RadioSavana e l’avvelenamento del pozzo

C’è un account Twitter che da tempo diffonde bufale, disinformazione a manipolazione dei fatti a senso unico. L’account si chiama Radio Savana, nella giornata di ieri ha condiviso un video accompagnato da questo post:

#RisorseINPS, portatori di cultura, assetati… poverini scappano dalla guerra.

#RadioSavana #CoronaVirus

Il video mostra due ragazzi che bevono dagli scaffali di un supermercato e poi rimettono le bottiglie e i brick in posizione come se fossero ancora nuovi.

Quanto fanno i due ragazzi è sbagliato su più livelli, primo perché stanno rubando merce al supermercato, secondo perché può esserci un cliente che non si accorge che la bottiglia che sta comperando è già stata aperta, con relativo (anche se piccolo) danno economico anche a lui.

Ma non è questo il punto, il video è fatto in Italia? No, e neppure in un altro Paese europeo. E ci volevano pochissimi secondi a trovarne la fonte usando uno dei tanti motori di ricerca per immagini. Cosa che ha fatto il Prof. Peter Burger, olandese col pallino del debunking:

La fonte è ghanese, perché il video viene da quelle zone, siamo in Costa d’Avorio. E ci sono svariate testate locali che ne hanno parlato e l’hanno ripreso. Non sono soggetti che hanno emigrato, ma ragazzi che si comportano malamente a casa loro, come succede un po’ ovunque. Radio Savana come sempre non verifica alcunché di quel che pubblica, perché tanto non è importante la fonte da cui arriva la notizia. L’unica cosa importante è sempre la stessa: parlare alle pance, indignare, convincere l’italiano medio che se hanno la pelle scura sono automaticamente criminali. Questo a casa mia si chiama razzismo. Che Twitter non lo capisca e lasci Radio Savana libera di spacciare odio in rete è un dispiacere. Anche se ormai abbiamo fatto il callo a questo tipo d’atteggiamenti online.

Cosa importante, che faceva notare il Prof. Burger, è come lo stesso video venga sfruttato da razzisti e sovranisti sparsi per l’Europa. Devono avere uno spaccino di immagini fatte per indignare in comune…

Non credo serva aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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