Ocasio-Cortez e la disputa sui campi di concentramento – Mosberg vs Cortez

Su alcune bacheche di persone che mi seguono ho visto riportata una notizia che arriva dagli Stati Uniti, una notizia che mi ha incuriosito e che ho trovata riportata anche su testate nazionali, come Il Giornale.

Ocasio-Cortez litiga con un superstite dell’Olocausto

La storia, sulla stampa americana legata ai movimenti sostenitori di Donald Trump, ha avuto molta eco. Ma credo siamo di fronte a uno di quei classici casi in cui le cose non sono esattamente come ci viene  raccontato. Vediamo il racconto de Il Giornale:

Durante una diretta su Instagram, la giovane deputata di New York ha svilito l’Olocausto paragonando l’annientamento di sei milioni di ebrei nei campi di concentramento di Hitler in Europa con i centri di detenzione per migranti sul confine Usa-Messico. “Gli Stati Uniti stanno gestendo i campi di concentramento sul nostro confine meridionale, ed è esattamente quello che sono”, ha detto, sottolineando che quella di Trump è “un’amministrazione fascista” e facendo un paragone assurdo e improprio con l’Olocausto.

Ho ascoltato il messaggio Instagram di Ocasio-Cortez, e grazie ai potenti mezzi di BUTAC ho cercato di farvene una trascrizione:

The United States is running concentration camps on our southern border and that is exactly what they are. They are concentration camps (and if that doesn’t bother you I don’t I don’t like we can have ok whatever )I want to talk to the people that are concerned enough with humanity to say that we should not but never again mean something and that the fact that concentration camps are now an institutionalised practice in the home of the free is extraordinarily disturbing and we need to do something about it. This week children, immigrant children, were moved to the same internment camps were the Japanese were held in in the early in the early 20th century and this is this is not even about a crisis for is it not just about the immigrant Communities being held in concentration camps being a crisis this is a crisis for ourselves as a crisis on if America will remain America it is actual principles and values or if we are losing between authoritarian and fascist presidency and so I can get that is a you know I don’t use those were slightly I don’t use those words to just throw bombs and I use that word because that is what an administration that creates concentration camps is a presidency that creates concentration camps is fascistand is very difficult to say that…

Ci sono sicuramente errori nel testo qui sopra, e manca di punteggiatura, ma la mia esperta di riferimento al momento è in vacanza quindi vi tocca accontentarvi. Lo so, vorreste una traduzione, ma non è necessaria. Vedete, siete capaci anche in italiano di rendervi conto che non si fa menzione alle vittime dell’Olocausto. Si parla di giapponesi, perché alcuni degli immigrati trattenuti negli Stati Uniti sono finiti negli stessi complessi che furono usati durante la Seconda guerra mondiale, per detenere i giapponesi presenti sul territorio americano.

So benissimo che a molti di noi sentire il termine campi di concentramento fa automaticamente venire in mente quelli dove sono stati portati gli ebrei dai nazisti, ma campo di concentramento non è riferito solo a quelli.

La definizione secondo l’enciclopedia Britannica è questa:

Concentration camp, internment centre for political prisoners and members of national or minority groups who are confined for reasons of state security, exploitation, or punishment, usually by executive decree or military order. Persons are placed in such camps often on the basis of identification with a particular ethnic or political group rather than as individuals and without benefit either of indictment or fair trial. Concentration camps are to be distinguished from prisons interning persons lawfully convicted of civil crimes and from prisoner-of-war camps in which captured military personnel are held under the laws of war. They are also to be distinguished from refugee camps or detention and relocation centres for the temporary accommodation of large numbers of displaced persons.

Questo ve lo traduco:

Campo di concentramento, centro di internamento per prigionieri politici e membri di gruppi nazionali o minoritari che sono confinati per ragioni di sicurezza, sfruttamento o punizione dello Stato, di solito con decreto esecutivo o ordine militare. Le persone sono collocate in tali campi spesso sulla base dell’identificazione con un particolare gruppo etnico o politico piuttosto che come individui e senza alcun beneficio di accusa o processo equo. I campi di concentramento devono essere distinti dalle carceri che internano persone condannate legalmente per crimini civili e da campi di prigionieri di guerra in cui il personale militare catturato è tenuto secondo le leggi della guerra. Devono anche essere distinti dai rifugiati campi o centri di detenzione e trasferimento per l’alloggio temporaneo di un gran numero di sfollati.

 

Sia chiaro, negli Stati Uniti chi passa la frontiera eludendo i controlli sta compiendo un crimine e quindi sarebbe più corretto chiamarle prigioni, o centri di detenzione. Ma se pensiamo ai campi americani per i giapponesi non ci viene in mente un campo scout:

Somigliano in tutto e per tutto ai campi di concentramento. Ma il problema non sta qui, il problema è che chi attacca Ocasio-Cortez lo fa sostenendo che lei abbia azzardato un paragone con l’Olocausto. Ma non è vero. Non ha sostenuto che quei campi siano uguali ai quelli nazisti, il riferimento è molto chiaro nei confronti dei campi americani per i giapponesi. Poi ha accusato Trump di essere fascista. Ma tra questo e parlare di Olocausto e offendersi, perdonatemi, ma ce ne passa di acqua sotto ai ponti.

Non solo americani e nazisti ne fecero uso, i britannici, ad esempio, durante la guerra in Sud Africa tra il 1899 e il 1902 rinchiusero i civili che non prendevano parte al conflitto in campi di concentramento.

Ma procediamo oltre.

Sul Giornale (ma anche su altre testate, DagoSpia inclusa) si riporta il fatto che Ocasio-Cortez si sia inoltre rifiutata di accettare l’invito a un viaggio per visitare i campi di concentramento nazisti. Invito che le sarebbe stato fatto da Edward Mosberg, 93enne ebreo sopravvissuto all’Olocausto. L’invito è fuori luogo, ripeto, Ocasio-Cortez non ha paragonato le condizioni dei migranti detenuti negli States a quelle degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Ma il rifiuto ad accettare l’invito non viene solo da questo.

Il problema è che chi ha rigirato l’invito a Ocasio-Cortez è Steve King, deputato repubblicano dall’Iowa.

Il punto è che King, durante quel viaggio organizzato dal gruppo di cui fa parte Edward Mosberg (Mausberg), ha fatto molto di più oltre che visitare i  campi di concentramento.

Come riporta il Washington Post:

Rep. Steve King met with members of a far-right Austrian party with historical Nazi ties during a European trip financed by a Holocaust memorial group.

King non si è solo incontrato con i membri del partito di estrema destra austriaco, ha anche rilasciato un’intervista al sito unzensuriert. at, ne consiglio la lettura per farsi un’idea più precisa di chi sia King.

Spero di esservi riuscito a incuriosire almeno un po’. Perché questo genere di notizie va approfondito sempre più spesso. I linguaggi scelti, i punti da porre in evidenza, quelli da omettere o nascondere dietro fiumi di parole, sono tutte tecniche vecchie come l’invenzione della comunicazione stessa. La manipolazione dei fatti passa anche da qui. Bisogna imparare a starci attenti. Bisogna imparare a difendersi.

maicolengel at butac punto it
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