La sottile linea tra realtà e fantasia

siria-stupro

Onestamente non so se sono più infastidito per l’immagine in sè o per lo scopo per cui viene diffusa, ma tant’è che siamo alle prese con il solito condividere compulsivo di un qualcosa senza fonti che si rivela, stranamente, artefatto. Bando alle ciance, eccolo
schifo
 
Ovviamente può anche essere successa qualche volta qualcosa del genere, se poi qualcuno dei lettori ci potesse fare una traduzione della parte sopra alle foto non sarebbe male, ma questa è una storia inventata, e la foto a corredo è falsa. O meglio molto bella la ragazza sulla sinistra, ma la foto a destra non è reale. È di un film, o meglio di un cortometraggio del 2005 di un regista canadese, Inner Depravity. Il regista Remy Couture è un appassionato di splatter ed effetti speciali e i suoi lavori in realtà gli sono anche costati cari! Innanzitutto facendo una ricerca su Google ho trovato chi ha già sbufalato la cosa più di 1 anno fa, BluePlanetHeart. Hanno analizzato la cosa in maniera corretta, come dovremmo essere in grado di fare tutti. Comunque per togliere qualsiasi dubbio

ecco uno screenshot del filmato dove c’è la ragazza della foto che gira come vittima reale. La cosa curiosa è che Remy è stato vittima di questa sua opera (vabbè chiamiamola così), finendo in carcere. In poche parole ci dice che

Why the hell did I get arrested in 2009?
Well… To keep a long story short…
Interpol received an alert orignated from a German web surfer, in 2005, in regards to the content of the website INNERDEPRAVITY.COM, thinking that these murders actually took place in a far land called Canada. For obscure reasons, the net surfer ignored the first warning page advertising that all content on the website was fictional and works of special effects techniques…
In all due respect,  we can conclude that the user probably could not read English… as well as the Montreal Police who arrested me.

Cioè che dopo una segnalazione alla Interpol, la polizia canadese lo ha arrestato sulla base del sospetto che fossero immagini di veri omicidi, anche se sul sito era scritto che era tutto trucco ed effetti speciali, ma dopo aver appurato che così non era hanno deciso comunque di accusarlo di qualcosa. Sul sito fornisce più dettagli sulla faccenda e questo non viene aggiornato dalla fine del 2012 (quando c’è stato il processo), nel quale comunque è stato prosciolto. In pratica secondo una legge Canadese è vietato fare rappresentazioni, come fumetti, foto, video e simili che glorifichino atti di violenza. A me onestamente fa abbastanza schifo quello che fa, bravo negli effetti speciali, ma non il mio tipo di entertainment preferito, però siamo ad un passo dalla censura. Poi non lamentiamoci troppo dell’Italia da questo punto di vista.

Quindi la bufala nella bufala. Il suo lavoro passa come storia vera e finisce arrestato e sottoposto ad un processo, mesi dopo parte delle foto del suo cortometraggio diventano materiale per bufala su internet con l’unico scopo di incrementare l’odio tra le persone. Che vita movimentata. Ed è una lezione importante: “anche se non è vero lo condivido, tanto che male può fare?” Remy stava per finire in carcere per colpa di una segnalazione “bufalosa” alla polizia, quindi pensiamo prima di cliccare su quel maledetto link Condividi. Google è gratis…
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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