Macachi, animalisti e pseudogiornalismo

Più volte abbiamo parlato dei macachi di Parma e Torino, più volte nel corso degli anni abbiamo parlato di sperimentazione animale. Regolarmente quando l’abbiamo fatto qualcuno è venuto a minacciarci di morte. Come hanno fatto anche con Marco Tamietto dopo essere stato ospite di FAKE su La Nove nel 2019, quando ancora c’ero anche io in trasmissione.

Ci risiamo perché in questi giorni, che vedono il Consiglio di Stato dare l’autorizzazione a quello studio che era stato interrotto grazie alle voci alzate di alcuni animalisti, le proteste tornano a farsi pressanti, e la disinformazione in salsa pucciosetta torna a essere virale.

Una piccola premessa, amo gli animali, mi ritengo un animalista, sono contrario all’uso di animali in qualsiasi settore in cui si possa evitare. La sperimentazione scientifica, specie in certi campi, per ora non può farne a meno. Apprezzo gli attivisti animalisti quando amano gli animali, evitano di umanizzarli, e nel parlare di loro seguono la razionalità. Altri invece, quelli che alcuni chiamano animalari, sono amanti degli animali in una maniera così estremizzante che perdono completamente ogni razionalità, umanizzandoli a volte fino al ridicolo e difendendoli anche a scapito della salute umana.

Il post a cui mi sono trovato di fronte oggi è composto da testo + immagine, la foto è questa, firmata Giustizia Animalista:

Il testo che l’accompagna riporta:

Quello che accade…a Parma:
I due ricercatori che faranno questo
si chiamano Luca Bonini e Marco Tamietto.
Apriranno il cervello
ed accecheranno da VIVI
sei macachi
che resteranno immobilizzati per giorni
pur coscienti…
Dopodiché verranno tutti soppressi.
Il post appare su una bacheca pubblica, bacheca di un’animalista che vuole spingere i propri follower ad andare a rompere le scatole ai due ricercatori, è abbastanza evidente visto l’uso dei loro nomi e cognomi.
Partiamo dalla foto, mostra una scimmietta imprigionata in una posizione scomoda e innaturale. Con gambe e braccia legate con quello che sembra nastro adesivo e la testa bloccata da una morsa. Un numero disegnato sul dorso. L’immagine è molto forte. Ovvio che parli alle pance. Sommata a quella prima frase del post “faranno questo” è normale che indigni e faccia arrabbiare chi ama gli animali.
Ma vedete, quella foto risale al 1981. Non ha nulla a che fare con la sperimentazione LightUp, di cui qui su BUTAC ci siamo già occupati. Anche io m’indigno a vedere la foto, ma cercandola online trovo che appunto si tratta di qualcosa che ha quarant’anni. Come riporta Wikipedia infatti quella nella foto è:
Domiziano, una delle scimmie Silver Spring, su una sedia di contenzione nel 1981 all’interno del laboratorio di Edward Taub presso l’Institute of Behavioral Research di Silver Spring, nel Maryland. La PETA ha contattato la polizia, che ha fatto irruzione nel laboratorio l’11 settembre 1981, e ha accusato Taub di 119 capi di imputazione per crudeltà sugli animali, portando a una condanna per sei capi di imputazione, ribaltata in appello. Per la conferma del nome della scimmia e che questa è una delle scimmie Silver Spring, vedere Carbone, Larry. What Animal Want: Expertise and Advocacy in Laboratory Animal Welfare Policy. Oxford University Press, 2004, p. 76, figure 4.2. Le immagini delle scimmie sono diventate iconiche dopo che la PETA le ha distribuite ampiamente nei media con la didascalia: “Questa è vivisezione. Non lasciare che nessuno ti dica diversamente”.
Associazioni come PETA e  LAV sono nate dalle battaglie di quegli anni, quando la regolamentazione per la sperimentazione animale era ancora da scrivere. Oggi una sperimentazione come in quella foto è impossibile farla sia in Italia che nel resto dell’Unione Europea, è vietata dalla legge. Ma alcune associazioni, come Giustizia Animalista, continuano a usare le stesse foto perché fanno più presa sul loro pubblico di quelle reali e loro ne sono ben consapevoli. Noi, con l’aiuto di un’amica amante degli animali, con formazione scientifica, avevamo provato a fare chiarezza qualche mese fa su cosa avviene durante lo studio LightUp che vede i macachi di Parma utilizzati per la sperimentazione, chiarezza di cui purtroppo sentono la necessità solo alcuni di quelli che si definiscono animalisti.
Giusto per concludere, vediamo che il post di cui ci occupiamo fa classica disinformazione mischiando verità e bugie. Vediamo di fare chiarezza:
  • Apriranno il cervello ed accecheranno da VIVI sei macachi – FALSO i macachi non verranno accecati, come riportato nel nostro articolo precedente
  • che resteranno immobilizzati per giorni pur coscienti… – FALSO non resteranno immobilizzati
  • Dopodiché verranno tutti soppressi. – VERO al termine della sperimentazione verranno soppressi, perché per poter arrivare al punto finale della stessa occorre analizzare i tessuti cerebrali con un esame autoptico.

Sfruttare un’immagine vecchia di quarant’anni e due affermazioni false per portare acqua al proprio mulino è disinformare. Io ritengo perfettamente umano il volersi schierare a favore degli animali; non concordo, ritenendo la sperimentazione sugli animali basilare per arrivare a curare alcune malattie, ma difendo il diritto di chi vuole protestare. La protesta però va fatta in forma corretta. Questa non lo era.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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