Mario Monti e la comunicazione di guerra

...e i giornalisti del menga...

Il senatore Mario Monti ha rilasciato una dichiarazione che subito è stata raccolta dai soliti detrattori e rilanciata in salsa “dittatura”. Ma quanto ha detto e spiegato il senatore a vita, onestamente, non si discosta molto da quanto qui su BUTAC sosteniamo dall’inizio della pandemia.

Comunicazione di guerra

Riporto dalla trasmissione In Onda di La7:

…nel caso di una pandemia, quando la guerra non è contro un altro stato ma è contro un morbo, contro una cosa che è comune a tutto il mondo, io credo che bisogna trovare delle modalità meno… posso dire meno democratiche secondo per secondo nella somministrazione… [l’ultima parte risulta incomprensibile in quanto i pessimi conduttori gli parlano sulla voce]

Per fortuna viene lasciato parlare per qualche altro secondo subito dopo:

Ma scusate, abbiamo o non abbiamo accettato delle limitazioni molto forti alla nostra libertà di movimento, e bene che siano venute, da parte del governo. Quindi in una situazione di guerra, quando l’interesse di ciascuno coincide con l’interesse pubblico, pena il disastro del Paese e di ciascuno, si accettano delle limitazioni alla libertà. Noi ci siamo abituati a considerare la possibilità incondizionata di dire qualsiasi profonda verità o qualsiasi sciocchezza su qualsiasi media come un diritto inalienabile garantito dalla Dichiarazione universale sui diritti dell’uomo…

E viene interrotto una seconda volta dai sempre più invadenti conduttori. Con Concita De Gregorio che tira fuori il “ministro della propaganda” facendo un parallelo insulso e chiedendo con tono accusatorio: “Chi dovrebbe farlo…?”

Monti risponde nell’unica maniera possibile:

Il governo, ispirato, nutrito, istruito dalle autorità sanitarie

Non sarebbe necessaario un “Ministero della propaganda”, come dice il senatore a vita: sarebbe bastato spiegare, e se necessario imporre, a radio e TV di non intervistare medici a caso e lasciare che a parlare di pandemia fossero sempre solo e soltanto i rappresentanti del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Solo che a voi, giornalisti da due spicci che campate solo e unicamente su polemiche varie, un tipo di comunicazione del genere avrebbe levato il pane di bocca, visto che altro giornalismo non sapete fare.

Basta vedere ad esempio come le testate del gruppo Quotidiano Nazionale in questi giorni hanno parlato di vaccinazioni ai bambini:

Con un classico false balance: due pareri medici messi sullo stesso piano, evitando attentamente di spiegare che la comunità scientifica internazionale sta col parere del secondo intervistato. La paraculaggine di dare spazio a entrambi i pareri è immensa, non ha nulla a che fare con l’informazione ma solo col terrore di perdere quei lettori, magari anche in numero davvero scarso, che la pensano diversamente dall’editore. Dando spazio a tutti non si perde nessun lettore, ma in compenso si fa un pessimo servizio giornalistico.

L’indipendente

Su un gruppo Telegram da oltre 60mila follower, in merito alle parole di Monti, un “giornalista indipendente” ha scritto:

Ma qualcuno là fuori si rende conto della gravità di queste affermazioni?! 😳

Siete pronti – sempre in nome dell’emergenza senza fine – a rinunciare alla libertà di parola e pensiero nonché ad accettare “modalità meno democratiche”? No perché sono esattamente queste le parole usate dal signore in questione. Video all’interno del link per verificare con le vostre orecchie.

E a fargli eco c’è niente meno che il Corriere della Sera, che in un articolo di due giorni fa scrive: “È facile prevedere che se l’emergenza sanitaria dovesse cronicizzarsi, come si sono cronicizzate quella ambientale e quella migratoria, si accentuerà la tendenza, già in atto, verso forme di potere politico sorte dalla progressiva sospensione o cancellazione delle consuetudini democratiche”.

Stanno tirando troppo la corda.
Ripeto: stanno tirando troppo la corda.

Il giornalista (di cui eviteremo il nome) insieme alla sua testata rientra tra quelli che probabilmente avrebbero subito più limitazioni nella comunicazione. E senza la possibilità di far sentire la voce dei mille cialtroni a cui è stato dato spazio in quest’anno probabilmente la testata giornalistica indipendente da lui fondata mai avrebbe visto la luce, come la Pravda in salsa italica che è nata pre-pandemia, ma ha fatto grandi numeri grazie alla disinformazione sistematica cavalcata nel corso dell’emergenza sanitaria.

Errori di Monti

Su due cose però dobbiamo tirare le orecchie al senatore Monti: l’aver parlato di morbo, quando invece è un virus, e l’aver detto media all’inglese, con la i al posto della e, quando essendo parola d’origine latina in Italia va pronunciato media.

Concludendo

Per il resto noi di BUTAC concordiamo col senatore. Nessun Ministero della propaganda, ma l’indicazione, e se necessario l’obbligo, che a parlare di salute durante un’emergenza sanitaria siano solo coloro a cui come Stato abbiamo delegato la gestione della sanità, quindi ISS e Ministero. E invece sono quasi due anni che in TV viene invitato chiunque abbia da dire la sua, dall’ex attore al comico caduto in disgrazia, a quello che tampona i kiwi, a quello che faceva il dentista fino a ieri l’altro, filosofi, ex sindaci, chiunque, basta che polemizzi e lo show è servito su un piatto d’argento, mentre mette a rischio la salute pubblica e alla fine della fiera fa chissà quanti morti che si potevano evitare.

Non credo di dover aggiungere altro, tanto lo so benissimo che arriverete a polemizzare anche qui.

maicolengel at butac punto it

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