Pepe Escobar non è una fonte affidabile

Il background dell'ennesimo "giornalista indipendente"

Ci segnalate notizie che riportano come unica fonte tal Pepe Escobar, giornalista brasiliano che viene così presentato al pubblico italiano:

Avreste mai pensato potesse esistere una matrix nella matrix? Beh, se la risposta è no, potrebbe essere arrivato invece il momento di ricredervi. E’ il celeberrimo giornalista geopolitico Pepe Escobar a raccontarci una storia davvero pazzesca.

No, non analizzerò quello che segue questo incipit, non ha senso, si tratta di pura fantasia che ha una sola fonte, lo stesso Escobar.

Ma chi è Pepe Escobar?

Un giornalista indipendente brasiliano che è diventato noto negli anni Ottanta come critico musicale, e la cui carriera è però durata poco, visto che venne prima licenziato per plagio (una sua recensione di un disco di David Bowie era stata completamente copiata), poi da un’altra testata licenziato nuovamente per il plagio di un’intervista a Bryan Ferry, mentre si sarebbe completamente inventato un’intervista a Roman Polanski e al cantante degli Hurrican Strokes, Julian Casablancas, noto per non rilasciarne mai, in quanto le odia. Sia chiaro, da quanto leggo come critico musicale aveva anche un buon seguito, peccato che questo copiare e inventare non lo rendesse particolarmente affidabile. Per questo dal 1985 si è reinventato analista geopolitico, attività che lo ha portato a collaborare con testate come Asia Time Online, Brasil247, The Real News, Al Jazeera. Il problema è che oltre a quelle testate Escobar lavora in maniera abbastanza costante con RT e Sputnik News, diventando durante la pandemia uno dei tanti agenti di disinformazione seriale.

Ad agosto 2020 il suo nome compare sette volte nel documento del governo americano intitolato:

Pillars of Russia’s Disinformation and Propaganda Ecosystem

Quindi Escobar è un ex critico musicale che dopo aver plagiato materiale e inventato interviste si è riciclato come analista geopolitico ed è andato a lavorare per testate russe, testate per cui fin dall’inizio della pandemia ha disinformato così pesantemente che gli Stati Uniti, ad agosto 2020, l’hanno citato in un documento dove si parla dei pilastri della disinformazione russa e il suo “ecosistema della propaganda”.

Sempre nel 2020 viene pubblicata un’altra analisi sulla disinformazione pandemica e anche lì Escobar viene citato. Viene citato perché Escobar oltre agli articoli su RT e Sputnik appare anche su Russia Insider, una testata online anglofona, ritenuta da tanti osservatori internazionali di estrema destra. Nel 2018 The Daily Beast pubblicò un articolo dove spiegava come la testata ricevesse soldi dagli oligarchi russi, e che contribuisse appunto alla disinformazione russa.

Molto onestamente, chiunque tra i vostri contatti condivida il testo (o il video) dove si parla di Escobar come “celeberrimo giornalista geopolitico”, senza raccontarvi quanto sopra, è un “agente del Cremlino” in buona o cattiva fede, ovvero sta contribuendo a diffondere notizie che hanno come fonte un soggetto inaffidabile, pagato a tutti gli effetti dal governo russo.

Giusto per divertimento, il video e il post dove Escobar è usato come fonte raccontano una storia fantastica:

…un laboratorio concepito esclusivamente per lo sviluppo di armi biologiche letali dal nome PIT-404 gestito dalla Nato, che sarebbe collocato a Mariupol, Ucraina, sotto le acciaierie dell’Azovstal.

Appena ho visto il nome del laboratorio mi è subito venuto in mente un vecchio meme di cui un tempo avevo anche la maglietta:

Di laboratori per armi biologiche ne abbiamo già parlato fino allo sfinimento.

Voglio essere onesto, l’unica cosa che mi lascia un filo dispiaciuto è che in un documento come quello del governo americano non compaiano i nomi degli agenti del Cremlino nostrani, eppure erano molto attivi anche negli anni scorsi visto che in particolare su uno di loro abbiamo dovuto scrivere più e più volte.

Non credo davvero di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.