Piccole Perle di Facebook: il Natale in Brunei

Parliamo ancora di Natale e lo facciamo con una piccola perla. La notizia rimbalza da un paio di giorni su tutti i giornali online, sembra la news del momento. Come per le altre perle, pubblico l’immagine che mi sono trovato nel feed di Facebook (anche perché la notizia mi era sfuggita completamente avendo ben altro da fare in questi giorni).

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Siamo una cultura morente…
LUI È IL SULTANO DEL BRUNEI ED HA VIETATO DI FESTEGGIARE IL NATALE. PER I TRASGRESSORI 5 ANNI DI CARCERE
INVECE NOI COSTRUIAMO LE MOSCHEE PER GIOCARE A FARE I MONDIALISTI

(Precisiamo sempre che non sono parole nostre, ma è il contenuto dell’immagine)

Facciamo subito un controllino.
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Come vedete è una notiziona dell’ultim’ora. Tanto per cambiare – a dimostrazione che il giornalismo italiano di fatto non esiste – tutti riportano come fonte della notizia i media inglesi e, in un modo o nell’altro ripetono tutti le stesse parole. Infatti
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Anche sui media inglesi la news rimbalza senza sosta in questi giorni. Ma quanto è nuova questa notizia? Freschissima: questa notizia è vecchia di un anno. Non è questo il primo Natale “vietato” nel Brunei – il perché delle virgolette lo spieghiamo tra poco – ma è già il secondo. Come riportava il 24 Dicembre 2014 BruDirect.com:
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Syariah Officials Order Removal of Chistmas Decorations

E ne parlava anche il The Diplomat in maniera più approfondita sempre il 24; il 27 dicembre 2014 venne rilasciata una press release nella quale spiegavano il perché di questa scelta. Il bello è che i giornali che riportano queste notizie e le dichiarazioni non accennano mai al fatto che le dichiarazioni siano dell’anno scorso. Come sappiamo bene, questo permette di poter riciclare la notizia ogni anno, per sempre.
Occorre fare alcune precisazioni importanti.
Non è vietata la celebrazione del Natale: Il bersaglio del provvedimento sono

several business premises, restaurants and eateries owned by both Muslims and non-Muslims in the Brunei-Muara District which publicly displayed Christmas decorations such as Santa Claus figures, Christmas trees, banners displaying Christmas greetings, and sales personnel dressed like Santa Claus.

Cioè viene vietato di esporre pubblicamente le decorazioni e tutti gli addobbi che facciano riferimento al Natale.  I cristiani, che sono in un numero abbastanza ridotto, possono festeggiare il Natale:

believers of other religions that live under the rule of an Islamic country – according to Islam – may practice their religion or celebrate their religious festivities among their community, with the condition that the celebrations are not disclosed or displayed publicly to Muslims.

Basta che lo facciano in privato. E non è che sia proprio una novità nel Brunei, sono solo 10 anni che è così:

This is stated in the Fatwa of the State Mufti of Brunei Darussalam (Siri 03/2005).

Altra cosa importante è ricordare che il Sultanato del Brunei è una piccolissima nazione e, come si può dedurre dal nome, non è un grande esempio di democrazia.

Il Sultanato del Brunei è una Monarchia assoluta islamica. Il Sultano è il supremo capo politico e religioso ed è dotato di poteri esecutivi, legislativi, giudiziari e militari diretti. Non esiste separazione dei poteri. In base alle leggi fondamentali di governo, il Sultano si avvale nell’esercizio delle sue funzioni della Corte, composta di Ministri, Familiari e Dignitari, da cui si estrae un Consiglio Consultivo di 21 membri. L’unico movimento politico autorizzato è un’associazione solidaristica di mutua assistenza, denominata Partito Nazionale di Solidarietà, alle dirette dipendenze del Sultano.

In parole povere è una dittatura di stampo islamico. Oltretutto il sultano ha deciso che dal 1° maggio 2014 entrasse in vigore un nuovo codice penale basato sulla Sharia. Sapete perché questa perla è davvero una perla? Perché il sultano giustifica l’applicazione della Sharia con lo stesso ragionamento col quale chi ha fatto quella immagine suggerisce che dovremmo vietare le moschee in Italia.

Bolkiah had attempted to justify the introduction of the strict Islamic penal code, arguing it was a type of special assistance from God to protect his Sultanate from outside, decadent influences, commonly found on the Internet.

È legittimo arrabbiarsi e non essere d’accordo con le scelte del dittatore del Brunei, ma credo che nel sultanato forse ci siano problemi decisamente più grandi del non potersi vestire da Babbo Natale o fare l’albero e bisognerebbe arrabbiarsi per quello. L’Italia è una democrazia e c’è libertà di religione, entrambe cose che pagine Facebook come quella non apprezzano. Forse si troverebbero bene nel Brunei.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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