La moda pericolosa dell’antivaccinismo

L’antivaccinazione va molto di moda (una moda orribile, quasi quanto quella che ha riportato le scarpe con le zeppe) ultimamente.

E visto che gli anti-vaccinatori sono sordi a tutte le prove sulla sicurezza e utilità dei vaccini, questa volta vi voglio mostrare come una campagna anti-vaccinazione abbia causato un’epidemia su piccola scala.
Siamo in Galles, aprile 2013. Gareth Colfer-Williams, un uomo di 25 anni, viene trovato morto in casa sua. La causa della morte è un grave attacco d’asma.
Ucciso da un attacco d’asma? Non proprio.
Gareth, al momento, era anche malato di morbillo, condizione che ha accentuato i suoi attacchi d’asma. Morbillo che ha contratto poiché non si era sottoposto alla vaccinazione contro di esso.
Ma Gareth, per quanto lui sia l’esempio più sfortunato, non è l’unico in questa situazione. Sono più di 800 le persone coinvolte nell'”epidemia” di morbillo del Galles.
Tutte persone non vaccinate.

E qual è la causa di questo basso indice di vaccinazioni?
La causa è l’uomo che vedete nella foto, Andrew Wakefield.

Andrew Wakefield pubblicò, nel 1998, un articolo sul Lancet, nel quale sosteneva di aver trovato la correlazione tra il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e la comparsa di autismo e malattie intestinali.

Questo articolo causò un’ondata di panico che portò molte persone a non vaccinarsi, e a non vaccinare i loro figli.

Ma il contenuto dell’articolo di Wakefield era veritiero oppure no?
Fino ad oggi, nessun altro ricercatore è riuscito a riprodurre i risultati ottenuti da Wakefield.

Incuriosito da questa assenza di prove, Brian Deer, un reporter del Sunday Times, nel 2004 compì un’inchiesta su Wakefield.
Durante la sua indagine, Deer scoprì che la campagna anti-vaccinazione del dottore non era altro che una frode.
Wakefield voleva screditare il vaccino MPR, in modo da promuovere un vaccino alternativo “sicuro” che stava sviluppando.
Vaccino che avrebbe fatto pagare a caro prezzo.

Nel corso dell’inchiesta venne fuori, inoltre, che Wakefield aveva sottoposto, senza necessità, bambini autistici a punture lombari e altre procedure mediche invasive non necessarie, come colonoscopie, e l’aver agito senza la necessaria approvazione etica da parte di un comitato di controllo istituzionale.

In seguito alle rivelazione portate alla luce da Deer, il General Medical Council britannico (GMC) ha aperto un’inchiesta per condotta antiscientifica su Wakefield e due suoi ex colleghi.

Il 28 gennaio 2010, una tribunale di 5 membri designati del GMC trovò provate le accuse, tra cui quattro episodi di disonestà e 12 episodi di abuso su bambini mentalmente disagiati. Il GMC decise quindi, nel maggio del 2010, di radiare Wakefield dall’ordine dei medici.

Il tribunale stabilì che Wakefield agì “in maniera disonesta ed irresponsabile” nei confronti dei suoi pazienti.

Ma la colpa è solo di Wakefield? Non proprio.

Il Lancet non avrebbe dovuto pubblicare l’articolo che ha scatenato tutto ciò.
Molti giornali (britannici e non) non avrebbero dovuto scrivere decine di articoli sensazionalistici a riguardo, giusto per attirare qualche lettore in più.
E non dimentichiamoci di quando Tony Blair si rifiutò di dire se suo figlio avesse ricevuto la vaccinazione MPR. Cherie Blair, in seguito, confermò la vaccinazione del figlio.

Questo è un esempio lampante di come la disinformazione, diffusa su grandissima scala, possa danneggiare, se non addirittura uccidere, molte -troppe- persone.

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