Niente vendita o affitto se la casa spreca energia…

...ancora disinformazione in salsa antieuropeista

Sono tante le testate che nei giorni scorsi hanno titolato come Il Giornale, che il 9 dicembre ci informava che:

L’Ue tenta il blitz per bloccare vendite e affitti delle case che “consumano” troppo

Persino Confedilizia per i suoi abbonati ha ripreso un articolo apparso su Il Mattino:

Niente vendita o affitto se la casa spreca energia: la direttiva choc della Ue che mina il mercato degli immobili

La notizia, ripresa da quasi tutte le testate italiane, è raccontata con un filo più di attenzione su Il Sole 24 Ore.

Il Giornale comincia il suo articolo con questi toni:

Rivoluzione in vista sul mercato degli immobili: saranno vietate vendite e affitti se non si rispetteranno i nuovi parametri stabiliti dalla Commissione europea in linea con la transizione energetica e l’impatto ambientale. In sostanza, i proprietari di case e fabbricati che sprecano troppa energia e fanno parte delle classi energetiche più basse potranno dire addio all’idea di ricavare un profitto dai loro beni.

Il Giornale come fonte usa Il Messaggero, perché andare alla reale fonte delle notizie è evidentemente troppo per i poveri giornalisti (immagino onestamente che siano sottopagati). Sarebbe bastato non dico chiedere alla Commissione europea, ma perlomeno leggere lo stesso articolo sul Sole per trovare riportato:

Dal 2030 in poi, prima di poter vendere un immobile, il proprietario potrebbe essere chiamato a interventi di riqualificazione energetica, proporzionati allo stato di partenza dell’abitazione e alla classe di efficienza energetica che può raggiungere. È una delle proposte allo studio della Commissione europea che, il 14 dicembre prossimo, presenterà un nuovo pacchetto di misure per ridurre le emissioni. «Non commentiamo i documenti trapelati. Stiamo preparando una revisione della direttiva sul rendimento energetico degli edifici che intendiamo presentare presto». Questa la risposta di un portavoce della Commissione europea, interpellato dal Sole 24 Ore.

Quindi, esiste una bozza che ha circolato tra alcuni giornalisti, bozza che sta venendo comunque revisionata e quindi non è definitiva, e che andrà discussa dal Parlamento europeo.

Sempre Il Sole spiega appunto che:

Nel pacchetto ci saranno anche provvedimenti sul metano, sulla ’decarbonizzazione’ del settore del gas e per promuovere tecnologie e pratiche per aumentare l’assorbimento della CO2 da parte dei suoli agricoli e dell’industria. Il pacchetto potrebbe subire modifiche anche sostanziali prima dell’adozione da parte del collegio dei commissari.

Ma più che altro, leggendo la bozza, come ha fatto Il Sole, salta fuori che:

Per gli edifici vecchi la portata del rinnovo obbligatorio della classe energetica dovrà essere proporzionata e fattibile rispetto alla classe di partenza dell’immobile. La nuova certificazione, potrebbe dunque diventare più stringente e sarebbe obbligatoria per gli edifici da costruire, da ristrutturare, in caso di vendita o di rinnovo dell’affitto.

La bozza a cui si fa riferimento viene ampiamente citata con virgolettati da Euractiv, che premette al suo articolo informazioni che riteniamo rilevanti al fine di giudicare e analizzare:

Around three-quarters of buildings in Europe are energy inefficient. EU buildings are responsible for around 40% of the bloc’s energy consumption and 36% of its greenhouse gas emissions.

Quindi abbiamo tre quarti degli edifici europei inefficienti dal punto di vista energetico, e l’UE sta cercando di risolvere il problema. Non è la prima volta che vengono votate leggi in questa direzione, l’UE al momento sta pensando di rendere più stringenti le normative, introducendo nuove regole per l’efficienza energetica di appartamenti nuovi o in fase di ristrutturazione.

Viene spiegato che, anche se per le costruzioni nuove dal 2030 sarà obbligatorio essere a zero emissioni, per le costruzioni esistenti la riduzione dello spreco energetico si applicherà:

…nella misura in cui ciò sia tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile…

Sì, è vero che nella bozza a cui facciamo riferimento è presente un comma che vieterebbe la vendita o l’affitto di case che non rientrano nella classe energetica E al 2027, D al 2030 e C al 2033. Ma quel comma è preceduto da questa frase:

Member States shall ensure that buildings and building units which are sold or rented out to a new tenant, with the exception of building units in multi-apartment buildings

Che tradotta:

Gli Stati membri provvedono affinché gli edifici e le unità immobiliari vendute o affittate a un nuovo locatario, ad eccezione delle unità immobiliari in edifici con più appartamenti condomini

Quindi è vero che la bozza parla di standard da rispettare, ma fa preciso riferimento alle villette singole. Non ad appartamenti, che sono la principale forma di abitazione in Italia. Ristrutturare una villetta è molto diverso dal ristrutturare un appartamento, renderla energicamente efficiente è un vantaggio per chi la possiede, non una perdita.


AGGIORNAMENTO

Come ci avete fatto notare nella bozza, successivamente alla prima scadenza di cui sopra, si fa riferimento anche agli edifici con più appartamenti, con una data di realizzazione spostata in avanti di tre anni, ma anche qui va sempre tenuto conto della premessa iniziale, ovvero che quella riduzione energetica possa essere fatta:

…nella misura in cui ciò sia tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile


Concludendo

Anche quando l’UE introdusse le direttive che hanno portato all’obbligo delle valvole contacalorie nei condomini con il riscaldamento centralizzato, gli stessi che oggi gridano allo scandalo per questa nuova bozza si lamentarono, sostenendo che fosse un’imposizione vergognosa.

Sono il responsabile per la suddivisione delle quote riscaldamento del condominio in cui vivo, e so che da quando tutti abbiamo i contacalorie stiamo risparmiando mediamente fino a un 30% di spesa rispetto a prima.

Vedere le prese di posizione – contro un documento che probabilmente non hanno nemmeno letto – da parte di associazioni come Confedilizia e Codacons è deprimente. Specie in quanto di Confedilizia ricevo regolarmente le pubblicazioni, che sono sempre più politica e meno utilità per il piccolo proprietario immobiliare come sarei io.

Non credo sia necessario aggiungere altro, chiunque voglia farsi un’idea della bozza ancora da presentare può leggerla qui sopra. Noi di BUTAC, perlomeno, a differenza dei giornalisti pagati per informare il lettore, lo sforzo di leggerla e linkarvela l’abbiamo fatto. Sarebbe bello sentire come mai tanti giornalisti italiani se ne siano bellamente infischiati.

maicolengel at butac punto it

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