Pensioni agli immigrati e due…

 

AGGIORNAMENTO DEL 16/05/2014:

Non avevo ancora trovato pubblicata l’interrogazione parlamentare di Gasparri fino a stasera, e quindi non avevo potuto verificare se si trattava di pseudo politica E pseudo giornalismo o solo la seconda. Dopo aver letto l’interrogazione posso dire che Gasparri non ha detto esattamente le cose riportate dal Giornale, è stato sicuramente più preciso nei numeri e nell’evitare di disinformare, cosa che invece fa il Giornale con un articolo (nella versione web) decisamente fuorviante! Quindi dopo aver letto l’interrogazione (e come mi è stato fatto notare nei commenti) trovo giusto correggere l’articolo e dare a Cesare quel che è di Cesare, e a Gasparri quel che è di Gasparri!

pensionimmigrati

 Ventottomilioni di euro. Tanto ci costano 56mila immigrati over 65, arrivati in Italia da almeno dieci anni con un ricongiungimento familiare e che ricevono 500 euro di pensione sociale pur non avendo versato alcun contributo. Sono i dati snocciolati questa mattina da Maurizio Gasparri che in un’interrogazione parlamentare ha chiesto se “sia ancora sostenibile” estendere agli immigrati, seppur regolari, la pensione sociale.

Letto questo io ieri mi ero indignato contro Gasparri e contro il giornalista che aveva pubblicato l’articolo, perché se davvero l’interrogazione era così fatta era davvero cialtrona…ma mi sbagliavo, perché in effetti  Gasparri non ha detto così, nella sua interrogazione ha spiegato abbastanza bene a cosa si riferisce:

…a giudizio dell’interrogante, la truffa degli immigrati over 65 che arrivano in Italia con la scusa del ricongiungimento familiare per poi “rubare” la pensione all’Inps è fenomeno ben diffuso nel nostro Paese;
in Italia sono 55.930 gli stranieri ultra sessantacinquenni che godono dell’assegno sociale;
la prassi è molto semplice: ogni immigrato, che ha ottenuto la residenza con l’istituto del ricongiungimento familiare, perché in età avanzata per lavorare, ha diritto a vedersi versato dall’Inps un sussidio di 5.880 euro all’anno;
tutto ciò si traduce in 327.190.500 euro che ogni anno l’Italia spende per garantire la pensione agli stranieri troppo avanti con l’età per il mercato del lavoro;
l’imbroglio, a giudizio dell’interrogante, nasce laddove lo straniero, che giunge nel nostro Paese con la scusa di riunirsi ad un proprio parente, ottiene la residenza, si appropria della pensione e si rimette in volo per tornare da dove è venuto, omettendo di comunicarlo allo Stato;
in tale maniera si assicura un vitalizio a persone che per la maggior parte si sono trattenute in Italia appena il tempo necessario per una stretta di mano con i presunti parenti;
considerato che:
in Italia, di 4.700.000 stranieri con regolare permesso di soggiorno, il 17 per cento, cioè 799.000, ha più di 65 anni;
dei 799.000 di cui sopra, il 7 per cento, ovvero 55.930, gode di una pensione che si aggira intorno ai 487 euro al mese;
tale entrata è sicuramente rilevante per uno straniero, se si considera che in Albania, a titolo di esempio, un insegnante guadagna in media 200 euro al mese;
l’unico requisito richiesto dalla legge per ottenere tale assegno è la residenza effettiva e abituale sul territorio nazionale;
tenuto conto che:
qualora lo straniero abbia ottenuto la misura assistenziale e fuoriesca dall’Italia per un periodo superiore ad un mese, l’erogazione dell’assegno è sospesa, salvo che dimostri che la sua assenza dal territorio italiano è dipesa da gravi motivi di salute;
dopo un anno di sospensione, se l’interessato ancora si trova all’estero, l’assegno viene revocato definitivamente;
purtroppo però, come spesso accade in Italia, si trova una miriade di escamotage per non perdere i benefici acquisiti ed è così che nascono le residenze fittizie, i permessi di soggiorno contraffatti, le utenze fantasma eccetera;
tenuto contro altresì che:
l’ultima operazione per smascherare i “furbetti” arrivati in Italia per un “tempestivo” ricongiungimento familiare è stata portata a termine recentemente a Frosinone dai poliziotti dell’Ufficio immigrazione della questura;
tutto è partito da una telefonata di controllo svolta dagli agenti ad un’anziana albanese per verificare la sua effettiva permanenza in Italia, godendo questa della pensione elargita dall’Inps;
al telefono ha risposto il figlio della signora, affermando che la madre non c’era poiché da tempo se n’era tornata al Paese d’origine,
si chiede di sapere:
se vengano effettuati i debiti controlli su tutto il territorio nazionale per sfatare il mito del vitalizio in favore di stranieri non realmente residenti in Italia;
se in questo momento di grave e perdurante crisi economica e in tempi di spending review sia ancora necessario elargire 327.190.550 euro all’anno di assegni sociali in favore degli stessi;
se la rete consolare esistente all’estero (anch’essa con un costo esorbitante per la finanza pubblica), non possa giocare un ruolo chiave nell’identificazione degli stranieri venuti in Italia per assicurarsi l’assegno sociale e poi rientrati subito nel Paese d’origine;
quali orientamenti il Governo intenda esprimere, in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, affinché non si verifichino più tali situazioni deplorevoli.

Non sono riuscito a verificare la storia della truffa pensionistica sventata con una telefonata, ma non dubito possano esserci stranieri che cercano di fare i furbetti; dopotutto hanno noi come maestri, quindi sono perfettamente d’accordo con Gasparri quando dice che bisogna  esser più fiscali coi truffatori! Tutti devono rispettare la legge, e le norme su chi e come può ricevere un assegno sociale sono precise, valgono per tutti ITALIANI inclusi quindi smettete di fare le vittime che “agli immigrati tutto a noi niente” perché le regole per riscuoterlo per un italiano sono MOLTO più semplici che per un immigrato; se non ne avete diritto è perché secondo lo Stato non siete così poveri come vorreste far credere…

Mentre invece per quelli che non truffano e sono qui legalmente devo dire che le norme ci sono, sono ben precise e chi riscuote la suddetta ha dichiarato cifre consistenti col ricevere un assegno sociale, ne ha diritto, come qualsiasi cittadino italiano, se lavori qui e paghi i contributi qui DEVI avere il diritto di accedere a quei contributi, per te, o nel caso per il tuo congiunto over 65 anni.

Come già avevo provato a spiegare qui:
La pensione la diamo anche agli stranieri, basta che siano qui con un permesso CE (ovvero permesso di soggiorno a tempo indeterminato), permesso che si rilascia a queste condizioni:

” Per ottenere il permesso CE anche per i familiari, oltre ai documenti elencati sopra, è necessario:

  • avere un reddito sufficiente alla composizione del nucleo familiare. Nel caso di due o più figli, di età inferiore ai 14 anni, il reddito minimo deve essere pari al doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale;avere la certificazione anagrafica che attesti il rapporto familiare.
  • La documentazione proveniente dall’estero dovrà essere tradotta, legalizzata e validata dall’autorità consolare nel Paese di appartenenza o di stabile residenza dello straniero;il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana; il giorno 9 dicembre 2010 è entrato in vigore, infatti, il Decreto del Ministro dell’Interno d’intesa con il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del 4 giugno 2010, recante le “Modalità di svolgimento dei test di conoscenza della lingua italiana”. Lo stesso decreto ha attribuito alle Prefetture – Uffici Territoriali del Governo le competenze relative alla ricezione delle richieste di svolgimento del test, alla convocazione dello straniero presso le sedi individuate ed alla acquisizione dell’esito ai fini della comunicazione alla Questura. Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione ha predisposto un sistema informatico, di supporto alle Prefetture, che consente di ricevere le richieste degli stranieri, di organizzare lo svolgimento del test e di acquisirne gli esiti. Tali attività sono dettagliatamente descritte dalla circolare n. 7589, diramata dal medesimo Dipartimento, il 16 novembre 2010.”

Ovvero, a stranieri che abbiano un reddito costante e giudicato sufficiente per mantenere il proprio nucleo famigliare e sapere la lingua italiana. Insomma membri integrati della società, che pagano le tasse. Quindi gente che i contributi ha versato…
Che l’iniziativa Mare Nostrum abbia delle pecche è un dato di fatto, che vadano trovate altre vie per limitare l’arrivo di stranieri in Italia pure, ma se si fa giornalismo si DEVE cercare di informare bene, il pezzo del Giornale non lo fa. ( e nemmeno io, fino a che non ho avuto sotto mano l’interrogazione di Gasparri).
maicolengel at butac punto it
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