E mo so’ bufale!

islamiciarrestati

La comunità Facebook dall’elegante titolo di E mo so’ ca**i, che si distingue per la misura e la finezza delle opinioni e delle idee, pubblica questa foto:

 13087631_1068230309887135_8584076484157260979_n

Tanto per cominciare la foto ritrae semplicemente dei funzionari della Questura di Lecco ed è una foto d’archivio, infatti cercando con Google si trova diverse volte a illustrazione di svariati articoli come ad esempio su CiaoComo –  gennaio 2015 e niente ci dice che sia pertinente alla notizia in questione.

Una breve ricerca ci ha permesso di scoprire diverse cose.

Effettivamente qualche settimana fa un’operazione congiunta dei ROS e della DIGOS ha portato all’individuazione di sei persone come presunti terroristi jihadisti. I sei, che vivevano tra le province di Lecco, Varese e Verbania, sono: Abderrahim Moutarrik e la moglie Salma Bencharki; Abderrahmane Khachia, fratello di un foreign fighter espulso dall’Italia nel 2015 e morto in combattimento in Siria; Mohamed Koraichi e la moglie italiana Alice Brignoli, scomparsi da un anno con i loro tre figli e poi rispuntati in Siria tra le fila del Daesh; e la sorella di Koraichi, Wafa.

Per tutti, tranne ovviamente Koraichi e la moglie che sono latitanti, è stata disposta la custodia cautelare in carcere: tramite i loro avvocati i quattro hanno fatto sapere di non essere assolutamente dei terroristi, che le telefonate a forti tinte intercettate tra loro erano solamente delle “fanfaronate”, e che un prestito richiesto da Moutarrik, che secondo gli inquirenti doveva servire a finanziare il viaggio in Siria, serviva in realtà a coprire debiti contratti in precedenza.

A questo punto ci si può chiedere: dove sta la bufala?

Semplice: i quattro arrestati i due latitanti pare abbiano tutti la cittadinanza italiana e conducano, come dicono gli avvocati, “una vita normale”. Moutarrik è operaio metalmeccanico e combattente di Muay Thay di un certo livello, la moglie casalinga; Abderrahmane Khachia era uno studente dell’Itis e viveva con la sua famiglia di lavoratori; Wafa Koraichi lavora come cameriera in un locale del centro di Baveno (VB); gli unici che a quanto pare non svolgevano nessuna attività lavorativa erano Mohamed Koraichi e Alice Brignoli, che però a detta della madre di lei vivevano con l’aiuto della comunità musulmana locale.

Da nessuna parte risulta che a queste persone venissero dati sussidi di disoccupazione (a cui trattandosi di cittadini italiani avrebbero avuto pieno diritto) o pagate le bollette.

Un’altra immagine gonfiata appositamente per fomentare l’odio razzista, come se ce ne fosse ancora bisogno.

Fonti:

Lady Cocca

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon! Può bastare anche il costo di un caffè!