Natale cancellato?

Certo che no, ma come al solito disinformare coi titoli è una delle pratiche più diffuse dello pseudogiornalismo italiano.

CARORSO-PRESEPE

L’articolo è di due anni fa, ma evidentemente a qualcuno piace farlo ricircolare in occasione delle festività. Così ce la raccontava Il Giornale:

La scuola vieta la festa di Natale: “Per rispetto delle altre religioni”

Togliere il presepe a 120 bim­bi p­er far vincere il multicultura­lismo? In provincia di Piacenza si può. Nella citta­dina di Caor­so, finora cele­bre solo per il tira e molla sulla centrale nucleare, il diktat di una preside sta scatenando un polverone che, addirittu­ra, finisce sul­la scrivania del ministro dell’Istruzio­ne Francesco Profumo.

Già dalla prima frase dell’articolo si nota come la storia sia ben diversa. Nessuno ha tolto il Natale, ma solo il presepe, ovvero la parte religiosa e personale di una celebrazione quasi universale. Il giorno di Natale è festeggiato in buona parte del mondo, basandosi non tanto sulla sacralità della data. Come riporta anche la wiki italiana,

Nel corso dell’ultimo secolo, con il progressivo secolarizzarsi dell’Occidente, e in particolar modo dell’Europa Settentrionale, il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non cristiani, assumendo significati diversi da quello religioso. In questo ambito, il Natale è generalmente vissuto come festa legata alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di regali e alla figura di Babbo Natale.

Seppure solo formalmente, il nostro non è un paese gestito da un gruppo religioso – che so, l’ISIS – e la scuola pubblica dovrebbe rispecchiare questa laicità dello Stato. Non vedo perché io debba andare a scuola e trovarci simboli di una religione a tutti i costi, qualunque essa sia, quando esistono splendidi istituti scolastici gestiti da congregazioni cristiane. È una tradizione, lo so bene, ma si tratta di una tradizione che non trova appigli in alcuna normativa italiana.
Il presepe è un simbolo religioso bellissimo e fortemente evocativo, ma avete visto le nostre scuole, specie le elementari e le medie? Vi siete accorti di quanti bimbi di razze e culture diverse vadano a scuola? Al parco, mio figlio gioca con bimbi italiani, argentini, australiani, africani, asiatici… c’è davvero un grande, bellissimo melting pot. E che tenerezza quando ci si accorge che tra bimbi – soprattutto i più piccoli – non esistono le differenze, come anche le credenze e le tradizioni. E ci si accorge che sono cose sviluppate da noi adulti, sempre i primi a istruire.
Non vedo nulla di male in un cristiano che insegna a suo figlio il valore della religione cattolica; non vedo nulla di male che lo stesso faccia un musulmano, come un induista o un buddhista. Ammetto che mi trovo spiazzato di fronte alla domanda: “E un insegnante?” Onestamente, io preferisco un insegnante che si attenga ai fatti, a ciò che è comprovato; ai dati, alle date, alla storia, le regole della grammatica; tutto, ma non che si occupi di religione. Mi darebbe fastidio vedere che la scuola dove vado mi obblighi a seguire certe tradizioni e inculcarle anche nei figli che quelle tradizioni non hanno mai avuto.
Per cui a scuola albero di Natale, insegnamenti sulla fratellanza fra i popoli, amicizia e “buoni sentimenti”; a casa propria, ognuno come vuole. Non vi sembra un concetto corretto?
Nessuno cancella il Natale, anzi: se vogliamo mettere i puntini sulle i, sono stati gli imprenditori come quelli che reggono una testata come il Giornale a farne perdere la sacralità. Io mi ricordo quando le luci di Natale si accendevano ai primi di Dicembre, di solito l’8; le vetrine si riempivano del “kitsch” natalizio già dal 1° dicembre. Adesso tutto è spostato a novembre: già brillano le luci e i colori natalizi, gli zampognari suonano ormai da due settimane… questo è perdere la sacralità, trasformarla in una cosa unicamente commerciale e spalmarla su un periodo lunghissimo di tempo. Tutto per cosa? Soldi, tanti, tantissimi soldi! Per me, questo è più triste!
In sintesi: l’articolo del Giornale è fazioso e idiota nel titolo, ma il succo è corretto per chi lo leggesse. Una scuola in provincia di Piacenza ha deciso di evitare i presepi in favore dell’alberello: non ci vedo nulla di scandaloso, ma tanta idiozia in chi parla di “fine del Natale”!

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