Metà della letteratura medica è falsa

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L’altra sera ho trovato questa immagine, pubblicata nel gruppo Facebook di un noto gruppo animalista che non nominerò (di quelli che fanno alla causa più danno che altro), e mi è quasi scoppiata una vena nel cervello.
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Ovviamente questa è un’immagine preparata appositamente per essere condivisa più possibile da utenti che non hanno né la voglia né i mezzi per approfondire o cercare le fonti di quello che viene loro propinato. Mi piace soprattutto lo sguardo intelligente di quel tizio con lo stetoscopio in mano.

Opinioni AUTOREVOLI

Si parla dell’editore capo di un’autorevole rivista scientifica: non si ritiene utile specificare né il nome dell’editore capo né quello della rivista, perché aver scritto AUTOREVOLE in maiuscolo è sufficiente per dare abbastanza forza alle proprie affermazioni. Ve lo diciamo noi: si tratta del Dr. Richard Horton, fisiologo, giornalista e editore-capo della rivista medica inglese The Lancet, una rivista effettivamente molto autorevole. Ad aprile il Dr. Horton scrive un articolo intitolato “What is medicine’s 5 sigma?“, classificato sul suo giornale come comment, ovvero una sorta di editoriale in cui un giornalista di particolare peso (in questo caso, infatti, l’editore-capo) esprime una sua opinione su un argomento di particolare interesse.

La parte a cui si fa riferimento nell’immagine che abbiamo postato sopra (tranne l’ultima frase, perché non era conveniente alla “causa”) è la seguente:

The case against science is straightforward: much of the scientific literature, perhaps half, may simply be untrue. Afflicted by studies with small sample sizes, tiny effects, invalid exploratory analyses, and flagrant conflicts of interest, together with an obsession for pursuing fashionable trends of dubious importance, science has taken a turn towards darkness. As one participant put it, “poor methods get results”.

Ovvero:

“Il caso contro la scienza è molto semplice: molta letteratura scientifica, forse la metà, potrebbe semplicemente essere incorretta. Compromessa da ricerche con campioni di piccole dimensioni, effetti risibili, analisi esplorative non valide, e conclamati conflitti di interesse, insieme a un’ossessione per il perseguimento di tendenze di dubbia importanza, la scienza ha preso una piega verso il buio. Come ha detto uno degli addetti ai lavori, “procedure di scarso valore cominciano a dare i loro risultati”.

Quando viene tradotta e “pubblicata” in Italia, la frase assume delle sfumature leggermente più connotate che danno al discorso un tono decisamente diverso. Infatti:

“Il caso contro la scienza è molto semplice: gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, potrebbe essere semplicemente falsa. Le problematiche sono molteplici: studi con campioni di piccole dimensioni, effetti molto piccoli, analisi esplorative non valide e palesi conflitti di interesse, insieme a un’ossessione per il perseguimento di tendenze (mode) di dubbia importanza. La scienza ha preso una piega verso il buio.”

Si decide deliberatamente di ignorare il may condizionale presente nell’originale per passare a un presente assertivo che non lascia spazio a nessuna ipotesi ma, per l’appunto, asserisce con molta decisione che METÀ della letteratura medica È falsa. E questo è anche quello che sostiene, con tanto di punto esclamativo di [SARCASM MODE ON] taglio perfettamente oggettivo [SARCASM MODE OFF], il titolo che Coscienze in rete dà alla traduzione dell’articolo comparso, in inglese, su Collective Evolution, un sito così pieno di pubblicità che ho dovuto silenziare l’audio perché non riuscivo a capire da dove proveniva l’ennesimo jingle partito in automatico. (Vorrei poter affermare che la quantità di pubblicità presenti su un sito non è direttamente proporzionale alla fuffa che contiene, ma purtroppo, grazie alla magnifica equazione “+ fuffa, + clic, + pubblicità, + soldi”, sappiamo tutti che in moltissimi casi non è così. Se ciò non bastasse, la prima pubblicità che è comparsa, in maniera anche alquanto invadente, era di uno schema piramidale.)

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Altre fonti AUTOREVOLI ci spiegano come i giganti farmaceutici stanno facendo miliardi convincendoci che abbiamo malattie che solo le loro medicine possono curare. In regalo le rose della Regina Elisabetta.

Fallacie logiche e depurazioni

L’articolo si avvale di una serie di citazioni decontestualizzate e fallacie logiche con cui il Ninth andrebbe a nozze, in primis un cherry picking da manuale: si cita la dottoressa Marcia Angell che racconta un caso di corruzione da parte di un’azienda farmaceutica che, però, non c’entra un beneamato ortaggio con quanto viene sostenuto da Horton sul Lancet: è soltanto un esempio, e in quanto tale inadatto a rappresentare un’intera prassi, un’intera categoria o l’intera popolazione dei medici del mondo (altrimenti anche Horton sarebbe inaffidabile, come lo sarebbe anche la Angell, non fosse che dice esattamente quello che si vuole sostenere, almeno nelle due frasi citate) [in questo caso si parla anche di un errore di divisione o composizione ndNinth]. Seguono altri esempi, con nomi, cognomi, titoli, istituti di provenienza… ma sono sempre e solo episodi isolati che non dimostrano affatto quello che si vorrebbe dimostrare. Si conclude auspicando immani rivoluzioni, e ricordando che a un certo punto ci siamo “resi conto” che la terra non è piatta, senza citare gli studi, i calcoli, le prove scientifiche che sono servite a giungere a questa conclusione.

Ci saranno sempre resistenze alle nuove informazioni che non si inseriscono nel quadro attuale, indipendentemente da quanto ragionevoli (o fattuali) esse siano.

Questo succede soprattutto quando le nuove informazioni non sono né ragionevoli né fattuali e provengono da fonti che non hanno niente a che fare né con la scienza (quella vera) né con la divulgazione di una qualsiasi verità oggettiva.
Infatti Coscienze in rete, “Informazioni per il risveglio delle coscienze”, è un sito che si occupa di “spiritualità libere, di nuove medicine e nuove terapie, di nuove dimensioni della coscienza, e di un rapporto più autentico e profondo con Madre Terra e le sue creature (…), attentissimo alle dinamiche di quelle dimensioni non materiali che sono alla base del cosmo”, e inserisce l’articolo tradotto nella categoria “benessere olistico”. Vi invito anche a farvi un giro sulla pagina “Chi siamo“, perché chi sono è spiegato piuttosto bene: “In questo magazine troverete una voce diversa e nuova, ispirata ad elevati valori di coscienza e fondata su una approfondita e “diversa” conoscenza degli argomenti. Ma anche una voce depurata da quella trappola dell’odio per i poteri oscuri che finisce per essere estremamente funzionale ai sistemi di controllo e condizionamento“, dove, ovviamente, questa depurazione porta a “farsi liberamente una propria opinione della realtà, delle sue difficili sfide, ma anche delle sue meravigliose opportunità”.  E lo dicono dopo aver manipolato a loro piacimento le informazioni, distinguendo la verità dalla verità “funzionale ai sistemi di controllo e condizionamento”, che anche se esistessero davvero, non la renderebbero meno verità.
Collective Evolution, pubblicità a parte, “believes in creating change by thinking outside the box. We aim to challenge the current status quo…” bla bla bla, insomma, stessa cosa, però in inglese e con una buona dose di clickbaiting.
Il succo è: va bene manipolare le informazioni per farvi pensare quello che fa piacere a noi. Ve lo annunciamo candidamente. Vi invitiamo a formare la vostra opinione basandovi su informazioni manipolate in base a quello che noi riteniamo giusto e sbagliato.
È questa la verità che pensate di meritarvi? Prego, accomodatevi.

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Big changes in the planet grazie alla luna nuova nei Gemelli.

L’opinione del Dr. Horton

Ma torniamo alla nostra indagine sull’immagine iniziale. Dicevamo che la traduzione è stata riportata in maniera piuttosto libera: infatti, non solo si è ignorato il grado di ipotesi espresso dal condizionale inglese, ma si è anche tradotto “untrue”, con “falso”, parola che prevede un certo grado di intenzionalità, mentre tra i significati possibili della parola, sul dizionario Collins, ne troviamo uno ben più applicabile all’ambito scientifico, ovvero “diverging from a rule, standard, or measure; inaccurate”, che darebbe alla frase tutt’altro significato, soprattutto alla luce dell’ultima parte della citazione, quella che sia Collective Evolution che Coscienze in rete (e figuriamoci chi ha elaborato l’immagine dello Scienziato Demente) si sono casualmente dimenticati: “procedure di scarso valore cominciano a dare risultati”. Ma dopotutto, se si mantenessero il senso del condizionale dato dalla parola may e la frase finale, non farebbe alcuna differenza tradurre con “incorretto” oppure “falso”, perché il significato sarebbe comunque molto chiaro.
Andando a leggere il comment del Dr. Horton per intero, senza l’articolo di Collective Evolution né la traduzione di Coscienze in rete che ne danno un’interpretazione decontestualizzata e manipolata, infatti, è chiaro fin da subito che la critica si riferisce a “questionable research practices” (metodologie di studio discutibili) e che, se da una parte vi sono sicuramente inclusi episodi che danno scarsissimo lustro alla professione medica e scientifica come vicende di corruzione da parte di aziende farmaceutiche (che qui, badate bene, nessuno nega che si siano effettivamente verificati del corso della storia della medicina, ma che nemmeno permettono di generalizzare come se questa fosse la prassi della ricerca), dall’altra vi sono anche SICURAMENTE (uso il maiuscolo per dare forza alla mia affermazione, vediamo se funziona) “poor methods”, metodologie senza efficacia appurata, anzi, sono PRINCIPALMENTE quello di cui parla il Dr. Horton, e naturalmente tra queste vengono incluse anche omeopatia, medicina olistica, limone e peperoncino e un sacco di “cure alternative” che questa gente (che si sente in possesso dell'”elevazione della coscienza critica nei confronti di una società ancora troppo egoistica e materialistica”) si ostina a voler difendere, nonostante non vi sia nessuna evidenza scientifica a favore della loro efficacia, ma casomai sentenze di tribunale a favore delle intenzioni di delinquere e truffare.

Davide-Vannoni
Qualcuno ha detto Vannoni?

Il resto dell’articolo del Dr. Horton è (copio da un commento di Lorenzo Giraudo su Facebook, che riassume molto bene) “una riflessione sui metodi di impact factor e sullo scannatoio che c’è in ambito di ricerca, non su metodi alternativi o complotti antianimalisti. (…) la preoccupazione che esprime Horton è quella che The Lancet e le altre riviste peer reviewed perdano oggettività e si riducano alla stregua di pubblicazioni come il China Study o molte delle cose che si trovano in rete: scritti ‘a posteriori’, pubblicazioni scritte con un fine diverso da quello della divulgazione scientifica. (…) la letteratura su cui si appoggia la propaganda (animalista, antivaccinista, ma anche di mille altri generi) non è l’alternativa, è lo scenario da evitare.
Tutto il resto di quello che è comparso su Collective Evolution e poi di rimbalzo su Coscienze in rete sono interpretazioni date da uno pseudo-giornalista di nome Arjun Walia che si occupa spesso di fuffa più volte già sbufalata da Butac in passato (un esempio su tutti: un articolo su Fukushima in cui vengono utilizzate immagini di scarsissima pertinenza per creare allarmismo).

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Come si legge nell’angolo in basso a destra l’immagine si riferisce a “Japan tsunami, March 11, 2011” ed è quindi quantomeno strano che nel titolo, due pixel sopra, si legga “Fukushima: quasi cinque anni dopo e guardate cosa sta ANCORA succedendo!”

La dedica ai ricercatori

L’immagine creata per essere condivisa mette insieme tutte queste informazioni scorrette e decontestualizzate con un paio degli esempi di arroganza più becera e meschina che io abbia mai visto in vita mia, e che hanno rischiato di farmi prendere un colpo dalla rabbia. (Senza contare la fotografia dello Scienziato Demente, che dovrebbe probabilmente stare a rappresentare il ricercatore medio. Solo che non siamo all’asilo, e scommetto che quel tizio è di svariatissimi punti di q.i. ben più intelligente di quelli che lo hanno messo lì a rappresentare l’idiozia; dopotutto, non ci vuole molto.)
Dopo aver finalmente dichiarato autorevole (anzi, AUTOREVOLE) una rivista scientifica che, in quanto tale, è naturale bersaglio dagli attacchi degli animalisti e che infatti anche questa volta, nel suo reale contesto, sta dichiarando inaffidabili tutti quegli studi che vorrebbero legittimare la propaganda fuffologica, si ipotizza quello che i ricercatori stanno cercando di scrivere nella loro dichiarazione ufficiale, un’infantile accozzaglia di balbettii e mezze frasi. Quello che non hanno chiaro i tizi che hanno ideato questa stupidaggine è che i ricercatori non hanno bisogno di scrivere nessuna dichiarazione ufficiale, dato che non è successo assolutamente niente, e che l’opinione di un solo medico, pur autorevole che sia, anche fosse davvero quella che quei tizi vogliono farci credere (e così non è), lascia esattamente il tempo che trova. Inoltre, complimenti per la forma. Molto matura, sicuramente utilissima alla vostra “causa”.
Ma non è questo il peggio. Il peggio è la dedica:

Questa immagine è dedicata a tutti gli studentelli ignoranti che si credono portavoce di verità assoluta, a tutti quegli individui strafottenti che con la loro boria gettano fango sui post che sostengono la ricerca alternativa, cercando di screditare le fonti che danno informazioni a loro scomode. Sarebbe questa la ricerca che tanto sostenete? Sarebbe questa la verità scientifica di cui vi vantate mentre deridete chi cerca di farvi capire che è tutto un grande business, controllato dalle industrie farmaceutiche? Dopo questo articolo vi resta una sola cosa da fare: rimettetevi il grembiulino e tornatevene sui banchi a fare i compitini. Abbassate la cresta perché siete ignoranti, non sapete quasi nulla… e quel poco che avete imparato probabilmente è pure falso.

Vorrei ribattere a queste affermazioni punto per punto, ma ritengo che non ce ne sia bisogno, dato che in gran parte si screditano da sé grazie al tono aggressivo e immaturo utilizzato, all’accumulo di castronerie inanellate una dietro l’altra, e all’anonimato acquisito da questi leoni da tastiera grazie alle magnifiche potenzialità della rete (com’era? Una legione di imbecilli?). Tutto quello che viene da loro “dedicato” agli “studentelli ignoranti” potrebbe tranquillamente essere consigliato a loro, soprattutto la parte della cresta e dei grembiulini. Chiunque si creda portavoce di verità assoluta sta assolutamente e inequivocabilmente sbagliando, ma non è un errore in cui si vedrà mai cadere una persona di scienza, dato che alla base del metodo scientifico stesso c’è la possibilità che quello che si sostiene sia sbagliato o migliorabile.
Voglio citare anche io il Dr. Horton:

The good news is that science is beginning to take some of its worst failings very seriously.

Ammettere i propri errori è pregio di cui la scienza non potrebbe fare a meno. Una persona di scienza non avrà mai la certezza di essere nella verità, avrà la certezza solo quando è nell’errore. È questo che la distingue da un animalaro che prepara un’immagine come quella di cui stiamo parlando, e spera che venga condivisa il più possibile: persone come questa non riescono ad ammettere di poter essere nel torto MAI, nemmeno di fronte all’evidenza dei loro fallimenti, quelli che li abbassano a un livello estremamente infimo nel tentativo di innalzarsi a esclusivi portatori di quella verità assoluta che vogliono “farci capire”, ma della quale accusano gli altri di credersi portavoce. E invece sono solo loro ad avere la verità in tasca! Come facciamo a non capirlo? Rimettiamoci i grembiulini, suvvia! Non sono mica loro a gettare fango sugli altri con la loro boria, a deridere, a cercare di screditare le fonti che danno informazioni a loro scomode, ad essere ignoranti e strafottenti e nonostante questo a credersi portavoce della verità assoluta!Abbassiamo la cresta perché siamo ignoranti, perché non sappiamo quasi nulla… e quel poco che sappiamo probabilmente è falso. Adesso è il momento di ripensare alle depurazioni di Coscienze in rete e farsi due risate.
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