Report e il documento secretato dell’OMS

...che in realtà è stato solo rimosso da dove era stato erronamente pubblicato.

Come sanno molti di quelli che seguono BUTAC da tempo non guardo la televisione italiana. Guardo solo i servizi che mi segnalate, altrimenti vivo di televisione in streaming come Netflix o Prime Video, e da anni m’informo su CNN, BBC News e Reuters.

Ma quando mi segnalate qualcosa mi metto comodo, cerco il programma e me lo guardo. Come è successo oggi, dopo aver letto alcune segnalazioni e aver visto come alcuni noti siti complottisti riassumevano un servizio andato in onda a Report il 2 novembre. Mi sono messo comodo, ho cercato il servizio in questione e me lo sono guardato tutto. Non lo tratterò in un unico articolo, ritengo che ogni punto meriti spazio a sé. Oggi partiamo con la storia del rapporto OMS pubblicato e poi nascosto.

Il servizio di Report s’intitola:

Virus e segreti di Stato

Che ci piace esser complottari fin dall’inizio… Nei primi minuti del servizio ci viene raccontato di un rapporto presentato da un ufficio italiano dell’OMS che dopo un giorno dalla sua pubblicazione sarebbe stato fatto sparire. Curioso però che io trovi il rapporto pubblicato sulle pagine della ASL piemontese a maggio 2020, senza che nessuno l’abbia nascosto. E trovo anche svariati siti ufficiali che ne parlano. Il report non era evidentemente fatto per il grande pubblico, ma per gli addetti ai lavori, visto che gli stessi autori spiegano nelle prime pagine che andrà rivisto man mano che la pandemia prosegue. Sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità infatti il file c’è: ma è dietro a un wall, dove senza avere credenziali d’accesso non si può entrare.

Perché dare a intendere che sia stato eliminato su pressioni di qualcuno? Specie visto che Ranucci e la redazione di Report non hanno alcuna prova di queste pressioni a cui anno accenno. Questo è decisamente giornalismo a tesi. La tesi da seguire è quella che vuole il governo pessimo nella gestione della pandemia, forse volontariamente, e l’OMS complice del disastro. L’abbiamo già visto nel servizio andato in onda a maggio che questo è il leit motiv che piace alla redazione di Report.

Ranucci dice che l’aver eliminato quel documento dal sito dell’OMS va a…

“…discapito di un valore della Costituzione, quello del dirittto dei cittadini ad essere informati sulla gestione della pandemia…”

Sigfrido, ma che ca**o stai dicendo?

Un documento di una società non governativa, non statale, non ha nulla a che fare con i nostri diritti costituzionali. Report oltretutto nei primi cinque minuti di servizio fa intendere che questo documento “fatto sparire” sia particolarmente critico nei confronti del nostro Paese. Ma le cose non stanno affatto così. È vero che nell’introduzione si fa presente come l’Italia non abbia attuato quasi nessuna delle prevenzioni da pandemia studiate dal 2006:

Italy was not totally unprepared for an epidemic when the first news bulletins came from China. In 2006, after the first severe acute respiratory syndrome (SARS) epidemic, the Italian Ministry of Health and regions approved a national pandemic influenza preparedness and response plan, reconfirmed in 2017 (8–11), with guidelines for regional plans. More recently,  the H1N1/09 virus in 2009 and the Ebola virus in 2014 drew attention to the risk such phenomena could present. The 2014–2018 National Prevention Plan (12), the leading framework for strategic public health planning and financing, therefore called for greater pandemic preparedness. Planning, however, remained more theoretical than practical, with little investment or translation of intentions into concrete measures (13). The process nevertheless provided Italy with a legal and normative framework to react when the arrival of the COVID-19 epidemic in Europe took many by surprise.

Ma a parte questo, che comunque è un dato di fatto, il resto del documento riporta semplicemente le stesse cose ripetute più e più volte negli ultimi mesi da diverse parti. Si tratta di un documento di cento pagine circa, dove per la metà si analizza regione per regione la risposta iniziale alla pandemia, usando solo numeri e dati:

L’unica cosa seria che viene messa in evidenza sono gli errori fatti all’interno delle RSA, ma non è qualcosa che non sapevamo. Si tratta di informazioni di cui tutto il Paese era già a conoscenza. Farle cadere dall’alto con la solita musichina suggestiva serve solo ad alimentare l’idea del complotto. Cosa che purtroppo mi aspetto se il servizio va in onda alle Iene, non se sono sulla televisione pubblica pagata anche con le mie tasse. Lo stipendio di chi fa il servizio viene in parte dalla pubblicità, ma anche dalle mie e vostre tasche. Ammetto che inizio ad averne a noia di dover vedere i nostri soldi spesi così. Lo so che arriverete in mille a difendere l’operato della redazione di Report, lo fate sempre. Purtroppo l’idea che Report sia una trasmissione seria e sempre attendibile scorre potente in buona parte della popolazione italiana. Abbiamo più volte dimostrato come sia un giudizio dato di fretta. Ci sono sicuramente buoni giornalisti in redazione, ma spesso fanno giornalismo a tesi. E questo è sbagliato.

Oggi concludiamo qui, siamo arrivati a un’analisi dei primi 7-8 minuti di servizio. Ci sono altri trenta minuti a cui dedicarsi. Ma vi lascio il tempo di leggervi con calma il documento che l’OMS non vuole che vediate (e che trovate linkato poco sopra).

Non credo, per oggi, di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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