L’Unione Europea, il prezzo della carne e la mal-information*


Mi avete segnalato un articolo apparso su Italia Oggi il 13 febbraio 2020, titolo:

Ora l’Ue vuole un’imposta del 25% sulla carne

Vi riporto le prima righe del testo:

Dopo la plastic tax e la sugar tax una nuova tassa etica potrebbe colpire il carrello della spesa dei cittadini italiani: la tassa sulla carne. A questa ipotesi sta lavorando l’Europarlamento, a seguito di una proposta in tal senso presentata da tre eurodeputati: due del gruppo Socialisti e Democratici (S&D), Mohammed Chahim e Sylwia Spurek, uno dei Verdi, Bas Eickhout.

Tassare la carne nel piatto, dunque; tassarla per salvare l’ambiente e coprire i costi che gli allevamenti di bestiame farebbero ricadere sulla collettività. Tassarla con un piano fiscale, che a regime dovrebbe applicare una imposta del 25%, così da far rincarare di 47 centesimi il costo di 100 grammi di bovino, di 36 centesimi il costo di 100 grammi di maiale e di 17 centesimi l’esborso per 100 grammi di pollo (o altri volatili).

La proposta è stata lanciata il 5 febbraio scorso sul tavolo Ue nel corso dell’evento «The True Price of Meat» (Il vero costo della carne), andato in scena al Parlamento europeo di Bruxelles.

Si è trattato di una proposta fatta al Parlamento Europeo, non DAL Parlamento. Una proposta presentata da 3 eurodeputati verdi con alle spalle una lobby molto attiva sul fronte della riduzione del consumo di carne e lotta all’inquinamento. Il gruppo che l’ha presentata è olandese e si chiama True Animal Protein Price (TAPP) Coalition. Una lobby come ce ne sono tante, basti pensare a quelli che al momento, in Unione, stanno facendo pressione per abbandonare il glifosato.

Dare la colpa all’Unione di qualcosa che è solo stato presentato senza che si sia votato alcunché in merito è abbastanza sciocco, o forse no. Forse chi scrive quel genere di articoli sa bene che il proprio pubblico non va ad approfondire, si limita al titolo, e il titolo è già sufficiente per suscitare fastidio nei confronti dell’Unione. Fastidio che via via aumenta, perché sono anni che l’Unione viene dipinta sempre peggio dai tanti giornalisti anti-europeisti che affollano le redazioni. Indignare invece funziona benissimo.

Oltretutto in quelle poche righe che vi ho riportato viene detta una cosa esatta, ma senza approfondirla:

Tassarla con un piano fiscale, che a regime dovrebbe applicare una imposta del 25%

Sarebbe carino spiegare che quel “a regime” sta per il 2030, a dieci anni da oggi. Quindi si sta parlando di un aumento spalmato su dieci anni, non una botta dall’oggi al domani. Io sono onnivoro, ma amo la carne, come anche il pesce. Se fosse provato che quanto riporta la proposta (ovvero i costi legati all’ambiente dovuti alla produzione di carne) è corretto al 100%, non ci troverei nulla di male nel contribuire in soldoni ogniqualvolta scelgo di mangiare carne, o pesce, o verdure. O qualsiasi alimento la cui produzione abbia un impatto ambientale negativo.

Si mangerà meno carne? Probabilmente, ma ancor più facilmente se ne sprecherà di meno, si starà più attenti a produrne esattamente quanta ne serve e a non doverne buttare via tonnellate.

Io mi sono letto la proposta, non ne sono indignato, anche se vorrei un verifica dei fatti di ogni affermazione e dei paragoni con l’alimentazione vegetariana. Ne ho trovati di troppo diversi fra loro per sentirmi convinto.

Ma questo è un problema da affrontare un’altra volta.

*Mal-information: informazione, basata sulla realtà, consapevolmente distorta per gettare in cattiva luce una persona, un’organizzazione, un intero stato.

maicolengel at butac punto it
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