L’ozono e il CoVid-19

 

L’ozono, formula O3, è una forma allotropica instabile dell’ossigeno. In forma di gas ha un tempo di dimezzamento di tre giorni (si trasforma in O2), mentre in acqua di 15-20 minuti (il professore riporta invece che la molecola si trasforma in O2 dopo 4 minuti). Per questa sua natura, a temperatura e pressione ambientale è difficile conservarlo e viene prodotto al momento dell’uso tramite apparecchi detti “ozonizzatori”, o come “prodotto di scarto” di altri processi industriali.

Quando si parla di ozono, è sempre importante fare delle precisazioni. Se da un lato è vero che si è dimostrato un potente agente antibatterico nella sterilizzazione di acqua e aria, grazie al suo potere ossidante, c’è da dire che è anche altamente tossico e cancerogeno per l’uomo. Un concetto che è anche abbastanza intuitivo, seppur non sempre valido: un buon “killer” efficace su un’ampia categoria di organismi è anche pericoloso per l’uomo.

 

Ora veniamo al video in questione: si tratta in realtà di una registrazione audio presentata da InfOrmal TV. La registrazione è una conversazione telefonica con il professor Riccardo Fattorini, professore di “Laboratorio di Elettronica” in un istituto tecnico industriale. Il professore non è un esperto di chimica, usa infatti un linguaggio un po’ improprio con termini come “particelle” di ozono (usato al posto di “molecole”).

Il professore parla di un ulteriore effetto: dato che l’ozono si trasforma poi in ossigeno (corretto), si migliora la qualità dell’aria e della respirazione (errato). Dato infatti che per ottenere l’ozono da un ozonizzatore è necessario partire dall’ossigeno, quando l’ozono (instabile) ritorna in forma di ossigeno non c’è nessun guadagno netto in termini di quantità di gas rispetto alla situazione iniziale.

Si accenna poi al fatto che l’ozono viene usato per purificare l’acqua. Questo è assolutamente vero, ci sono moltissimi impianti industriali che utilizzano questa tecnologia per eliminare eventuali agenti patogeni, sfruttando però il fatto che l’ozono ha un tempo di dimezzamento molto ridotto in acqua se confrontato a quello in aria. È quindi molto più facile “sbarazzarsi” dell’ozono in questi impianti rispetto agli ambienti.

Il conduttore a questo punto osserva che “se io per caso mi chiudo in una stanza e ozonizzo, butto solo ozono a un certo punto non riesco più a respirare, ma se io insieme […] immetto una certa percentuale non elevatissima di ozono io continuo a respirare ossigeno quindi non c’è nessun problema”. Questo è non solo falso, ma anche molto molto pericoloso. L’ozono è infatti pericoloso già a concentrazioni molto basse inferiori a 1 parte per milione per esposizioni brevi, ma addirittura un ordine di grandezza in meno per esposizioni prolungate [1]. A queste concentrazioni non si può percepire alcuna differenza a livello di respirazione, dal punto di vista della composizione chimica l’aria che respiriamo è quasi indistinguibile.

Il professore suggerisce anche di usare negli ospedali e negli ambienti “una buona percentuale di ozono” nell’aria, prova del fatto che è in realtà completamente ignaro degli effetti collaterali di questa molecola.

Durante il video scorrono delle immagini in cui viene anche presentata come efficace l’ozonoterapia, una pratica che è considerata attualmente inutile se non dannosa [2,3,4] e non è in realtà accettata dalla comunità medica.

Il professore, che dice di proporre questo trattamento da decine di anni, cerca poi di spiegare quale sia il motivo per cui l’ozonoterapia “va a potenziare il sistema immunitario”, ma finisce per cadere in una fallacia dicendo “perché produce un forte potenziamento del sistema immunitario”, suggerendo che nemmeno lui sappia esattamente di cosa sta parlando.

Il professore racconta di essersi costruito un impianto casalingo tramite cui “vengono sprigionate molecole, atomi di ozono” e suggerisce a chi ne è in grado di costruirsi un macchinario in casa. Dà anche un ordine di grandezza, 10 grammi all’ora, che fortunatamente lui stesso ammette essere “già tanto”. Non è semplicemente tanto, è un quantitativo pericoloso perché in una stanza di 3 metri quadrati porta a una concentrazione già superiore ai limiti di sicurezza per una lunga esposizione.

Costruire un apparecchio artigianale (come suggerito) è molto, molto pericoloso. Non è facile infatti, in assenza di opportune competenze, controllare l’apparecchio in modo da rimanere al di sotto della soglia di rischio.

“Perché nessuno ci ha pensato?” chiede il professore. Ovviamente si parla del guadagno delle case farmaceutiche, una classica teoria del complotto. Il fatto in realtà è che ci sono dei rischi nell’impiegare questa tecnologia, e anche se esistono apparecchi di libera vendita che la gente si installa in casa o negli esercizi commerciali, basta davvero poco per intossicarsi.

Elia Marin
[1] https://www.lenntech.it/ozono-esseri-umani.htm
[2] https://www.cancer.org/treatment/treatments-and-side-effects/complementary-and-alternative-medicine.html
[3] DOI:10.1016/S1699-258X(06)73032-7
[4] DOI:10.1002/14651858.CD008474.pub2


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