Risultato storico: stabilizzati 2.000 ricercatori precari!

Il titolone di quest’articolo viene direttamente dal Blog delle stelle in un articolo a firma Lorenzo Fioramonti, sottosegretario del Ministero della Pubblica Istruzione.

I toni dell’articolo sono entusiastici:

Negli ultimi giorni abbiamo approvato un decreto qui al Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ci consente per la prima volta in molti anni di stabilizzare oltre 2.000 ricercatori precari negli enti pubblici di ricerca in Italia. Questo è un risultato storico che abbiamo ottenuto a poche settimane dell’insediamento del nuovo Governo. Negli ultimi giorni, alcuni esponenti del Governo precedente hanno sostenuto che in fondo questa non fosse altro che un’attività già decisa da parte loro.

Io sono decisamente contento se si riesce davvero a stabilizzare il posto di lavoro di tanti ricercatori italiani, ma ci sono piccole cose che il sottosegretario all’Istruzione forse si è dimenticato di farci presente.

Titolo del Sole 24 ore del 16 aprile 2018:

Al via le stabilizzazioni per quasi 1.500 ricercatori e tecnici degli enti di ricerca

Il governo attuale non era in carica, e come spiegava il Sole 24 Ore:

Il Governo uscente licenzia il decreto con le risorse – stanziate dall’ultima manovra – per stabilizzare quasi 1500 tra ricercatori, tecnologi e amministrativi precari degli enti di ricerca. In pista 13 milioni per il 2018 e 57 milioni per il 2019 (a cui gli Epr aggiungono un 50%) diviso tra 13 enti: Area science park di Trieste; Cnr; Istituto studi germanici; Inaf; Infn; Ingv; Istituto di oceaonografia; Inrim; Enrico Fermi; Stazione Anton Dhorn; Indire e Ispra.

Sia chiaro, il governo il 30 luglio ha annunciato la firma del decreto che porterà anche alla stabilizzazione del personale. E questa è una buona cosa.

Ma le cose vanno approfondite, come spiegava NextQuotidiano qualche giorno fa:

…il decreto del ministero non ha avuto nessun ruolo nell’assunzione dei 1200 del CNR proprio perché si parla di finanziamenti giunti precedentemente e di razionalizzazioni di spese interne al CNR come metodi per raccogliere i fondi necessari alle assunzioni. Fioramonti si vanta dei 68 milioni aggiuntivi (che dovrebbero bastare per gli 800 annunciati in più rispetto a quelli del CNR?) ma mette nel conto delle assunzioni quelli del CNR che sono invece stati assunti a causa delle risorse stanziate dal governo precedente: un tentativo come un altro da parte del M5S di non riconoscere i meriti altrui, ma colpisce che a farlo sia un professore universitario come Fioramonti.

L’articolo di Next spiega molte altre cose sulle coperture per stabilizzare i ricercatori, e spiega in dettaglio come i 1200 vengano assunti per merito di finanziamenti giunti in precedenza, come è abbastanza palese capire leggendo le dichiarazioni del consiglio di amministrazione del CNR stesso, che il 30 luglio 2018 riporta:

Il Consiglio di Amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche ha dato avvio formale alla procedura per circa 1.200 tra ricercatori, tecnologi e anche tecnici ed amministrativi attualmente precari. Il presidente Inguscio: “Si tratta non solo di contribuire alla soluzione del precariato, ma anche di una grande opportunità per il Cnr, che può consolidare l’investimento fatto in formazione del personale e rafforzare le proprie attività scientifiche in settori fondamentali”

Il Consiglio di Amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche, nella seduta del 30 luglio, ha formalmente avviato le procedure che condurranno alla stabilizzazione, entro dicembre 2018, di circa 1.200 persone. Si tratta di ricercatori, tecnologi e anche tecnici ed amministrativi attualmente precari, che potranno quindi vedere trasformato a tempo indeterminato il proprio contratto.

E sul Corriere della Sera:

«Il passo compiuto», sottolinea Inguscio, «è stato permesso da una serie di interventi che hanno razionalizzato la gestione del Cnr liberando delle risorse economiche finalizzandole al capitale umano. Abbiamo attuato una riduzione delle spese immobiliari, diminuito il numero dei direttori, rivisto le retribuzioni, eliminato varie spese non necessarie. In tal modo abbiamo recuperato risorse economiche interne alle quali si sono aggiunti i finanziamenti del Fondo ordinario degli enti di ricerca licenziato dal Miur. La scelta compiuta è molto coraggiosa ma siamo fiduciosi che l’attenzione del governo consenta di non ripetere gli errori del passato sostenendo un’adeguata politica di reclutamento».

Sempre sul Corriere si riportava:

Il provvedimento prevede due fasi. La prima riguarda la stabilizzazione entro dicembre di quest’anno dei 1.200 precari comprendenti ricercatori, tecnologi e amministrativi che oggi lavoravano con contratti di varia natura. «A questi si aggiungeranno altri 300 entro il 2019 che assumeremo», aggiunge Inguscio, «con dei concorsi riservati a sostenere le venticinque aree strategiche che abbiamo scelto tenendo conto delle eccellenze della rete scientifica del Cnr»

E così fanno 1500: 1200 che dovrebbero essere stabilizzati entro dicembre 2018 (non lo sono ancora e ci sono polemiche per il tipo di selezione che viene fatta dal CNR stesso) e 300 nel 2019. Da dove arrivano gli altri 500?

Per riassumere, il governo attuale ha fatto una delibera che forse aiuterà nella stabilizzazione di alcuni ricercatori, ma la grossa parte è stata fatta con le delibere del precedente governo e con una spending review all’interno del CNR stesso. Perché di tutto questo non viene fatta menzione? Nell’articolo sul Blog delle stelle comprendo si abbia poca voglia di menzionare il precedente esecutivo, ma nemmeno un cenno al CNR e ai suoi risparmi che hanno permesso (forse) di fare qualcosa di buono?

Ma è politica, e io evidentemente non ne capisco molto.
maicolengel at butac punto it
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