La moglie di Zelensky e il “saluto pacifista”

La dezinformatsiya attuale arriva da lontano nel tempo

Ci avete segnalato questo post su Twitter:

Per chi avesse problemi a visualizzarlo il post recita:

La moglie di Zelemerda…saluto pacifista????

…e poi ancora nello screenshot condiviso:

Al centro la moglie di Zelensky’…saluto pacifista!!!

A seguire una foto in bianco e nero con alcune donne che fanno il saluto romano a braccio teso. Come da anni cerchiamo di riportare, la verifica di una fotografia è una delle cose più semplici che si possa fare online. Usando TinEye, infatti, scopriamo che questa foto risale al 22 aprile 2006 e nella descrizione del servizio di stock immagini che la vende leggiamo:

Lansing, MI, USA; The National Socialist Movement, a Neo-Nazi group, rallies in Lansing. Michigan, protesting against illegal immigrants which have allegedly contributed to dramatic job losses in the state. Security was very high with the Nazi group being bussed in from a remote location under heavy police escort. Some anti-racism protesters threatened to kill the Nazis, which resulted in all protesters being passed through metal detectors before being allowed in to a heavily fenced viewing area from which they could watch and shout insults. To ensure that retaliation was not considered, all Nazis were given a full body pat-down before boarding the buses. Mandatory Credit: Photo by Mike Fox/ZUMA Press. (©) Copyright 2006 by Mike Fox

Che tradotto:

Il Movimento Nazionalsocialista, un gruppo neonazista, si raduna a Lansing. Michigan, per protestare contro gli immigrati illegali che avrebbero contribuito alla drammatica perdita di posti di lavoro nello stato. La sicurezza era molto alta con il gruppo nazista che veniva portato in autobus da una posizione remota sotto la pesante scorta della polizia. Alcuni manifestanti antirazzisti hanno minacciato di uccidere i nazisti, il che ha portato tutti i manifestanti a passare attraverso i metal detector prima di essere ammessi in un’area di osservazione pesantemente recintata da cui potevano guardare e gridare insulti. Per garantire che la rappresaglia non fosse presa in considerazione, a tutti i nazisti è stata fatta una perquisizione completa prima di salire sugli autobus. Credito obbligatorio: foto di Mike Fox/ZUMA Press. (©) Copyright 2006 di Mike Fox

Altro che la moglie di Zelensky…

In realtà la foto con la falsa attribuzione circola da prima dell’attuale conflitto: già nel 2014 c’erano soggetti che sostenevano che  la donna in foto fosse un’ucraina nazista, ma invece che la moglie di Zelensky sostenevano fosse Kateryna Yushchenko, moglie di colui che ha governato il paese dal 2005 al 2019: Viktor Yushchenko. Ad esempio lo sosteneva Ennio Rimondini sul suo blog Remo Contro, anche lui con la foto in bianco e nero invece che con l’originale a colori. Perché in bianco e nero? Perché la foto viene fatta circolare così da anni, negli ambienti che da tempo diffondono disinformazione che fa il gioco della disinformazione russa. Come ad esempio cnj.it, che altro non è che il sito ufficiale per il Coordinamento Naz. per la Jugoslavia Onlus, associazione di Ivan Pavicevac, che la diffondeva dando a intendere si trattasse di uno scatto del 1989:

O ancora il blog Resistenza francese in rete, che la diffondeva nel 2013. Più recente il sito EA Daily, ovvero EurAsia Daily, che la diffonde sostenendo sia una foto sempre della moglie di Yuschenko quando era giovane.

Жена Ющенко зигует в молодости.

Sono anni che la dezinformatsiya trova spazio sul web, anni che determinati soggetti tentano di portare avanti narrative che in alcuni circoli hanno sfondato e sono viste come la verità. Ma verità non sono, e sarebbe ora rendersene conto. Chi usa risorse per così tanto tempo per portare avanti una specifica narrazione fasulla è qualcuno che ha un’agenda importante a cui stare dietro. Chi glielo permette sono complici, che secondo me andrebbero puniti e sanzionati per la diffusione di false informazioni.

Ma siamo in Italia, è probabile che vincano premi in difesa della ragione… coff coff.

Non crediamo sia necessario aggiungere altro.

La redazione di BUTAC

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