Piss Christ e finanziamenti della Regione Toscana

PISSCHRIST1

Premetto non capisco l’arte moderna e quanto segue non vuole essere una critica o una difesa all’opera di cui parliamo.

Il Giornale (ed altri) hanno messo in circolazione questa notizia:

Cristo nell’urina: l’opera scandalo patrocinata dalla regione Toscana

L’opera di Andres Serrano verrà esposta al Photolux Festival di Lucca e ritrae un crocifisso in un bicchiere di urina. L’ira della Lega Nord

Intanto vorrei che aveste ben chiaro in testa che l’ìopera scandalosa contro cui si strepita è una fotografia. Quindi nessuno sarà costretto a vedere l’urina di un qualche artista fluttuare in una cisterna con dentro un crocifisso. Stiamo parlando di un singolo scatto fotografico intitolato Piss Christ. Per quanto ne possiamo sapere potrebbe tranquillamente esser limonata frizzante con un goccio di Fanta e sarebbe uguale. E non credo che una foto come questa possa esser particolarmente scandalosa o imbarazzante:

Piss_Christ_by_Serrano_Andres_(1987)

È una fotografia, nulla di più. Vuol esser blasfema? Non so, non m’interessa, ma è una fotografia nota, che circola da quasi 30 anni, c’è ancora qualcuno che grida allo scandalo?

La foto comunque agli integralisti cattolici non è mai piaciuta, visto che già nel 2011 era stata attaccata e ridotta così:

pisschrist_112295547

Sinceramente non trovo grandi differenze tra gli integralismi religiosi, chi si atteggia così non è persona di cui mi fiderei, poco importa la religione che segue. Ma perché di tutto ciò ne parlo su Butac?

Beh, il Giornale nel postare il suo articolo sembra avesse qualche dubbio sulla differenza tra patrocinio e finanziamento, il titolo assegnato all’articolo in prima istanza era:

Cristo nell’urina, l’opera scandalo finanziata dalla Regione Toscana

Modificando il “finanziata” in “patrocinata”.

Ma anche così il senso cambia poco, l’opera in realtà non ha ricevuto nessun finanziamento, e non ne ha bisogno, ha vinto anche qualche premio negli anni, e ha ricevuto plausi da svariati critici (inclusa una nota suora/critico d’arte). Sia chiaro a me dice poco o nulla in senso artistico, ma capisco cosa rappresenta, come spiega il direttore della mostra nel comunicato che pubblico poco sotto. Ma non ci vuole un genio o un Giornalista per capire che l’opera in questione non ha ricevuto alcun finanziamento o patrocinio, al massimo la Mostra ha ricevuto finanziamenti e patrocini. Finanziamenti sensati visto che attira visitatori. Il tema di quest’anno è Sacro/Profano, cosa ci sia di male ad avere un’opera nota che ha vinto premi non lo riesco proprio a capire.

Ma alla fine chi si lamentava ha avuto la meglio, e l’opera se ne sta a casa, come spiega la stessa direzione del Photolux Festival in un comunicato stampa che mi sento di riportarvi nella sua interezza:

PISS  CHRIST  NON  SARA’  ESPOSTA  AL  PHOTOLUX
Il  Photolux  è  diventato  uno  dei  momenti  culturali  più  importanti  a  Lucca,  e  si  è  affermato  come  uno  dei più  significativi  a  livello  internazionale,  come  certificato  dalle  strette  relazioni   createsi  con  le  più  prestigiose istituzioni  fotografiche  in  tutto  il  mondo.  E’  un  successo  costruito  con  passione,  con  dedizione,  con  fatica,  e con  scelte  a  volte   coraggiose  per  quanto  riguarda  le  mostre  esposte  in  questi  undici  anni.
Per  questa  edizione  ho  voluto  proporre  un  tema  difficile  e  di  sicuro  controverso,  “Sacro  e  Profano”,  e  l’ho fatto  conscio  che  avrei  rischiato,  come  direttore  artistico  e  personalmente,  di  mettermi  in  una  posizione complicata.  Quando  però  due  anni  fa  ho  scelto  il  tema  mai  avrei  potuto  immaginare  che  oggi  ci  saremmo potuti  trovare  in  un  momento  così  intriso  di  terrore  e  di  violenza. Come  più  volte  affermato,  attraverso  il Festival  si  è  voluto  esprimere  la  forza  dell’Equilibrio  e  del  buon  senso  inserito  in  un  contesto  di  libertà  che da  visibilità  alla  realtà.
L’Arte  “esce”  dalla  normalità  e  se  c’è  un’espressione  artistica  negativa,  questa  enfatizza  ancora  di  più  quella positiva.  Perché  quando  c’è  una  contrapposizione,  questa va  ad  esaltare  la  parte  nobile. La  mostra,  così  come il  Festival  prescinde  da  ogni  forma  di  fondamentalismo  e  di  personalizzazione  ed  è  fonte  di  libertà  assoluta. Anzi  spersonalizza  tutto  col  fine  di  far  emergere  l’Arte  sia  che  essa  sia  positiva  che  negativa  al  fine  di introdurre  un  principio  di  libertà  di  espressione.
Il  tema  di  questa  edizione  è  “Sacro  e  Profano”,  l’eterno  dualismo  che,  alla  fine,  deve  rappresentare  la libertà, l’equilibrio  e  il  valore  del  Sacro. Il  programma  delle  mostre  è  stato  costruito  con  grande  equilibrio, con  attenzione estrema  alla  possibilità  di  permettere  una  comprensione  massima  del  concetto  sotteso  a  ogni lavoro.  In  questo  contesto,  quando  si  è  concretizzata  la  possibilità  di  esporre  una  mostra  di  Andres  Serrano, ho  creduto  che  essa  potesse  rappresentare  il  punto  di  contatto  ideale  tra  i  due  mondi,  pur  sapendo  che alcune  delle  opere  in  essa contenute  – e  una  in  particolare – avrebbero  potuto  essere  particolarmente problematiche.  Nel  1987,  quando  fu  presentata  per   la  prima  volta,  Piss  Christ  creò  naturalmente  scandalo  e ad  esso  seguirono  anni  di  dibattito,  tra  chi  la  considerava  solo  blasfema  e  chi  aveva  compreso  l’intento dell’artista  che  era  quello  di  denunciare  la  mercificazione  delle  immagini  rappresentanti  il  Sacro.  L’opera ha vinto,  nel  1989 ,  il  premio  Awards  in  the  Visual  Arts messo  in  palio  dal  Southeastern  Center  for Contemporary  Arte  sponsorizzato  dal  National  Endowment  for  the  Arts,  un  ente  governativo  statunitense che tutela  e  finanzia  progetti  a  cui  è  riconosciuta  un’eccellenza  artistica. I  sostenitori  dell’opera,  le  attribuirono un  significativo  esempio  di  libertà  di  parolae  di  espressione in  campo  artistico;  tra  i  suoi  difensori  vi  fu anche  la  suora e  critico  d’arte inglese Wendy  Beckett secondo  la  quale  Piss  Christ non  aveva  un  intento blasfemo,  ma  rappresentava  il  modo  in  cui  la  società   contemporanea  si  pone  nei  riguardi  di  Cristo  e  dei valori  che  rappresenta. Come  ha  anche  scritto  lo  storico  d’arte,  Germano  Celant:
“Serrano  tende  ad  evitare  qualsiasi   mimesi   legata   all’apparenza   delle   rappresentazioni,   con   lo   scopo   di   dare   sostanza   alle   ombre  che   sono   conscie   e   inconscie.   Le   rende   manifeste,   evitando   allo   stesso   modo   una  connotazione   positiva   o   negativa,   così   da   renderle   accettabili   o   meno,   luminose   oppure oscure,  per  proporre  un’interpretazione  che  unifichi  poli  opposti.  Di  fatto  la  sua  intera  ricerca  dipende  da una  sintesi  tra  gli  opposti.  La  parte  più  bassa  intrattiene  un  dialogo  con  quella  più  alta,   l’umano   con   il   divino,   il   terreno   con   il   celestiale.   Il   suo   lavoro   fotografico   assume   una  funzione   che   vuole   riconciliare   la   vita   carnale   e   quella   spirituale,   sesso   e   castità,   sacro   e  profano  […]La  fotografia  è  uno specchio  dove  l’osservatore  è  guidato  verso  la  conoscenza  più  radicale  di  sé   stesso,   fino   al   punto   di   apparire   tremendo,   arrivando   al   rifiuto   e   alla   condanna   di   questa  visione,  com’è  accaduto con  Piss Christ ,  1987”
La  mia  convinzione  era  che,  a  quasi  trent’anni  di  distanza,  il  lavoro  di  Serrano  potesse  essere  visto  in chiave  storica,  avendo  esaurito  la  sua  vis  polemica  negli  anni.Con  dispiacere  mi  sono  accorto  invece  che  la coscienza  socioculturale  ha  dimostrato  una  inadeguatezza  al  riconoscimento  della  libertà  di  espressione artistica  e  ho  dovuto  constatare  che  i  tempi  e  i  luoghi  non  sono  ancora  sufficientemente  maturi  per  il riconoscimento  della  libertà  di  espressione.
Al  contempo,  mi  ha  riempito  di  felicità  trovare  nelle  istituzioni  che  sostengono  il  Festival  e  ne  permettono  l’esistenza
  • Comune,  Provincia,  Regione,  Fondazione
  • Cassa  di  Risparmio  di  Lucca
  • Fondazione  Banca  del  Monte  di  Lucca
un  atteggiamento  di  assoluta  apertura.
Indipendentemente  dal  loro  sentimento  di  non  condivisione  riguardo  l’oggetto  della  controversia,    esse hanno  fortemente  voluto  far  prevalere  il  rispetto  della  libertà  di  espressione  artistica  sopra  ogni  altra  cosa. Lo  stesso  vale  per  tutti  coloro  che  hanno  espresso  solidarietà  al  sottoscritto  e  al  Festival.  Ed  è  per  questo che  a  loro  va  il  mio  più  grande  ringraziamento,  perché  mi  hanno  permesso  di  valutare  la  situazione  e prendere  una  decisione  senza  ulteriori  pressioni.  Decisione  che  ho  preso,  e  che  è  figlia  di  qualcosa  che  per me  si  pone  al  di  sopra  di  tutto:  l’amore  per  questo  Festival.
Poiché  il  tema  scelto  oltre  la  sua  altezza  di  ispirazione  è  un  tema  che  può  suscitare  conflitti  di  natura ideologica,  per  come  si  è  evoluta  la  situazione,  tenere  questa  opera  vorrebbe  dire  ridurre  tutto  il  Festival  a una  sola  fotografia  e  al  dibattito  su  di  essa.  Tutto  il  lavoro  fatto  per  costruire  un  Festival  equilibrato  e profondo,  per  portare  a  Lucca  grandi  autori  internazionali,  e  per  costruire  intorno  alle  mostre  un programma  straordinario  di  dibattiti,  workshop,  letture
portfolio  ed  eventi,  sarebbe  sprecato.  E  tutto  questo  per  una  fotografia  che,  al  di  la  del  suo valore  storico, nulla  potrebbe  aggiungere  alla  ricchezza  di  questa  edizione.
Il  Festival  non  lo  merita.  Lucca  non  lo  merita.  I  miei  collaboratori,  che  lavorano  con  dedizione  e  impegno, e  tutti  coloro  che  credono  nella  Fotografia,  non  lo  meritano.  E  soprattutto  io,  non  lo  merito.  Per  questo,  e cosciente  del  fatto  che  questa  fotografia  va  a  toccare  in  maniera  così  forte  la  sensibilità  di  moltissime persone  e  di  tanti  Cristiani  che  hanno  manifestato  il  loro  dissenso  e  ai  quali  vanno  tutte  le  mie  scuse, ho deciso  che  Piss  Christ  non  farà  parte  di  questa  edizione  del  festival,  e  l’ho  deciso  con  serenità,  in  modo  che la  polemica  ideologica  si  possa  svolgere  su  un
altro  piano  e  in  altra  sede  risparmiando  il  contesto  della  manifestazione  artistica.
Altresì  prendo  atto  che  l’integralismo  mediatico  ha  compiuto  un’operazione  artistica  mostrando  il  contestato ad  un  pubblico  ancor  più  numeroso  di  quello  del  Photolux.  Si  è  quindi  consumato  un  abuso  di  potere artistico  mediatico.
Enrico  Stefanelli

Il Photolux Festival è a Lucca, dal 21 Novembre al 13 Dicembre 2015.

maicolengel at butac.it