Procacciatori di bufale

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Salve, mi chiamo Noemi e ritorno tra voi dopo quasi un anno annunciandovi che sono disoccupata. Succede a molti di questi tempi, e come molti di questi tempi, ogni mattina faccio un giro routinario sui siti di annunci per controllare le offerte di lavoro. Di solito, essendo la ristorazione il mio campo non dico di elezione, ma perlomeno di necessità, rispondo ad ogni annuncio che chieda la disponibilità di una cameriera o di una barista nella mia zona. Nessuno mi risponde perché, si sa, c’è la crisi. Si vede che c’è gente più qualificata di me.
Qualche settimana fa, finalmente, ricevo una chiamata per fissare un colloquio. Evviva! Una tizia che sembra proprio una segretaria (i ristoranti hanno le segretarie?) mi dice che hanno avuto il mio CV in risposta all’offerta di lavoro per una cameriera (chissà quale, avendoli mandati a tappeto a chiunque per mesi) e mi fissa un appuntamento per il pomeriggio successivo presso una certa “Qualcosa-Servizi”, in una zona non esattamente vicinissima a casa mia, nota quasi esclusivamente per i complessi di uffici.
Passato l’entusiasmo – venticinque secondi circa – per aver ottenuto un colloquio, comincio a ragionare un attimo.
Siccome ho molta esperienza nel settore della ristorazione, mi rendo conto che è come minimo anomalo che mi fissino un colloquio in un ufficio. E che ad offrire tale impiego sia un’agenzia di servizi. Insomma, non è impossibile: potrebbe essere una mensa, una catena di ristoranti, e per le condizioni in cui sono mi andrebbe bene forse anche un McDonald’s, ma è strano quanto basta per farmi due domande prima di mettermi in macchina e fare 30 km all’andata e 30 km al ritorno, consumando una benzina che sarebbe meglio che risparmiassi, dato che, come vi ho detto e come chiunque mi stia fissando un colloquio saprà, sono disoccupata e “disponibile da subito”.
E quindi il passo successivo è chiedere delucidazioni a Google, inserendo il numero di telefono fisso dal quale mi hanno chiamato – mossa poco astuta, a quanto pare, e sì che pare che l’astuzia sia fondamentale per raggirare la gente! Il risultato da una parte è deludente perché non c’è nessun lavoro che mi aspetta a braccia aperte, dall’altra mi fa incazzare come una biscia e non aspetto altro che il giorno dopo abbiano il coraggio di chiamarmi per chiedermi perché non mi sono presentata al colloquio, per poter chiedere loro un paio di chiarimenti (leggi=insultarli). Tra i risultati di Google trovo infatti un gruppo di Facebook in cui si segnalano questo tipo di offerte di lavoro farlocche, e che vi consiglio caldamente di andare a spulciare, poiché si occupa spesso e in maniera approfondita di queste situazioni, portando testimonianze degli utenti stessi.
In questo sito diversi utenti toscani raccontano che l’agenzia titolare di quel numero, sita a Guamo (LU)* – potrete trovare nei loro post numerosi riferimenti con questa indicazione –  non offre nient’altro che un lavoro porta a porta, ovvero il famigerato “procacciatore di affari”. Insomma, quelli che vengono a suonarvi tre volte al giorno presentandosi come “incaricati Enel” che vogliono farvi una proposta imperdibile riguardo alla vostra fornitura di gas ed elettricità. Seriamente, quanti ne sbucano dalle fottute pareti ogni giorno? Quando due giorni fa ha suonato uno che voleva vendermi Lotta Comunista si è sentito accogliere, probabilmente per la prima volta in vita sua, con un “Meno male che sei tu!”.
Qualsiasi disoccupato negli ultimi anni è capitato a contatto con lavori di questo genere, e spesso è anche finito a fare una “prova” o come volete chiamarla, e io sono una di questi. Il problema è che perlomeno fino a qualche tempo fa quelli che proponevano questo tipo di impiego avevano la decenza di mettere annunci loro stessi, e per quanto fossero poco chiari o ipotizzassero lavori d’ufficio, eravamo sempre noi disoccupati a metterci in contatto, quando non trovavamo niente di meglio o di adeguato alle nostre vocazioni o titoli di studio, o quando eravamo abbastanza disperati. Io ho trent’anni e i miei genitori mi forniscono comunque un tetto sulla testa, ma quanti padri/madri di famiglia non possono dire altrettanto?
Adesso non aspettano più che siamo noi a chiamarli, e questa è la cosa grave, questa è la cosa dalla quale vorrei mettervi in guardia: i disoccupati disposti ad andare a provare un lavoro del genere sono finiti. O si sono messi davvero a lavorare nel settore, o hanno deciso che non fa per loro; in ogni caso, sono sempre meno le persone che si presentano a questi “colloqui” sperando di aver finalmente trovato un impiego. Adesso sono loro stessi a contattarvi per proporvi un impiego. Ma siccome voi non state cercando un impiego del genere (NO, non lo state cercando, se siete brave persone!), e non siete disposti a guidare per mezz’ora per sentirvi proporre qualcosa che non vi interessa, loro cosa fanno? Riempiono il web di falsi annunci di offerte di altri lavori: cameriere, elettricista, falegname, operaio, l’impiego proposto non è importante, quello che conta è che qualcuno risponda inviando il proprio CV comprensivo, ovviamente, di numero di telefono, così loro potranno ricontattarvi proponendovi esattamente il lavoro che state cercando. E quando arriverete là potranno farvi, invece, la loro proposta, che non c’entra niente con quello che state cercando, e per la quale non vi sareste mai mossi di casa. Ci sarà chi, sentendosi giustamente raggirato nello scoprire che, per l’appunto, è stato raggirato, si arrabbierà moltissimo, e ci sarà chi se ne andrà subito, ma ci sarà anche chi rimarrà per fare un tentativo; di solito dipende dalla propria condizione economica. Solo chi è sicuro di potersi permettere di rifiutare se ne va senza aver almeno cercato di capire cosa gli stanno proponendo! Dopotutto, è sempre un lavoro, no? E le condizioni proposte all’inizio sembrano vantaggiosissime! E tra questi, ci sarà anche chi, effettivamente, deciderà di intraprendere quella “carriera”.
Quindi, loro ne avranno comunque avuto un guadagno: dopotutto cosa farà chi se ne va arrabbiato, oltre ad arrabbiarsi? Probabilmente niente. Chi ci rimette, alla fine, sono solo i disoccupati. Se questo non è approfittarsi della situazione economica, che cos’è? E chi mai vorrebbe lavorare per persone che reclutano dipendenti in questo modo? La risposta mi sembra evidente: altre persone che hanno lo stesso livello di correttezza, trasparenza, onestà, umiltà, rispetto per il prossimo.
Di questo sono stata direttamente testimone per quasi due settimane, ma se ne trovano mille esempi online e su qualsiasi giornale, praticamente tutti i giorni: denunce di truffa, firme false, raggiri. Che non sono un’eccezione ma la regola perché è il metodo che queste persone usano per lavorare. (Vedi, ad esempio e prendendo solo qualche link postato dalla pagina linkata sopra: qui, qui e qui.) Perfino Le Iene se ne sono occupate: ricordo un celebre servizio in cui uno di questi personaggi gridava alla Iena in questione “Io guadagno più di te!” per rispondere alle questioni morali che gli venivano poste, e con questo aveva risolto tutti i suoi conflitti interiori. Ho letto, sempre nel gruppo Lavoro Anomalo, in risposta a un loro post, “Noi siamo gli unici che diamo ancora lavoro e chi non lo capisce è un imbecille!” (ho parafrasato, ma il succo era quello); ho sentito un ragazzino di vent’anni dirmi “Io guadagno più dei miei genitori, quindi mi sento realizzato!” Devo aggiungere altro?
Io ci ho provato, perché sono ingenua e credevo di aver trovato un lavoro decente che potessi svolgere bene, pur non essendo una persona del tutto orribile, ma non ci sono riuscita, forse perché sono un’imbecille come ha detto quel tizio, o più probabilmente perché sono stati loro stessi a spiegarmi che per svolgerlo bene, quel lavoro, avrei dovuto inculare la gente, e non ho paura di ripeterlo, INCULARE LA GENTE; e io non potrei mai sentirmi realizzata guadagnando soldi in questo modo. Quello che mi ha portato di buono questa esperienza è che adesso sono sufficientemente consapevole di quello che vogliono, e riesco ad evitare di farmi fregare di nuovo: sia quando mi chiamano per propormi di lavorare, sia quando mi suonano al campanello, anche tre volte al giorno, per raccontarmi che se non firmo subitissimo quel modulo (leggi=contratto) perderò l’occasione unica di richiedere un servizio che FORSE mi concederanno e forse no (leggi=sottoscrivere un contratto).
In soldoni, alla fine, è di questo che si tratta: di fregare la gente. E come cercano di fregare i clienti, cercano di fregare anche i propri “dipendenti”; e solo chi ha questa predisposizione per fregare il prossimo può fare questo lavoro. Io no, e ve lo racconterò volentieri in un altro post, con tutti i dettagli del caso e la rabbia che ancora ho addosso nel pensare a quanto tempo e denaro ho sprecato per colpa loro.
Per adesso mi preme farvi capire che anche questa è una bufala, e che in tempi di crisi e disoccupazione è facile per persone in difficoltà economiche cadere in tranelli come questo, perché è proprio questo il momento in cui le persone perdono ogni scrupolo. Che poi si tratti soltanto di farsi quell’oretta di viaggio in macchina, e tirare via quei 10 euro di benzina, tanto per “andare a sentire cosa dicono”, è una decisione che sta a voi. Io vi metto a disposizione la mia esperienza perché chi vuole evitare le bufale online sia altrettanto abile a evitare anche quelle nella vita vera, se vuole. E soprattutto perché non sopporto che ci siano persone che cercano di raggirare il prossimo approfittando delle sue difficoltà.
Per la cronaca, il giorno dopo non mi hanno richiamato per chiedermi perché non mi ero presentata al colloquio. Peccato perché in quelle 24 ore mi ero preparata giusto quei due o tre chiarimenti da chiedere.
*ho contattato Lavoro Anomalo e mi hanno riferito che l’ufficio di Guamo non dovrebbe essere più attivo, ma che i signori dovrebbero essersi spostati a San Marco, sempre a Lucca. Occhio.