Pagati per protestare contro Trump

Pagati per protestare contro Trump: l’ennesima bufala condivisa da tutti senza rendersi conto che proviene da un sito falso, copia di quello dell’ABC

Lo diciamo chiaramente: stavolta una parte del lavoro di verifica dei fatti l’ha fatto il sito americano Politifact che nella sezione “Truth-o-meter” fa una puntuale verifica di ciò che si trova in rete.

Ci riferiamo alla notizia secondo la quale si sarebbero pagate persone per protestare contro Trump. Anzi no, dette persone godrebbero pure (testualmente) di

assistenza medica, ferie pagate, giorni di malattia retribuiti, aspettativa. Possibilità di avanzamenti di carriera e viaggi. La paga media varia tra i 15 e i 20 dollari l’ora.

A scriverlo è occhidellaguerra ormai a novembre, e a noi è sembrato davvero incredibile, anzi, in-credibile, cioè una fesseria per allocchi, tant’è vero che le sbufalate hanno cominciato ad arrivare subito da ogni parte del mondo, ciononostante ancora oggi continuano ad arrivarci segnalazioni al riguardo, quindi abbiamo deciso di trattare comunque la notizia. Abbiamo subito notato come il sito occhidellaguerra sia molto vicino al magnate newyorkese: tutti gli articoli sul neo presidente eletto sono a suo sostegno. Il sito lo appoggia, lo sostiene, lo difende. Nulla di criticabile, per carità, poiché ognuno ha il diritto di sostenere chi vuole, però sul modus operandi mi ricorda un po’ il caro Emilio Fede, oppure la Pravda degli anni ’70-’80: credibilità e autorevolezza zero per eccesso di faziosità.

“Combatti l’Agenda Trump! – recita l’annuncio – Assumiamo attivisti a tempo pieno. Washington Can! È la più radicata associazione politica no-profit del nostro stato. Da oltre 35 anni ci battiamo a livello locale e nazionale su tematiche quali le questioni razziali, il sociale, la sanità, i diritti degli immigrati, l’equità fiscale. Siamo alla ricerca di persone motivate, che sia per un part-time o a tempo pieno. Offriamo dei posti fissi e abbiamo diverse posizioni di lavoro. Offriamo assistenza medica, ferie pagate, giorni di malattia retribuiti, aspettativa. Viaggi. La paga media varia tra i 15 e i 20 dollari l’ora“.

L’annuncio è vero, o perlomeno è stato pubblicato davvero da Craigslist, ma chiunque può averlo pubblicato, e nel caso che siano stati davvero coloro che vorrebbero assumere protestanti pagati non avrebbero fatto una mossa molto furba. Non c’era un modo per assumere protesters senza mettersi così in mostra? Inoltre, pagare delle persone per protestare ci può teoricamente stare, ma far credere che godano di ferie e malattia retribuiti rasenta la stupidità in quanto questo presuppone un contratto di lavoro. Ma in questo caso ci sarebbero documenti palesi nero su bianco, che inequivocabilmente dimostrino l’attività svolta, nomi, retribuzioni, orari, specifiche mansioni e quant’altro (a tal proposito, come funziona? Si protesta solo per otto ore al giorno o ci sono degli straordinari? E bisogna timbrare un cartellino? I cartelli li forniscono i datori di lavoro o vanno portati da casa?). Se ne deduce che, in tal caso, l’accusa potrebbe facilmente reperire e pubblicare questi dati ufficiali, che però nessuno ha saputo produrre. Ovviamente il mandante più gettonato sarebbe lui, George Soros, l’uomo che nel 1992 gettò sul lastrico la banca d’Inghilterra, uno tra i 15 uomini più ricchi degli USA e da sempre vicino ai Democratici.

Oltretutto 15 o 20 $/h (x 8 ore x 5 giorni alla settimana) sono parificati a uno stipendio mensile di 2500 – 3000 $ che ammettendo siano col cambio attuale più o meno altrettanti euro , si parla comunque di cifre niente male per chi non ha nessuna competenza ed esperienza professionale.

E infatti l’annuncio non era esattamente per assumere protesters, ma organizzatori per Washington CAN!, l’associazione no-profit che ha davvero inserito l’annuncio, senza però specificare da nessuna parte che tali cifre fossero una retribuzione per scendere in piazza. Infatti non lo erano, e infatti non è scritto da nessuna parte. C’è invece scritto “organizing”, ovvero organizzare, un lavoro qualificato che può effettivamente richiedere tale stipendio. Che poi l’associazione voglia combattere Trump, quello è un’altro discorso: come scrivevamo prima, ognuno può sostenere o non sostenere chi preferisce. Ma pare che in seguito a una fantasiosa interpretazione di Fox News, che ha dato il la a tutte le successive accuse di cercare manifestanti a pagamento, Washington CAN! sia stata subissata di telefonate di minacce e altri simpatici auguri di morte.


Adesso invece andiamo a vedere come si è potuta inscenare una bufala così virale: la notizia è partita l’11 novembre 2016 cioè 3 giorni dopo l’elezione presidenziale, da abcnews.com.co

Questo sito è un’imitazione di quello ufficiale abcnews.go.com, ovvero le notizie dell’American Broadcasting Corporation, uno dei principali network statunitensi, decisamente molto più autorevole in materia. Guardate la somiglianza tra la copia sopra e l’originale sotto: è stato scopiazzato persino il logo.

I bufalari si sono anche presi la briga di riportare all’inizio del finto articolo la sigla AP (Associated Press) che assieme alla Reuters è la principale agenzia di stampa mondiale.

Chi c’è dietro a tanta mistificazione? Paul Horner, uno dei più grandi bufalari d’oltreoceano: qui in un’intervista del Washington Post una sua dichiarazione che fa riflettere, tradotta da Dagospia:

La gente è più stupida, non fa che passarsi roba senza accertare i fatti. È così che Trump è stato eletto. Ha detto qualsiasi cosa gli venisse in mente e la gente ci ha creduto. Fa spavento, mai vista una cosa simile. I sostenitori di Trump hanno letto continuamente le mie notizie, credo che sia finito alla Casa Bianca grazie a me. I suoi fan non cercano la verità dei fatti, credono a tutto, ripostano tutto. Pensavo che fosse assurdo far credere che i manifestanti anti-Trump venissero presi come in un casting e pagati, perché non c’è bisogno di essere pagati per protestare contro Trump, eppure la notizia è decollata. Alla fine, invece di rovinargli la campagna elettorale, l’ho aiutato. Mi sento male a pensarci.

Che è poi in sostanza ciò che troviamo su Politifact.

Per quanto invece riguarda la registrazione del dominio del falso sito abcnews.com .co su whois possiamo verificare che effettivamente tutto collima. Anzi, il bufalaro Horner ha altri domini a lui riconducibili, a dimostrazione di quanto possa fruttare l’attività.

Ancora Horner:

I miei soldi arrivano quasi tutti da “AdSense” (servizio di banner pubblicitari offerto da Google), attualmente parliamo di circa 10.000 dollari (9.000 euro) al mese. Ma ho una decina di siti, se fanno il giro di vite su un paio, uso gli altri. Non credo che toglieranno la pubblicità più di tanto, loro ci guadagnano mettendo i banner sui siti che danno notizie false.

Avete dunque capito? 9.000 €/mese per produrre bufale. Voi quanto guadagnate?

Vi girano un po’ le balle, vero?

Lola Fox

Qui un debunking di Vice di novembre incentrato in particolare su Soros, qui l’articolo di Snopes, sempre di novembre, che demistifica le foto degli autobus che spostano i manifestanti pagati da una città all’altra. Qui un’interessante riflessione del Washington Post su tutta la faccenda.

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