Mammografia e disinformazione criminale

Categorie: Bufala, Salute, Scienza

Negli anni ci siamo già occupati di post e articoli su siti non scientificamente accurati che denigrano lo screening mammografico.



Durante il weekend ci avete segnalato un post su una pagina Facebook da oltre 11mila follower, pagina che spaccia svariata pseudomedicina per i propri personali interessi economici, e invece denigra la medicina basata sulle evidenze scientifiche.

La pagina è un coacervo di disinformazione medica che a nostro avviso andrebbe bloccata dai social. Ma oggi ci limiteremo a parlare del post che ci avete segnalato sulle mammografie.



Questo post:

LA MAMMOGRAFIA È IL PIÙ GRANDE CRIMINE ORGANIZZATO CONTRO LE DONNE
Le donne che si sottopongono a esami mammografici probabilmente non sono consapevoli del danno che stanno facendo a se stesse
Alcuni dettagli a cui dovresti pensare prima di decidere di sostenere un esame:
Il 50-60% dei risultati “positivi” sono errati
Quindi, diagnosticato “cancro al seno”, nel 50-60% dei casi, si scopre che non esisteva affatto
durante l’esame, il seno viene premuto con un peso di 10 kPa (1019 kg/m2), quindi il tessuto sano e molto sensibile delle ghiandole mammarie viene bombardato con raggi radioattivi che ne mutano le cellule
stimola la crescita dei tumori e la diffusione delle metastasi per cascate di mutazioni genetiche
uno studio effettuato su 690.000 immagini ha dimostrato che donne completamente sane sviluppavano il cancro al seno in un gran numero di casi dopo esami mammografici
La Svizzera è il primo Paese al mondo a sconsigliare gli esami mammografici
Quindi, la mafia medica criminale impone in modo aggressivo regolari esami mammografici annuali a donne sane, al fine di trasformarle in pazienti redditizi
Anche la mia defunta madre, che se ne è occupata per tutta la carriera, si è resa conto verso la fine della sua vita di essere inconsapevolmente complice di questo più grande crimine medico contro le donne
RICERCA TE STESSO E PENSA BENE A QUELLO CHE STAI FACENDO A TE STESSO
Bocko Boris Bilenjki



Partiamo dalla fine, l’autore del post, il signor Bocko:

Soggetto che oggi si definisce sulle sue pagine social “dj, producer and artist e, sempre secondo la sua bio su Facebook (quindi non propriamente affidabile), sostiene di aver studiato radiologia. Se abbia conseguito una laurea in Medicina o meno non è chiaro. Ma non è importante, perché come sempre siamo qui per analizzare i fatti come riportati nel post condiviso da pagine italiane che sostengono di occuparsi di medicina. Il post originale, tradotto e incollato su tante bacheche di pseudomedici, lo trovate qui: riporta esattamente le stesse cose in croato, visto che Mr. Bocko è originario della Croazia.

Il testo di Bocko contiene affermazioni gravi e fuorvianti sugli screening mammografici, ce ne eravamo già occupati in precedenti articoli pertanto cerco di riassumere i punti fondamentali:

Tutto ciò era stato spiegato, in maniera molto più approfondita, anche dall’amico Juanne Pili, che se ne era occupato per Open già a novembre 2023.

Giusto per completezza qui trovate il parere di AIRC sulle mammografie, di cui vi riportiamo solo un breve estratto:

La mammografia è un esame fondamentale per la diagnosi precoce del tumore della mammella poiché permette di identificare lesioni di piccole dimensioni ed è un quindi un’arma importante per intervenire nelle fasi iniziali della malattia.

Sarebbe bello che l’amministrazione di Facebook andasse a stanare i tanti che invece hanno condiviso quel post, e bloccasse i loro profili. Perché la disinformazione, quando è chiaramente fatta per propri interessi personali, andrebbe non solo combattuta ma sanzionata ed eliminata. Nel caso specifico la pagina che ci è stata segnalata per l’aver condiviso questo post vuole vendere olio di cannabis per curare ogni male, dai tumori alle imperfezioni del viso. Si tratta di gente che, in un Paese normale, dovrebbe essere allontanata dalla rete. In Italia invece si fa poco o niente, anzi, in qualche caso questi soggetti vengono pure definiti difensori della libertà di scelta.

redazione at butac punto it

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