Riace, Shy e Patrick – non un debunking

Più di un amico mi ha contattato nelle ultime 24 ore chiedendomi lumi sull’arresto ai domiciliari di Mimmo Lucano, sindaco di Riace, arresto di cui oggi 2 ottobre 2018 hanno parlato tutti i giornali.

La mia prima risposta è stata l’unica possibile: c’è un’indagine in corso, attendiamo gli esiti.

BUTAC non è un blog di opinioni, anche se qualche editoriale ogni tanto lo scrivo, ma siete stati tanti a chiedermi un parere che ho cercato di approfondire.

Qualcun altro però era già intervenuto sulla questione, Alessandro Masala, in arte Shy, sul suo canale Youtube ha pubblicato un ottimo sunto della notizia.
Shy ci dice:

Chiunque stia accomunando l’attività del sindaco Lucano al business di mafia capitale, traffico di esseri umani, scafisti e mafiette varie o è disinformato, e possiamo metterci una pezza, o è scemo o in malafede, e lì c’è poco da fare…

E ha ragione. Bastava leggere i giornali, senza limitarsi a titoloni strombazzati e occhielli, per rendersene conto. Ovviamente in rete è pieno di gente che dice la sua su questa storia, si passa da chi è scandalizzato da quello che ritiene un arresto politico a chi invece gioisce, sostenendo che si tratta di una corretta misura cautelare per un soggetto a rischio.

Come spiega Shy nel suo video, però, non tutte le accuse che sono state imputate al sindaco di Riace trovano riscontro nelle parole del giudice per le indagini preliminari, che nel comunicato stampa dell’Operazione Xenia riporta:

Sulla ricostruzione di tali circostanze, così come rappresentate nel corpo della richiesta di applicazione delle misure cautelari, il GIP presso il Tribunale di Locri ha tuttavia affermato che “Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.

Quindi il Gip ha già sollevato il sindaco di Riace da molte delle imputazioni a suo carico.

Ne restano due su cui la procura sta facendo le dovute indagini.

Due accuse che hanno portato all’arresto, da parte della Guardia di Finanza, del sindaco.

La prima accusa (dimostrata da intercettazioni telefoniche) riguarda il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lucano è stato intercettato mentre organizza un matrimonio di convenienza per fare acquisire la cittadinanza a una donna nigeriana. Dall’intercettazione appare evidente come la pratica sia comune, e come lo sia anche il rilascio di documenti d’identità a persone che, secondo le leggi vigenti, non ne avrebbero diritto. Accusa grave, non è il comportamento che ci si aspetta da un sindaco. La seconda accusa invece riguarda la gestione degli appalti per la raccolta rifiuti. Gestione che sarebbe andata a cooperative di Riace, nate per dare lavoro principalmente a riacesi e stranieri. Non è la prima volta che sentiamo di favoreggiamenti nella gestione degli appalti, è qualcosa che trovo orrendo, a qualsiasi livello venga fatta, ma un conto è se qualcuno intasca denari illeciti, un conto è se si tratta solo di favorire una ditta locale rispetto a un’altra non della zona. Concordo che sia necessario andare a fondo sulla vicenda.

Riace ha meno di 2500 abitanti, le due cooperative non possono essere aziende con centinaia di mezzi e dipendenti. Si tratta di piccole cooperative che danno lavoro a chi risiede in quella zona. Il danno economico per la collettività (che va comunque quantificato e perseguito) non è immenso. Molto più grave invece è l’aiuto per i documenti e per i matrimoni combinati. Vedete, siamo sempre di fronte al solito problema, anche se la battaglia perseguita da Lucano può essere condivisibile, il mezzo per farlo non deve essere la disobbedienza. La legge va rispettata o va cambiata col consenso della maggioranza. Vale per il sindaco Lucano come per chiunque altro, politici inclusi. Adottare un comportamento illecito in casi come questi può essere dannoso per la causa (magari giusta) per cui ci stiamo battendo. Ritengo sia una regola sempre applicabile.

Dopo tutto questo sproloquio voglio riportarvi le considerazioni di un nostro lettore, uno di quelli che mi danno speranza per il futuro, Patrick Jachini, che su Twitter ha postato questa serie di considerazioni:

1) molti definiscono questa indagine come “politica”, usando (IMHO) lo stesso atteggiamento di chi difende Salvini dalle sue accuse, non confidando nella magistratura e facendo un po’ allarmismo volto solo ad indignare (rischia di diventare “al lupo, al lupo”);

2) il fatto di “innocentare” a prescindere una persona “solo” perché ha compiuto notevoli azioni molto nobili (e questo è IMHO innegabile) e parlare quindi di “censura degli oppositori” penso voglia dire esagerare e non voler vedere tutte le facce della medaglia;

3) nonostante tutto è assolutamente legittimo (e forse anche doveroso) chiedersi il perché dell’arresto, ad avviso di molti misura non necessaria, quando i reati contestati non sono poi così gravi (soprattutto in confronto a quelli inizialmente ipotizzati, poi decaduti).

4) rimane vergognosa l’ipocrisia di chi si concentra e specula su questi eventi nonostante ci siano tanti altri (e ben più gravi) problemi sulla punta dello stivale (qualcuno ha detto mafia?) su cui si sorvola in modo schifoso;

5) è anche disprezzabile chi cerca di buttar fango sul sistema di integrazione adottato a Riace basandosi solo su una misura cautelare preventiva legata (in un certo senso) solo in parte a questo sistema esemplare in tutto il mondo.

Che dire, quando Patrick vorrà, sa da tempo che i suoi articoli sono i benvenuti su BUTAC.

Nell’attesa, non credo sia necessario aggiungere altro, vi ho dato sufficiente materiale su cui riflettere. Ovviamente aspettiamo novità dal Tribunale, per poter approfondire ulteriormente.

maicolengel at butac punto it
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