L’orso polare che muore di fame e lo storyteller

polare

No oggi non parliamo propriamente di una bufala, ma un articolo della BBC ha sollevato alcune questioni non trattate da altri sulla storia dell’orso magrissimo che vaga in cerca di cibo.
La storia credo l’abbiate vista tutti, circola un video dove si vede appunto un orso polare stremato che vaga.

Ha girato moltissimo in tutto il mondo, facendo scandalizzare tutti, i titoloni che sono stati usati sono vari, ma il succo è sempre lo stesso: l’immagine di quell’orso mostra al mondo le conseguenze dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta. Premetto, non sono qui a dirvi che non sia vero che il pianeta Terra stia subendo seri cambiamenti climatici, non è questa la ragione di questo articolo. Però ritengo che sia interessante riportarvi quanto emerge nell’articolo della BBC.

Polar bear video: Is it really the ‘face of climate change’?

Il video con l’orso polare: è davvero questa la “faccia dei cambiamenti climatici?”

Perché cominciano con un titolo così poco chiaro? Perché di chiaro nella storia dell’orso polare non c’è nulla. Le immagini vengono da un duo di attivisti ambientali, come ci spiega la testata britannica:

Mr Nicklen and Ms Mittermeier are co-founders of the conservation group Sea Legacy, with a declared mission to “use the power of storytelling to create the change we want to see”.
Canada’s National Post newspaper argues: “These images aren’t the work of a scientist, an impartial documentarian or even a concerned bystander. They are part of a very calculated public relations exercise.”

Ovvero, la coppia che ha filmato il tutto non è composta da scienziati o documentaristi imparziali, ma da una coppia che ha fondato il movimento Sea Legacy, se li cercate su Google è ancora presente la loro prima descrizione, ora svanita dalla home page:

Sea Legacy’s mission is to create high-impact visual communications that propel people to take action to protect our oceans.
La missione di Sea Legacy è quella di creare comunicazioni visive di grande impatto che spingano le persone ad agire per proteggere i nostri oceani.

Quindi sono persone che per loro stessa ammissione si preoccupano più dell’impatto visivo che dei fatti verificati. Studiando la storia dell’orso la BBC cita il parere di Jeff Higdon, biologo, che su Twitter ha spiegato:

“It’s not starving because the ice suddenly disappeared and it could no longer hunt seals,” he said. “The east Baffin coast is ice free in summer. It’s far more likely that it is starving due to health issues.” However, he warned that he could not be sure.
“Non sta morendo di fame perché il ghiaccio è improvvisamente scomparso e non poteva più cacciare le foche”, ha detto. “La costa est di Baffin è priva di ghiaccio in estate ed è molto più probabile che sia affamato a causa di problemi di salute“. Tuttavia, ha avvertito che non ne poteva essere sicuro.

Lo stesso Nicklen, autore del video e fotografo del National Geographic, ha spiegato nel suo post originale:

We cannot prove that he is in this condition because of a lack of sea ice,” he wrote in his original August caption. “But is it a glimpse into the future as ice reaches its lowest extent in recorded history?”

“Non possiamo dimostrare che l’orso sia in queste condizioni a causa della mancanza di ghiaccio marino”, ha scritto nella sua didascalia originale di agosto. “Ma non potrebbe essere uno sguardo al futuro mentre il ghiaccio raggiunge la sua minima estensione nella storia?”

We did not want to get too close to him. I did not want him using his last ounce of energy in trying to avoid us. It took him a long time and a lot of effort to be able to stand up only to collapse again. We let him be. It was one of the hardest decisions I have faced in a long time. I want the images to be able to tell his story. I want to be able to tell the story of his species. He was once a huge male polar bear and now he is a bag of bones, reduced to skin hanging loosely off of his once massive frame. He will be dead soon and I want him to go in peace after living a life as a great polar nomad. We cannot prove that he is in this condition because of a lack of sea ice but is it a glimpse into the future as ice reaches its lowest extent in recorded history? I hear a lot of suggestions from people like “let’s take polar bears to Antarctica so they can eat penguins” or “let’s put out styrofoam platforms so they can be on the ocean”. These suggestions are irrational but it does mean that people do care. The only way polar bears can be saved is by reducing our global carbon footprint and finding renewable energy. It breaks my heart to see this but our team at @sea_legacy is shifting into high gear to continue connecting the world to our ailing marine ecosystems. #MPA #keepoilexplorationoutofthearctic #climatechangeisreal #bethechange #riseup #hedoesnotspeakforme #love #beauty #hungry

Un post condiviso da Paul Nicklen (@paulnicklen) in data:


Quindi, ricapitolando, la spiaggia su cui è stato ripreso l’orso è sempre senza ghiaccio in estate (il video risale ad agosto), gli animali lo sanno e non è normale veder vagare un orso nella stagione in cui sa che non potrà procacciare cibo nell’area. Potrebbe essere che l’orso fosse malato per tutt’altre ragioni che il cambiamento climatico, magari ferito e convalescente per un lungo periodo, magari malato di una qualche forma di cancro aggressivo. Tutto è possibile, ma l’unica cosa certa è che quella zona non ha normalmente ghiaccio, quindi il suo non trovare cibo (al momento) non è dovuto ai cambiamenti climatici (che esistono, nessuno lo sta negando) ma alla stagione.

Non credo sia necessario dire altro.
maicolengel at butac punto it
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