Politica, fake news e balle

Il 23 ottobre 2018 è stato pubblicato il video di una conferenza fatta da Marcello Foa, Claudio Messora ed Enzo Pennetta nell’ambito di Libropolis, festival dell’editoria e del giornalismo indipendente. La conferenza dura circa un’ora e mezza e volendo la trovate sul canale di ByoBlu. Non ho intenzione di fare un resoconto di tutto quanto viene detto, ma c’è una parte che ritengo importante mettere in evidenza, perché riguarda noi che cerchiamo da tempo di fare corretta informazione online.

Remo Santini, moderatore dell’evento, chiede a Claudio Messora di esprimere il suo punto di vista sulle fake news.

Di cose Messora ne dice tante, tra cui minacciare una querela a BUTAC perché il sito ByoBlu è nella nostra black list da anni. Messora però fa delle accuse precise, accuse per cui onestamente potrei essere io a querelarlo, se mi avesse citato. Nella conferenza si sostiene che Google AdSense lo abbia demonetizzato per colpa della black list. Lo afferma con decisione, esattamente come faceva nel 2017.

Avevo già risposto a questa accusa nel 2017, con un lungo articolo che spiegava la demonetizzazione, ma Messora  fa orecchie da mercante (e dire che il gioielliere sono io)…

Nel 2017 spiegavo:

Tra i tanti che si lamentano ho visto svariati incolpare pagine come quella della nostra black list (scopiazzata e modificata da tanti altri blogger), sostenendo che Google possa aver preso i siti da eliminare da quella. Google a livello mondiale sostiene di aver cancellato la pubblicità (per ora) da 200 account, su oltre 500 che sono stati messi sotto osservazione.

Ma da nessuna parte Google sostiene di avere preso liste come la nostra per fare pulizia, lo inventa Messora, che nel 2017 spiegava ai suoi follower:

… alcuni tirano fuori Butac e la sua lista di bufale. Se Michelangelo Coltelli, così come Bufale.Net e ogni altro sedicente detentore di liste di proscrizione pubbliche non cessano immediatamente la loro opera di diffamazione nei confronti di questo blog, saranno querelati, e secondo la legge italiana chiunque amplifichi un contenuto diffamatorio, per esempio ripostandolo a sua volta, si rende a sua volta corresponsabile di diffamazione. Attribuire un’etichetta infamante a un blog che opera con serietà, sacrifici e successo da dieci anni è mancare di rispetto e infamare non soltanto l’autore, ma anche le centinaia, migliaia di intervistati eccellenti, tra giornalisti, economisti, docenti, filosofi, reduci di guerra, politici e intellettuali di primo piano che nel tempo hanno costituito l’ossatura, il dna del blog, così come schernire le centinaia di migliaia di persone che con il loro interesse hanno contribuito a generare decine di milioni di visualizzazioni video, decine di milioni di pagine viste, decine di milioni di contenuti condivisi sui social e così via. 
Non sono più disposto a permettere che tutte queste persone vengano infangate in maniera capziosa al solo fine strumentale di perseguire i propri interessi.

Ma come spiegava un nostro abituale lettore, Dr. Terrible:

il caso Messora verte sul fatto che lui usava contenuti audio-video di altri siti web nell’articolo contestato, e quelle fonti esterne erano la maggioranza del contenuto offerto (il contributo originale di Messora è invece di poche righe); contenuto su cui poi Messora monettizzava l’ad, ed è una prassi vietata esplicitamente dal contratto AdSense. Puoi farlo solo sui tuoi contenuti originali. Banalmente, è stato “pizzicato” dall’algoritmo facendo un semplice controllo incrociato sui referrer dei contenuti esterni ed internet, ed infine “misurandone” le rispettive quantità; il resto è stato un normale conteggio di bit

Io vorrei ricordare a Messora che il fatto che lui già sapesse della black list nel 2017 (ma anche nel 2016) fa sì che la sua denuncia sia fuori tempo massimo per una querela per diffamazione. Comprendo benissimo che possa dare fastidio che i Macchianera Awards (a proposito, ci sono ancora un po’ di giorni per votare) abbiano scelto di usare la nostra black list come filtro per i candidati, ma non è una scelta mia, che pur candidato da anni (esattamente come Messora) non ho mai vinto nulla.

Messora sostiene che la black list serva a delegittimare chi non la pensa come noi. Ma voi che leggete BUTAC da tempo credo non abbiate nessun bisogno che vi spieghi come questo giochino sia il sistema perfetto per delegittimare BUTAC. Delegittimazione che soggetti come Messora e Foa applicano da tempo, basta pensare al libro scritto dal nuovo presidente RAI che altro non fa che portare acqua al suo mulino, negando il problema fake news per come è realmente.

Non credo sia necessario aggiungere altro, attendo la querela di Messora, ma a questo giro ammetto che se arriva mi troverà decisamente combattivo.

Almeno finché mi lasciano libertà di parola.
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un  caffè!