Restart e il sensazionalismo sul COVID-19

Morti di COVID o con COVID, rimborsi e testimonianze...

In tanti ci state segnalando un servizio della Rai apparso online con il logo della trasmissione che l’ha mandato in onda. Il servizio poi è stato reso virale grazie a pagine e siti come quelli gestiti da Gianluigi Paragone, che l’hanno fatto circolare in rete definendolo uno scoop senza precedenti della Rai. Paragone lo fa circolare con il logo di ItalExit. Il servizio non è una bufala, è stato mandato in onda nella puntata del 26 gennaio e non ho dubbi che ogni informazione in esso riportata sia stata verificata con attenzione. Ma anche così ritengo che sia comunque importante parlarne. Oltretutto il servizio dura solo 4 minuti e 34 secondi. Sulla pagina social di Restart Rai il servizio viene condiviso con queste parole:

C’è grande polemica sui dati del #covid e sul conteggio dei morti di Covid o con il covid. Dati che non solo influenzano i colori delle regioni e le restrizioni che ne derivano, ma anche un fenomeno che muove molti soldi. Ma vediamo come in questa inchiesta esclusiva di Valentina Noseda

Nel servizio vediamo la giornalista Valentina Noseda intervistare, in maniera anonima, quello che si sostiene essere un dirigente di una struttura ospedaliera di Roma. Il servizio a mio avviso va guardato dotati di spirito critico, peccato che lo stesso sia sempre meno presente nelle case degli italiani, specie dopo questi due anni di emergenza sanitaria. Il dirigente sostiene:

È frequente che venga scritto sulla cartella di un paziente morto di Covid quando in realtà non lo era.

Prove di questa affermazione? Nessuna. Da dove ricava il dato che quanto racconta sia così frequente? Non è dato saperlo. Ricordo a tutti che la sanità è gestita a livello regionale, quindi può anche essere che quello che accade o “è frequente” in una regione come quella a cui appartiene (in questo caso il Lazio) non lo sia in altre, inoltre per la legge sulla privacy il medico in questione non può accedere ai dati di altre strutture sanitarie anche all’interno della sua regione.

Ma giusto per capirci, la frase vorrebbe dare a intendere che in Italia in realtà i morti a causa del COVID sono molti di meno di quanto è stato stimato, e che vengono così calcolati solo perché le strutture li hanno catalogati in quella maniera. A me spiace, ma il dirigente di quella struttura romana forse non ha letto l’articolo di Nature del 18 gennaio 2022, articolo che riporta questo grafico:

L’eccesso di mortalità in concomitanza con la pandemia è ampiamente dimostrato, andare ancora avanti con la narrazione che si tratta di pazienti che sono morti a causa d’altro è noioso, è evidente che la pandemia ha causato una mortalità in eccesso in molti Paesi del mondo. Anche l’Italia, se guardate a fondo grafico, pur avendo denunciato un numero di morti per COVID elevato comunque si è trovata un eccesso di mortalità ancora superiore. Segno che a causa della pandemia i morti in più nel nostro Paese sono più di quelli che abbiamo iscritto come “morti per COVID”.

È comunque abbastanza comune nelle strutture ospedaliere fare quanto il dirigente racconta subito dopo:

Se un malato oncologico entra in ospedale e poco dopo si rivela positivo anche se non ha sintomi diventa immediatamente un paziente COVID. È gravissimo che trasferiscano un malato di tumore in una struttura COVID, può essere come mandarlo alla morte. Ma accade spesso.

Siamo sicuri sia grave come vuole darci a intendere il nostro anonimo informatore? Indipendentemente dalla patologia che ha un positivo al COVID, è palese che vada isolato a trattato “diversamente” per non diffondere l’infezione. Solo qualcuno che non ha a che fare con le malattie infettive può sostenere quanto dice il dirigente, è la prassi operare così. Quanto riporta è fuorviante, se non proprio sbagliato. Sia chiaro, quanto spiega l’uomo alla domanda successiva è grave ma purtroppo realistico:

…uno che mi entra in ospedale con una gamba rotta e quindi risulta positivo non mi costa quelle cifre senza sintomi.

Ma questo è qualcosa che esula dalla pandemia, è noto che ci sono strutture sanitarie nel nostro Paese gestite male, che negli anni si sono rese protagoniste di svariati episodi di malasanità, da quelli che facevano fare costosi esami inutili a quelli che appunto facevano risultare ricoveri per patologie di lieve entità come invece fossero malattie gravi. Ma si tratta di episodi di cattiva gestione che non hanno direttamente a che fare con la pandemia. Succede? Eccome se succede, quello dei rimborsi è un business che esiste da anni.

Che la giornalista della Rai non lo faccia presente un po’ dispiace, perché così il suo servizio risulta azzoppato e viene usato dai negazionisti della COVID per la loro propaganda. Per ovviare a questa dimenticanza vediamo di darvi un po’ di materiale extra degli ultimi anni, appunto pre-COVID:

  • Clinica Santa Rita, Brega Massone condannato all’ergastolo. Arrestato in aula – 2014

  • Rimborsi gonfiati e violazione protocolli: i Nas al San Gerardo – 2012

  • Rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie non previste a carico del Ssn, Asl condannate per danno erariale – 2015

  • Case di cura a Messina, rimborsi lievitati e truffa al Sistema sanitario nazionale – 2021 (in ambito extra COVID)

E potremmo andare avanti a lungo scavando tra i tanti casi di cronaca. Sia chiaro, non si può definire una bufala – anche alla luce di quanto vi abbiamo appena mostrato – il servizio di Restart, sicuramente c’è del vero in quanto sostiene il dirigente quando parla di truffa sui rimborsi. Ma le cose vanno inquadrate per bene. Il problema truffe sui rimborsi esiste da tempo, non è una conseguenza della pandemia, come non lo sono le altre cose che racconta. Sono piccoli pezzi di un puzzle che dimostra come nel nostro Paese, pur con un buon sistema sanitario, ci sia sempre qualcuno che cerca di fregare gli altri. Ma tra l’omertà e il clientelismo che affliggono la certe sanità regionali la strada per uscirne è lunghissima.

Prima di chiudere, notiamo tra i tanti che stanno condividendo il servizio Rai c’è L’Antidiplomatico, che nel farlo, il 27 gennaio, titola così:

“Così si producono molte false morti per Covid”. Lo Scoop Rai incredibilmente autocensurato

Si parla di “autocensura” ma è una cavolata, il servizio è andato in onda come i tanti altri della stessa giornalista (e che nessuno della Redazione dell’Antidiplomatico ha mai filato di striscio) nella trasmissione in cui era previsto, ed è stato rilanciato dai profili della trasmissione stessa.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.