Protestano in nome di un’America ignorata

...ma fateci il piacere...

Ci avete segnalato una video intervista apparsa su La Nuova Bussola Quotidiana, un’intervista che gli stessi che ce l’hanno segnalata hanno definito una “realtà alternativa”… Me la sono andata a vedere, sono “solo” 11 minuti di video, un peccato farseli sfuggire.

L’intervistatore è Riccardo Cascioli, firma de La Nuova Bussola Quotidiana (d’ora in poi NBQ). La prima cosa che vorrei portare alla vostra attenzione è che NBQ, secondo Newsguard, ha il bollino rosso, che la inserisce tra le testate non propriamente affidabili. Ma a noi i bollini non bastano, le informazioni vanno verificate. Pertanto mi sono messo comodo ad ascoltarmi gli undici minuti di video intervista a John Rao, professore associato di storia alla St. John’s University di New York e testimone oculare (a quanto racconta) dell’assalto a Capitol Hill. Rao è un cattolico tradizionalista, più o meno come tutta la redazione di NBQ.

L’intervista comincia con questa affermazione, da parte di Cascioli, in riferimento ai soggetti che protestavano a Washington:

… parliamo di centinaia di migliaia di persone che hanno protestato al nome di un’America ignorata dai media e anche dai dai politici

Allora calma un attimo, “un’America ignorata dai media e dai politici”? Forse mi sono perso qualcosa, gli americani che protestavano erano i sostenitori di Donald Trump, il soggetto che ha vinto le elezioni del 2016 e che ha guidato gli Stati Uniti negli ultimi quattro anni, dando probabilmente molto più ascolto a quei manifestanti di quanto ne abbiano mai avuto nella storia del Paese. E media come Fox (ma anche Daily Mail & c.) hanno fatto da eco a quegli americani negli ultimi quattro anni come non si era mai visto prima. Anzi, ci sono interi social network che sono nati per permettere a quella gente di esprimersi liberamente proprio perché sulle piattaforme tradizionali (viste le regole preesistenti) facevano più fatica a farlo. Dove ha vissuto Cascioli in questi anni?

Poi si passa all’intervista vera e propria, Rao ci racconta che era a Washington con un amico avvocato, Christopher Ferrara, che Rao definisce come avvocato che ha vinto molte cause a favore della libertà religiosa che sarebbe stata calpestata dai governatori di diversi stati americani. Io sono andato a cercare Christopher Ferrara, Wikipedia lo definisce un avvocato attivista pro vita e giornalista. Non parla di libertà religiosa. Rao fa un paragone tra quanto abbiamo visto l’altro giorno e la marcia per la vita, parla di tante famiglie che erano presenti a Washington. Purtroppo non riesco a trovare dei numeri affidabili. Nemmeno per la Marcia per la Vita che si tiene ogni anno a Washington ce ne sono, leggo che per alcuni arrivano fino a 650mila partecipanti mentre secondo altri sono non più di 100mila. Non ho purtroppo trovato fonti affidabili che ci raccontino di quante gente ci fosse il 6 gennaio 2021 a Washington DC. Ma quello che è abbastanza palese è che la gente che è entrata al congresso non erano famiglie con bambini al seguito.

Chissà dov’erano Rao e Ferrara. Rao cita i cinesi americani che erano presenti all’evento, non metto in dubbio ce ne fossero, ma ammetto di averne visti pochi tra la folla che assaltava le barriere della polizia. Non mi stupisce comunque che ci fossero cinesi e che Rao li menzioni. Fa tutto parte della stessa narrativa. Una delle testate complottare più note, The Epoch Times, è fondata e diretta proprio da cinesi dissidenti. Cinesi che hanno scelto di promuovere Trump, le teorie cospirazioniste di QAnon e compagnia bella.

Rao ci narra di chi ha parlato alla folla, da Rudy Giuliani a Donald Trump, spiegando che hanno ripetuto più che altro l’elenco di quelle che loro ritengono essere frodi elettorali. Ad oggi, come ben sappiamo, non è stata presentata una singola prova valida di frode elettorale, pur avendo chiesto riconteggi e controlli in tutti gli stati dove Trump aveva un buon seguito. Tutti i suoi alleati più seri l’hanno abbandonato riconoscendo l’elezione corretta, e Biden il presidente entrante. Parlare di frodi è perculare l’ascoltatore a casa.

Rao mena il can per l’aia. Ci dice che Trump non ha mai dato l’indicazione ai manifestanti di entrare al Congresso, e vorrei ben vedere che l’avesse data direttamente. Ha solo detto di marciare su Capitol Hill per mostrare le proteste della folla che non crede più nella politica e li ha fomentati per giorni prima della data del 6 gennaio. Ma la democrazia non funziona con le proteste di piazza, non funziona facendo la voce grossa, bensì portando appunto prove delle proprie ragioni, e accettando quando quelle prove vengono smontate dai fatti.

Poi si arriva alla parte che mi ha fatto cadere le braccia, Rao, senza che Cascioli lo interrompa sostiene che:

…abbiamo visto un video di delle nostre delle nostre amiche che cercando di tirare giù dalle finestre dei membri di antifa che si mischiavano nella folla per entrare la…

Stiamo scherzando?

L’intervista a Rao è dell’8 gennaio, si sapeva già che non c’erano “antifa” tra i manifestanti, alcuni erano già stati identificati, altri erano già stati arrestati. Quelli che abbiamo visto entrare (e farsi sparare addosso) non erano antifa, ma erano sostenitori di Trump, di Q, di Epoch Times, probabilmente pure qualche amico di Rao visto i toni con cui parla. La polizia non ha identificato nessun agitatore che potesse essere associato al movimento antifa tra i tanti fermati nelle ore successive. Che Rao porti acqua al suo mulino ci sta, ma Cascioli è un giornalista  italiano, dovrebbe interrompere l’interlocutore e chiedergli prova di quanto afferma. Ha detto che ci sono video? Che ce li mostri questi video dove è chiaro che gli assaltatori sono antifa. E invece Cascioli, quando sente parlare di antifa, reagisce annuendo col capo, come se lui questi fantomatici video li avesse visti. Questo non è giornalismo, questa è malinformazione. Per completezza sappiamo di un singolo soggetto legato ai movimenti BLM che era sul luogo per documentare gli eventi, si è confuso tra la folla continuando a riprendere con la sua telecamera, si è finto sostenitore di Trump per evitare il linciaggio, ma aveva reso note le sue intenzioni già prima di essere a Washington. Anche lui è stato comunque fermato dalla polizia.

Rao va avanti su questa strada per gli ultimi minuti del suo monologo, non ci racconta nulla di nuovo. Racconta indignato che milioni di americani hanno perso la fiducia nel governo, evitando di dire che la colpa è anche della pessima informazione che viene fatta da certi organi di stampa. Evita di spiegare che comunque quei milioni di americani sono un po’ meno della metà di quelli necessari per mantenere Trump al governo e che anche l’altra metà ha il diritto di esprimere la propria opinione. E questo è grave, Cascioli e Rao si definiscono cristiani. Ma parlando di milioni di persone che vogliono qualcosa omettono che ce ne sono milioni che vogliono altro e che si sono già espressi durante un’elezione democratica. Questa omissione serve a dare l’idea che ci sia un popolo oppresso da un sistema di potere. Far finta che esistano solo gli oppressi che manifestano senza nemmeno nominare l’esistenza degli altri che invece sono contenti del risultato elettorale è il sistema perfetto per dare una narrazione dei fatti sbilanciata. Fa sentire chi ascolta parte della massa, evitando di ricordargli che a questo giro la massa era maggiore dall’altra parte. E che, a meno di non voler vedere gli altri zittiti in maniera violenta, secondo la democrazia (ma anche la dottrina cristiana) quegli altri hanno gli stessi identici diritti di fare sentire la propria voce tramite il proprio voto.

Non credo di dover aggiungere altro se non un minuscolo appunto.

Nelle ultime settimane ho letto svariate ricostruzioni italiane della cronologia su QAnon, alcune molto benfatte, spesso però la conclusione è sempre la stessa, cioè che da noi Q ha avuto meno presa che negli States e che quindi non ci sia da preoccuparsi di suggestionabili patrioti. Sono in disaccordo, la differenza è che da noi si confondono tra i lettori di NBQ, o quelli che sostengono ByoBlu, o SocialTv, o TeleColor. Da noi la narrazione di Q è molto più subdola, avendo fagocitato settori in cui la disinformazione la faceva già da padrone da tempo. Bibbiano docet.

maicolengel at butac punto it

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