Bufalari, cacciatori di bufale e Il Paragone

Il 24 marzo su Il Paragone è apparso un articolo che attacca frontalmente NewsGuard e Open, dal titolo:

Cacciatori di bufale o “bufalari”? Il caso Open e quello NewsGuard: da censori a censurati

L’articolo, firmato da Andrea Monaci, perlopiù discredita NewsGuard sulla base di coloro che sono gli investitori che lo finanziano, partendo dall’assunto che, siccome oggi negli Stati Uniti si sta dibattendo sull’origine del virus, chi ha bollato come bufala la teoria dell’origine dal laboratorio di Wuhan sia appunto un bufalaro. Ma Monaci sta facendo malinformazione da manuale.

Vediamo cosa scrive Monaci:

Cacciatori di bufale o “bufalari”? Censori o censurati? No, non sono domande retoriche perché il tema è troppo delicato, troppo importante. Parliamo di autorevolezza dell’informazione online, della sua credibilità, di libertà.

Tutto parte dalla pandemia e dalla presunta diffusione di fake news a proposito dell’origine del virus che ha messo in ginocchio il pianeta per quasi due anni. Di qui l’etichetta di “propalatori di notizie false” anche a editori indipendenti che operano con serietà da anni, come testimoniato da milioni di lettori ogni mese. Peccato che – dopo due anni di caccia alle streghe – anche l’autorevolissimo New York Times ora scriva che “Entrambi i partiti politici statunitensi sono ora aperti all’idea che il Covid potrebbe provenire da un laboratorio in Cina”.

Tutto ciò –una diffamazione su larga scala di fonti d’informazione indipendenti – è stato reso possibile dall’emergere di nuovi censori. Hanno un vestito nuovo e ingannevole, sono pronti a bollare come propalatori di notizie false e cospirazioni chiunque abbia cercato di affrontare lo spinoso argomento con un lavoro di ricerca e analisi sulle fonti, che ha portato a conclusioni diverse dalla “vulgata” di massa..

Occorre fare un salto indietro: davvero Open e gli altri fact-checker internazionali hanno bollato come bufalari chi sostenesse l’origine del virus dal laboratorio di Wuhan?

Nì.

Quello che Open (come anche BUTAC) ha fatto più e più volte è spiegare, a partire dal 2020, che non esistevano prove sull’origine del virus. Non esistevano prove nel 2020 e non esistono nemmeno oggi. Si sta ancora indagando in merito, si sta dibattendo. Non ci sarebbe dibattito se ci fosse qualche certezza. Siti come quello di Paragone invece titolavano:

L’accusa dell’ex capo dei servizi segreti inglesi: “Virus creato in un laboratorio in Cina

“Pipistrelli vivi nel laboratorio di Wuhan: ecco il video”. Sky smentisce la versione dell’Oms

Pandemia nata in laboratorio in Cina? Ora si può dire: Facebook mette fine alla censura

A parte il primo articolo, negli altri due si dà per certa l’origine del virus artificiale. Certezza che non c’è oggi, come non c’era allora.

Open, come BUTAC e come tutti i fact-checker internazionali, si è limitato a spiegare questo, ovvero che titolare dando per certo quello che certo non era (e non è) non è giornalismo. Solo spiegando che si tratta di una delle possibili ipotesi si sta facendo corretta informazione, se invece si prendono delle accuse senza prove e le si spaccia come fatti conclamati si sta disinformando.

Paragone e Monaci lo sanno bene, e difatti nella seconda parte dell’articolo invece che concentrarsi sull’accusa scelgono consciamente di denigrare NewsGuard che li ha classificati come inaffidabili senza più parlare dell’origine del virus, ed evitando attentamente di riportare i loro vecchi titoli o quelli dei fact-checker che Monaci accusa di essere bufalari.

La cosa che ci fa sorridere di più è che il motivo dell’articolo di Monaci è lamentarsi del fatto che certi inserzionisti non vengono più volentieri a pubblicizzarsi sul loro sito. Tutto questo a causa del fatto che è classificato come inaffidabile da NewsGuard.

Inaffidabile sì, ma direi che di pubblicità ne abbiano a sufficienza visto che nella versione desktop AdBlock ne rileva, su un singolo articolo, ben 49.

La cosa che a noi di BUTAC fa sorridere di più è che Monaci riporta il link all’articolo del New York Times a cui fa riferimento, evitando però attentamente di estrapolarne un sunto. Lo facciamo noi per voi, nell’articolo del NYT vengono riportate tutte le ipotesi, senza che si propenda per una specifica, l’unica novità è che ora sia i democratici che i repubblicani dicono di essere aperti a tutte le ipotesi. Vi traduciamo dall’inglese:

La teoria dell’origine naturale: la trasmissione da animale a uomo è l’origine predominante delle malattie virali, inclusi altri coronavirus e influenza aviaria. Molti dei primi casi confermati di Covid erano collegati a un mercato di animali a Wuhan e si sa che i mammiferi vivi lì diffondono virus.

La teoria della fuga di laboratorio: Wuhan ospita un laboratorio avanzato di ricerca sui virus e il CDC cinese – legame che dà credito all’idea di una fuga di laboratorio, proprio come la presenza del mercato degli animali fa per la teoria dell’origine naturale. L’apparente distruzione delle prove da parte dei funzionari cinesi si aggiunge ai sospetti di una fuga di notizie dal laboratorio. Anche i laboratori biologici di tutto il mondo hanno una storia di perdite accidentali.

Anche molti funzionari e altri che propendono per una delle due teorie rimangono incerti. I funzionari statunitensi sono divisi e riconoscono di lavorare con informazioni imperfette, soprattutto perché la Cina non ha consentito un’indagine indipendente all’interno dei suoi confini.

L’articolo del NYT spiega anche le incertezze, e come mai nelle fasi iniziali molti scienziati bollavano la teoria sull’origine dal laboratorio come una sciocchezza:

Alcuni scienziati che inizialmente hanno respinto la fuga dal laboratorio hanno basato le loro opinioni su prove precedenti e incomplete. Inizialmente, gli esperti hanno abbracciato la spiegazione del mercato degli animali perché alcuni dei primi casi confermati, dal dicembre 2019, erano collegati al mercato. Ma i ricercatori hanno successivamente scoperto che il virus potrebbe essersi diffuso settimane prima e non è chiaro se quei casi fossero collegati al mercato.

E le conclusioni del NYT non remano a favore delle certezze de Il Paragone:

Sapremo mai l’origine?
Probabilmente no. Stabilire l’origine di un virus è intrinsecamente difficile. La Cina ha reso il compito più difficile, bloccando le indagini esterne e rifiutando di condividere i dati sulla diffusione del virus.

Su Newsguard non ci pronunciamo in quanto abbiamo scritto un articolo critico nei loro confronti già un po’ di tempo fa. E alla stessa maniera ci esprimemmo criticamente nel 2021.  Ma chi segue Il Paragone non ci prova nemmeno a cercare info che vadano contro quanto gli viene raccontato.

maicolengel at butac punto it

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