È nato l’utero artificiale

UTEROARTIFICALE

La campagna contro l’utero in affitto ha fatto sì che il termine utero divenisse in pochi giorni di tendenza sui motori di ricerca, e così si trovano articoli che hanno cavalcato la storia in maniera dubbia.
È il caso di questo pezzo che ci avete segnalato su Facebook che sta evidentemente circolando tantissimo:

TOKYO – E’ nato l’utero artificiale benvenuti in Matrix

SIGNORI ADESSO E’ PUBBLICO ESISTE L’UTERO ARTIFICIALE. A Tokyo, i ricercatori hanno messo a punto una tecnica chiamata EUFI – incubazione fetale extrauterina.Hanno cosi creato la vita senza la necessità di usare una donna. Usando dei feti di capra, hanno poi collegato attraverso dei cateteri il sistema venoso e creando la camera amniotica presente all’interno della donna. I Ricercatori hanno utilizzato dei feti di capra, cateteri filettati attraverso grandi vasi nel cordone ombelicale e fornito ,ai feti, sangue ossigenato mentre erano sospesi in incubatrici contenenti liquido amniotico artificiale riscaldato alla temperatura corporea adatta e modificata man mano. Forse tra 10 anni avremo la possibilità di far nascere bambini da uteri di animali, o addirittura da uteri completamente artificiali.

L’articolo viene chiaramente da un qualche gruppo integralista lievemente omofobo e con scarsa abilità nello scrivere in italiano. Io posso capire le implicazioni morali ed etiche della questione, posso comprendere il non trovarsi d’accordo con qualcosa come appunto l’utero artificiale. Ma non comprendo l’inventarsi le notizie. L’utero artificiale esiste come idea, da anni, e difatti basta andare a cercare la fonte della notizia con un po’ più d’impegno per accorgersi che il primo in Italia ad averla diffusa in questi giorni è un sito che si chiama DVCLUB, che pare di divulgazione scientifica ma evidentemente è fuffa. DVCLUB a sua volte riprende una notizia da TerraRealTime che un anno fa (23 febbraio 2015) pubblicava lo stesso identico articolo. Le fonti su Terra sono del tipo notizieprovita, worldtruth tv e così via. Ma DVCLUB è stato più bravo e oltre a TerraRT aveva messo anche un altra fonte (non linkandola): il NewYorkTimes.

dvclubutero
E basta cercare la fonte per accorgersi che sì, è vero, il NYTimes ne ha parlato. Il 29 settembre 1996 (il bufalorologio è esploso anche questa volta! ndNeil)
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Avete letto la data con attenzione? Stiamo facendo girare un articolo basato su una notizia di vent’anni fa. VENTI, non due, non cinque, ma venti. Avete notizie che qualcosa di simile a quanto descritto sia mai entrato in funzione? No vero? Perché la macchina di cui si parla nel pezzo del New York Times è teorica, nessuno l’ha costruita, ma si stava già studiando come poterlo fare, esattamente allo stesso punto a cui siamo oggi. La grande differenza è che nell’articolo del NYTimes di venti anni fa i toni erano decisamente diversi:

Yoshinori Kuwabara, chairman of the Department of Obstetrics and Gynecology at Juntendo University in Tokyo, has been working on artificial placentas for a decade. His interest grew out of his clinical experience with premature infants, and as he writes in a recent abstract, ”It goes without saying that the ideal situation for the immature fetus is growth within the normal environment of the maternal organism.”
…Modern neonatology is a relatively short story: a few decades of phenomenal advances and doctors who resuscitate infants born 16 or 17 weeks early, babies weighing less than a pound. These very low-birthweight babies have a survival rate of about 10 percent. Experienced neonatologists are extremely hesitant about pushing the boundaries back any further; much research is aimed now at reducing the severe morbidity of these extreme preemies who do survive.

Quindi proviamo a fare mente locale: la notizia ha vent’anni – all’epoca nell’articolo la menzione alle coppie omogenitoriali mancava – e lo studio era pensato per dare una possibilità a quei tanti nati prematuri che hanno solamente un 10% di possibilità di sopravvivenza. Vent’anni fa nessuno si scagliava contro questa invenzione, le implicazioni etiche della questione venivano solo sfiorate, perché l’importante era pensare a quelle tante vite che forse si potrebbero salvare in più, vite che si è scelto di far nascere, ma che il nostro corpo non è stato capace di sopportare. I siti come DVBLOG, TerraRealTime e il Fattaccio che oggi condividono la cosa come una vergogna che causerà solo bambini infelici di questi nati prematuri non ne parlano. Probabilmente loro sono della scuola di Sparta e la vita da preservare è solo quella che è in grado di sostenersi senza aiuti esterni. Gente davvero da tenere in considerazione.
Lo so che siti come quelli vi attirano con l’inganno di esser salutisti, ambientalisti, contro il sistema, e che voi andate a leggerli perché così vi sentite di contribuire ad un mondo migliore, ma quando vi accorgete che vi stanno solo prendendo per il sedere spacciandovi come news qualcosa che era già vecchio dieci anni fa, sarà sempre troppo tardi.
maicolengel at butac.it
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