Miss Finlandia, o Miss Helsinki?

In pochissime ore la notizia ha fatto il giro delle testate italiane, tutte più o meno con lo stesso titolone:

Miss Finlandia è nera, rivolta sul web: solo perché politically correct

Per i più PIGRI:

  • La Miss di colore ha vinto un concorso di minore importanza, Miss Helsinki, nulla a che vedere con Miss Finlandia (Miss Suomi), che è l’equivalente del nostro Miss Italia.
  • La “rivolta del web” non sussiste, se non fomentata da siti di estrema destra, molto attivi in Finlandia. Meno di un migliaio di reazioni tra pro e contro la vincitrice.

Per i lettori di BUTAC:

Notizia molto imprecisa, la ragazza di colore che ha vinto un concorso di bellezza ha vinto Miss Helsinki, che non è Miss Finlandia. Si tratta di due concorsi differenti, Miss Finlandia (Miss Suomi) è l’equivalente del nostro Miss Italia, ed è un concorso di bellezza nazionale, Miss Helsinki è un concorso organizzato da una rivista che si chiama Genuine, che parla di moda e tendenze. Sono due concorsi differenti, anche in Italia, oltre a Miss Italia abbiamo Reginette e Reginetti, ma sono concorsi di diverso prestigio, spesso sponsorizzati da aziende con l’interesse di promuovere determinati canoni per la stagione successiva. Il concorso nazionale Miss Finlandia è altra cosa, e non ci sarebbe comunque nulla di male se anche lì avesse vinto una ragazza di colore, anche se sono davvero una piccolissima minoranza sul territorio. E oltretutto anche nel 2013 la vincitrice era di colore: Kelly Kalonji.

Quello che lascia un filo storditi è notare che la fonte delle polemiche è StormFront, nel senso che sono loro i primi ad essersene lamentati e a spingere con battute razziste. StormFront è un sito di estrema destra reso inaccessibile dal 2012, per ordine dei magistrati, sul territorio italiano.  È da quel sito che parte “la rivolta sul web”, che rivolta in realtà non è, visto che Miss Helsinki è un concorso di bellezza che ha pochissima risonanza, non più di Reginetta d’Italia.

Basta guardare sulla pagina ufficiale di Miss Helsinki, alla notizia della vittoria le reazioni social su Facebook sono state

205 reazioni, 94 negative, 55 divertite, 42 mi piace, 7 pianti, 6 cuoricini e 1 wow. Duecentocinque reazioni, non una “rivolta”.

Sì è vero, la maggioranza sono faccette arrabbiate, ma stiamo parlando di pochi like, ci sono post che generano decine di migliaia di commenti sul web, non per questo ne parlano i giornali. Andando a vedere i post successivi le reazioni social aumentano (ovviamente spinte dai blogger che ne hanno parlato sulle loro testate), passando a sfiorare le mille reazioni. Ma stando sempre al di sotto, con circa un 60% delle reazioni negative e un 40% invece di dimostrazioni di stima. Quindi, ovviamente la polemica, mossa ad arte, cresce via via che si diffonde, la rivolta sul web è quella che cercano di generare le stesse testate che ne stanno parlando.

E non sia mai che alla fine non possa esser tutta una grande operazione commerciale per alimentare la fama di un concorso che nella veste attuale ha solo pochi anni di vita.

Che senso ha riportare notizie del genere in Italia? Quale agenzia di stampa le promuove? L’unica motivazione di esistere è fare audience, o magari convincere ancor di più il lettore di un malcontento generalizzato in tutta Europa nei confronti delle persone di colore.

Non credo questo sia giornalismo, non nel senso di “dare una notizia”. Sicuramente non lo è nemmeno il nostro sia chiaro, noi arriviamo dopo la notizia, solo a fare le pulci, ma lo facciamo con la testa prima che con il cuore. Certo, magari possono volerci dieci minuti di più a decidere se una notizia è vera o falsa (o inutile), ma sono dieci minuti ben spesi (e spesi in tutti i sensi finché un editore non deciderà di pagarvi il tempo e la professionalità e non solo il numero di articoli scritti).

Sia chiaro qui non c’è un “colpevole”, la notizia ha circolato ovunque, dal blasonato Corriere (che perlomeno ha correttamente riportato il titolo di Miss Helsinki) a Blitz Quotidiano. Proprio tutti.

Ma questo non significa mal comune mezzo gaudio.


Aggiunta in tarda serata.

Controllando sul sito ufficiale dell’evento è possibile trovare un paio di informazioni utili che rendono più chiara la situazione. La più scontata, che però ha il suo peso:

PARTICIPATING IN THE COMPETITION MUST COMPLY WITH THE FOLLOWING CONDITIONS:

living in the Helsinki Metropolitan Area

Quindi per partecipare non basta essere cittadini finlandesi ma bisogna risiedere a Helsinki e il focus principale di quest’anno è lo sport:

This year, one finalist is selected with one of the race’s main partners Casall. We’re looking for physically talented young women who exercise is a big part of life and they represent a healthy role model for all of us. This year, the finalists will continue FitDiamonds workouts with coaches, we will expand our industry still further and, according to the coach jumps to other areas of the peaks. Perhaps the finalists can be seen sweat hockey field? It is known only by the race organizer Martina Aitolehti. What can he come up with?
Physical exercise is an important part of the race and so this year as well.
Source courageously according to an unforgettable journey to experience, explore and find the best for you!

Quest’anno le prestazioni sportive erano molto importanti per aggiudicarsi il titolo in quanto lo sponsor è un famoso brand svedese di sport wear.

Ricordatevi che le informazioni date male danneggiano soprattutto voi lettori.

Neil


maicolengel at butac punto it

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