Enrico Mentana e i furbetti delle vaccinazioni

Sulla bacheca di Enrico Mentana il 23 gennaio è apparso questo post dall’alto contenuto polemico:

Come si temeva, e come avevo denunciato ieri: su un totale di 1.312.275 dosi di vaccino fino a ora utilizzate, ben 397.583 sono state iniettate a personale non sanitario e non appartenente alle altre aree a rischio come ad esempio quelle degli ospiti delle Rsa e degli ultraottantenni. La conferma viene dal presidente della federazione degli ordini dei medici. Vuol dire che tre su dieci hanno fatto il vaccino saltando la fila, con l’aiuto indispensabile di chi distribuisce le dosi. Nel discorso di fine anno, Mattaella disse “anch’io mi vaccinerò, quando sarà il mio turno”. Un esempio che tanti furbastri si sono ben guardati dal seguire

Poche righe che ci raccontano, secondo il parere di uno dei più famosi giornalisti italiani, quanto siamo furbetti nel nostro Paese: addirittura tre su dieci avrebbero saltato la fila “con l’aiuto di chi distribuisce le dosi”. O perlomeno questo è quello che ci viene raccontato in quelle poche righe. Mentana è un giornalista con un grosso seguito, è un giornalista che per certi versi apprezzo, c’è voluto coraggio a decidere di mettere su Open, come ce ne è voluto ad ammettere di esser stato tra i colpevoli di aver dato visibilità negli anni novanta al Metodo Di Bella. Mentana è quello che oggi potremmo definire influencer, quello che dice lui influenza l’opinione di chi lo segue con ammirazione. È un grande potere, e ci è impossibile non citare Zio Ben: da un grande potere deriva una grande responsabilità. In questo caso essere responsabili significa verificare i fatti prima di pubblicare un post che nel giro di qualche giorno ha avuto quasi 40mila interazioni. Io stesso quando l’ho letto di primo acchito mi sono arrabbiato contro i furbastri, poi mi sono fermato un secondo. È vero che al 23 gennaio risultavano quasi 400mila vaccinati che non erano parte del personale sanitario. Ma  come ha poi dimostrato lo stesso giornale fondato dal Chicco:

Vaccini, il capo dei medici Anelli: «400 mila furbetti? No, ne hanno diritto. Ma perché devono venire prima di chi rischia davvero?» – L’intervista

Smentendo le parole del suo fondatore. Difatti, come spiega Anelli, secondo il piano vaccinale del governo che ha stabilito le priorità, oltre ai sanitari andavano considerati (e vaccinati) per primi:

tutti gli amministrativi, le persone delle imprese di pulizia, gli addetti alla sicurezza e così via. Persone che rientrano nella categoria di massima priorità decisa giustamente dal governo a inizio campagna vaccinale

Su questo “giustamente” si potrebbe aprire un dibattito, e Anelli stesso spiega ulteriormente:

Non si tratta di rubare [il posto] ma di venire prima sulla base di un livello di rischio minore. Sugli amministrativi non dico che non abbiano il diritto di essere vaccinati e capisco che un ospedale vada avanti anche grazie a loro, ma se il programma vaccinale procede per valori di rischio, allora è inaccettabile che medici e operatori sanitari [che non lavorano nelle strutture pubbliche] siano stati esclusi.

Anelli ribadisce la questione anche in un comunicato stampa di ieri:

Per quanto riguarda la possibilità che alcuni abbiano indebitamente “saltato la fila”, ricevendo per primi il vaccino pur senza essere a rischio, Anelli invita a fare chiarezza: “Laddove ci siano stati degli illeciti, saranno le autorità competenti ad indagare – spiega -. I cosiddetti ‘furbetti del vaccino’ sono, ce lo auguriamo, solo una categoria residuale. E, per non sprecare le dosi già assegnate ma non somministrate, basterebbero delle ‘liste di riserva’, per ridistribuire le dosi già preparate per coloro che, all’ultimo momento, non si presentano”.

Io concordo pienamente che il nostro sia un Paese di furbetti, anzi, credo di poter dire che BUTAC sono anni che attacca alcune categorie di tipicamente italiani, ma in questo caso i furbetti (che ci saranno sicuramente, in mezzo a centinaia di migliaia di soggetti) sono sicuramente molti meno di quelli pensati da Mentana. Anche perché comunque un “furbetto delle vaccinazioni” dovrebbe avere un amico all’interno del sistema vaccinazioni da Covid, sistema che credo sia monitorato in maniera più rigorosa di altri. Insomma, la stragrande maggioranza dei vaccinati che vengono definiti sui giornali “furbetti” aveva il diritto di essere vaccinato in questa fase, i veri e propri furbetti che hanno saltato la fila sono casi eccezionali, e se ci sono delle responsabilità vanno cercate nell’organizzazione del piano vaccinale che ha messo più avanti nella priorità alcune categorie meno a rischio di altre, che verranno vaccinate dopo. Ma invece che spiegare tutto questo si preferisce giocare sullo stereotipo del solito malcostume all’italiana, che conferma i nostri pregiudizi e che permette tante chiacchiere da bar senza necessità di approfondimento.

L’unica cosa positiva è che il post del fondatore di Open a differenza di altri non ha avuto così tante condivisioni, circoscrivendo di fatto la sua potenziale disinformazione. Oltretutto l’articolo di Open del giorno dopo ha fatto subito chiarezza, sfatando ogni dubbio.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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