciar vedere le natiche.

Nell’articolo successivo infatti si precisa:

The city has denied there is a ban on short skirts and said the mail was not sent in reaction to complaints from visitors to the council offices either. ‘It was meant as clarification following an internal discussion,’ the city said in a statement.

Ovvero: non esiste nessun divieto sulle minigonne, ma come ribadito anche dal Comune in un Tweet, gli impiegati del Comune devono vestirsi “netjes kleden”, in maniera linda e curata ma soprattutto professionale, che deduco non comprenda chiappe in mostra al pubblico, ma magari sono io che sono un po’ bigotta.

In ogni caso ritengo che tra le “donne velate” di cui parla il Giornale e una minigonna che mostra le natiche ci sia un’ampia gamma di possibilità e che alcune di queste potrebbero turbare una qualsiasi persona di una qualsiasi religione che semplicemente quando va in Comune non si aspettano di trovare impiegate vestite come escort.

Ma in ogni caso pare che non ci siano state lamentele da parte degli utenti, bensì una discussione interna tra l’impiegata in questione e la sua manager:

The email followed a discussion among staff in Nieuw-West after one counter worker turned up to work in a skirt so short ‘you could see her buttocks’.

E il NL Times ribadisce:

the team leader believes that people who visit the district office may find the clothing offensive.

Ovvero è stata la manager a ritenere che qualcuno potesse trovare offensivo l’abbigliamento dell’impiegata, ma nessuno si è effettivamente lamentato.

Se proprio vogliamo dare un’interpretazione personale alla vicenda, io ci vedrei più una questione di competizione femminile, invidia o magari bigottismo, ma il collegamento con i musulmani non è stato fatto da nessuno se non da politici che vogliono cavalcare la vicenda (là) e giornali dalla dubbia professionalità che campano di lettori analfabeti funzionali senza capacità di fact checking ma con un grosso problema coi propri bias di conferma (qua).

E infatti la notizia la ritroviamo posta in questo modo solo su un pugno di blog e siti che hanno fatto della xenofobia e della disinformazione il loro cavallo di battaglia, chi si interessa un minimo di corretta informazione ha semmai colto l’occasione per approfondire alcuni aspetti della polemica in particolare e della questione dell’abbigliamento al lavoro in generale.

noemi @ butac punto it

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