Indignare con articoli del 2012

 

pensione a un malato

Ma mi faccia il piacere, questo è il nome dell’ennesima pagina Facebook che sta cercando di “informare” gli italiani. E lo fa alla grande, oltre sessantamila follower, un post ogni ora, 24 ore al giorno, a volte anche di più. Che genere di post pubblica?

Ovviamente post per indignati, perché è così che si fanno i grandi numeri.

L’ultimo in ordine di tempo è questo:

L’INPS ha tolto la pensione a un malato di cancro residente a Termoli, la cifra tolta è di 270 euro ma il signore in questione con questa cifra si pagava il biglietto per andare a fare la chemio visto che l’ospedale è distante da casa sua, si è arrivati a tanti in Italia. Invece di togliere le pensioni d’oro tolgono la pensione a un malato di cancro, a un cittadino indifeso che combatte contro un male come il cancro.

Fonti che confermino i fatti? Nessuna allegata al post, ma basta cercare un po’ in rete per trovare articoli del 2012 che raccontano la stessa storia. Su Affari Italiani:

L’uomo ha deciso di denunciare l’accaduto attraverso il giornale Termolionline.it, dove ha raccontato l’ennesima ingiustizia subita nella vita.“Ho sopportato sei interventi operatori a causa di una malattia tumorale – racconta. Ho fatto la chemio, la radio e attualmente ho un’ernia addominale tanto estesa che se alzo un chilo mi esce l’intestino fuori. Sono sottoposto ad uno stretto controllo oncologico in una regione lontana dalla nostra, quindi con complicanze di spese”.

Non solo. L’uomo ha spiegato che dopo numerosi controlli è stato “sottoposto a revisione da mesi, per scoprire ad agosto che la pensione non mi viene più accreditata”.

Quella miseria di 270 euro che quindi lo aiutava a mangiare “pasta e patate quotidianamente, e a farmi il biglietto del treno per raggiungere il centro oncologico dove sono in cura” adesso non c’è più. Gli è stata tolta senza un reale motivo. “Non posso fare più niente e la mia vita è appesa ad un filo”.

Affari Italiani riprendeva la notizia appunto da Termoli Online, che dedicava due articoli alla vicenda. Peccato che entrambi gli articoli non permettano alcun tipo di approfondimento. Mancano dati di qualsivoglia genere. Il motivo?

Una denuncia in cui non vi erano molti particolari, poiché chi preme affinché sia divulga ha anche il timore che possa subire conseguenze e ripercussioni.

Per questo, in diretto contatto con l’Inps, abbiamo scoperto che il modus operandi di chi protesta è fiaccato dal timore di subire ritorsioni durante le visite di controllo, circostanza ovviamente assolutamente non verosimile.

Ritorsioni?

Cioè, io malato di tumore denuncio che mi è stata tolta la pensione ai giornali, ma chiedo riserbo per paura di  ripercussioni durante le visite di controllo?

E che ti possono fare più che toglierti l’unica pensione?

Non vengono dubbi a chi legge? E a chi divulga?

Sia chiaro, la mancanza totale di dati non può permettermi di andare più a fondo nella storia, non posso assicurare che si tratti o meno di bufala o notizia distorta, la mancanza delle “5 w del giornalismo” me lo fa pensare. A mio avviso siamo di fronte a una classica non notizia, che una testata seria non dovrebbe pubblicare senza gli estremi che permettano la verifica anche al lettore. Ma il punto importante non è questo, il punto è che una pagina che fa politica (Ma mi faccia il piacere) sfrutti una notizia relativa a sei anni fa. I fatti (se corretti) risalgono ad agosto 2012. Ha senso diffonderla oggi per indignare contro l’attuale governo?

Il post del 10 gennaio di Ma mi faccia il piacere ha oltre diecimila condivisioni. Molti saranno profili fake, strutturati per condividere questa robaccia, ma sono sicuro che ci siano tantissimi che la condividono convinti che si tratti di cronaca attuale verificata. Perché ormai distinguere le bufale dalle notizie manipolate, per il normale fruitore dei social network è pressoché impossibile.

maicolengel at butac punto it
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