Meteoterrorismo da punire

Era il 2015, a Rimini c’erano i Macchia Nera Awards, BUTAC aveva ricevuto la sua prima candidatura (e da allora siamo sempre stati nella rosa dei 10 candidati, senza mai vincere nulla), e io insieme a Neil e Noemi decisi che era il caso farci un salto.

La cosa che mi interessava non era tanto la premiazione, ma sentire parlare persone come Paolo Attivissimo e Walter Quattrociocchi.

BUTAC era online da 2 anni, avevo voglia di uscire di casa, vedere colleghi, confrontarmi con persone che stimavo. E sul palco c’erano Walter e Paolo che conoscevo per aver letto quello che scrivevano (Paolo lo seguo da quando ha cominciato), era importante andarci. Il loro intervento di un’ora era stato interessante. Ma in chiusura c’era stato altro, Serena Giacomin aveva parlato del problema del meteo-terrorismo, di cui su BUTAC ci era già capitato di parlare.

Timidamente intervenni anche io dal pubblico, ma le cose che erano state dette restavano appannaggio di pochi. Guarda caso anche oggi la maggioranza degli italiani ha installata sul proprio cellulare la app dell’azienda che meglio incarna il problema.

Non posso fare nomi, siamo sempre a rischio denuncia.

Ma oggi possiamo dire una cosa, da quell’intervento di Serena a settembre 2015 qualcosa si è mosso. Siamo nel 2018 e il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti ha detto la sua sull’argomento:

…il fenomeno del meteoterrorismo va contrastato, è pericoloso sotto diversi aspetti… le bufale sulle previsioni del tempo non ci permettono di fare la giusta prevenzione sul territorio.

Che dire, da un lato dispiace che ci siano voluti così tanti anni perché anche nelle stanze del potere si rendessero conto dei danni che fanno i cialtroni del meteo. Resta comunque una buona notizia. Speriamo però che l’insediamento di un nuovo governo non porti altre priorità, perché tenere sotto controllo questa gentaglia e le conseguenze del loro comportamento è importante. Ho da poco ricevuto una querela da un sito che fa appunto del meteo-terrorismo la sua ragione di vita, perché i grandi numeri si fanno sulle previsioni a sei mesi, ancor meglio se catastrofiche.

A me toccherà pagare l’avvocato, loro spero siano costretti a chiudere.

Un piccolo appunto lo devo fare, una delle misure di contrasto per il meteoterrorismo è l’apertura dell’Albo dei meteorologi. Occhio ragazzi, di ordini nazionali che rappresentano categorie ne vediamo tanti, non sempre sono risolutivi. Basti pensare all’Ordine dei biologi e al loro presidente, o a cosa serva l’Ordine dei giornalisti. Un albo non è un ordine, ma resta una struttura tesa a difendere gli iscritti più che chi fruisce dei loro servizi, di qualsiasi tipo e qualità essi siano. Può diventare un’arma a doppio taglio.

Non abbassiamo l’attenzione, non smettiamo di denunciare chi fa meteorologia ab mentula canis.

maicolengel at butac punto it
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