Rete 4, paracetamolo e information disorder

Quando decideremo che è troppo?

Il 20 gennaio 2021 su Rete 4, nella trasmissione condotta da Mario monopattino Giordano, di cui forniamo una clip…

Dicevamo, il 20 gennaio nel corso della trasmissione è andato in onda un servizio che s’intitolava:

Covid e terapie in casa, la parola ai medici di base

Circa tre minuti in cui la giornalista Angela Camuso ha dato parola appunto ad alcuni medici di base, se non erro sono parte di quelli del gruppo #terapiadomiciliarecovid19 nato su iniziativa dell’avvocato Erich Grimaldi.

Il primo a venire intervistato è il dottor Andrea Stramezzi, che riporta:

Dare la tachipirina a casa in vigilante attesa è una follia, noi potremmo avere gli ospedali vuoti e non avremmo un bollettino di tutti questi morti. Sono più di settantamila morti, diciamo che magari all’inizio no, perché non lo sapevamo, ma almeno cinquantamila di questi settantamila li potevamo evitare.

Un’accusa molto pesante, in pratica il dottor Stramezzi sta dicendo che il Sistema Sanitario Nazionale è colpevole di aver portato alla morte cinquantamila pazienti, non lo dice in maniera diretta ma è quella l’accusa che viene fatta. Subito dopo vengono intervistati il dottor Mangiagalli, il dottor Rossi, la dottoressa De Felice (che non si capisce perché fa tutta l’intervista con la mascherina sotto al naso, e dire che un’anestesista dovrebbe sapere come indossarla correttamente), il dottor Szumski che dice:

…le autorità sanitarie negano questa possibilità, non la diffondono, quella che è l’indicazione nazionale dell’AIFA è stata tachipirina e aspettate, ad aspettare si finisce molto male…

Stramezzi ci racconta d’aver trattato duecento pazienti, tutti anziani, alcuni con più patologie, decessi nemmeno uno.

Il servizio ci racconta di come il tasso di mortalità italiano sia molto elevato, uno dei più elevati al mondo. Questo, sommato alle accuse fatte tra le righe, dà a intendere che all’estero – a differenza che in Italia, dove infatti il tasso di mortalità è così alto – usino i farmaci consigliati da questi medici, e non la tachipirina come suggerito da AIFA.

È davvero così?

No, l’indicazione di usare farmaci che aiutino ad abbassare la febbre, come la tachipirina, è comune a quasi tutti i Paesi del mondo. Reuters ad aprile 2020 fu costretta a fare un fact-checking di affermazioni simili a quelle del servizio di Fuori dal coro, per spiegare che l’invito a non usare farmaci per abbassare la febbre era errato (e pericoloso). Il Servizio sanitario nazionale britannico, ad esempio, nella pagina dedicata alle cure a casa, riporta:

…take paracetamol or ibuprofen if you feel uncomfortable…

In Spagna? Il paracetamolo è al primo posto nella lista dei farmaci per aiutare il paziente affetto da Covid-19.

In Francia? Le indicazioni del Ministero della salute riportano:

Le seul traitement recommandé pour diminuer la fièvre en cas de Covid-19 est: le paracétamol. Il ne faut pas en prendre plus de 1g par prises (espacées d’au moins 4h), et pas plus de 3g au total par jour (en savoir plus sur le paracétamol).

Le seul… l’unico.

Potrei andare avanti con l’elenco, ma ha senso? Secondo i medici intervistati da Fuori dal coro la colpa è della autorità sanitarie italiane, viene citata chiaramente AIFA. Ma Fuori dal coro evita con attenzione di andare a verificare cosa fanno all’estero. Non verifica nulla, accetta senza alcuno spirito critico il parere di alcuni medici, una nicchia rispetto agli oltre 350mila iscritti agli Ordini dei Medici italiani.

Il tutto viene ripreso anche da Francesca Donato, parlamentare europea, che evidentemente non ha avuto voglia di verificare alcunché nemmeno lei, e dire che le linee guida per curare i pazienti a casa dovrebbero esser facili da trovare per un europarlamentare. Triste notare come la condivisione di Francesca Donato abbia oltre ventimila like…

Ventimila persone che si fidano di chi percepisce uno stipendio piuttosto alto e poi disinforma, ventimila persone che non capiscono che essere un europarlamentare non protegge dalle bufale, anzi. Quando l’ideologia prende il posto dello spirito critico spesso si diffondono notizie senza alcuna verifica, solo perché dicono ciò che vogliamo sentirci dire.

Questa è informazione malfatta, faziosa, che non dovrebbe trovare spazio su un canale nazionale. Un servizio serio avrebbe magari intervistato questi medici, ma poi avrebbe anche documentato se nei Paesi con tassi di mortalità più bassi si usi per davvero quanto suggerito dagli intervistati. Finita la verifica, una trasmissione seria avrebbe potuto trarre la conclusione che non è colpa del tipo di trattamento somministrato nella terapia casalinga, ma evidentemente non interessa arrivare a queste conclusioni.

L’idrossiclorochina suggerita dai medici intervistati? Non fa parte dei trattamenti usati all’estero, quindi non è merito di quella se la mortalità nei loro pazienti è stata bassa. Esistono studi che dimostrino l’efficacia di quell’idrossiclorochina? No. Si è provato a farlo, e il risultato – dopo mesi di osservazioni – è stato che non influisce in alcuna maniera nel ridurre la mortalità.

Non lo dico io, non lo dicono il SSN o l’AIFA: lo dice l’OMS sulla base di uno studio terminato a novembre 2020 e pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Omettere queste informazioni è grave. Dimostra che non c’è alcun interesse a fare informazione ma solo voglia di parlare alle pance dei propri spettatori. In questa maniera si contribuisce all’information disorder, facendo danni che è difficilissimo riparare. Quando l’Ordine dei Giornalisti interverrà per sanzionare le trasmissioni colpevoli di questo modo di fare giornalismo? Quando sarà troppo? Dobbiamo davvero attendere di vedere una Capitol Hill anche in Italia? Perché sembra che sia questo che soggetti come Giordano (e i suoi ospiti) sognano di vedere.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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