Salvini ha ragione…

 

Un video di Euronews sta girando sul web italiano. Condiviso con frasi del tipo “non lo vedrete sulla tv italiana” “fatelo girare prima che lo censurino”.

Euronews lo condivide con questo titolo:

Sea Watch, il racconto di un migrante a bordo: “Carola brava ragazza. Salvini? In parte ha ragione”

Nel video sentiamo le parole di Khadim Diop (spero si scriva così), 24enne senegalese, che a quanto ci raccontano era sulla Sea Watch di Carola Rackete. Nel video Khadim prima elogia il capitano Rackete, raccontando le discussioni con la Guardia Costiera libica, poi si arriva al punto chiave dell’intervista. Quello che per i tifosi di Matteo Salvini è la dimostrazione di quanto sia corretta la sua battaglia sui porti chiusi.

L’intervistatrice chiede:

G.Orlandi: Cosa ne pensi delle autorità italiane e di Salvini, lo conosci?

K. Diop: Sì, lo conosco, in realtà credo che in parte abbia ragione…

G. Orlandi: Davvero?

K.Diop: Sì, vuole che l’Europa faccia la sua parte sui migranti, la Germania deve prenderne una quota, così come la Francia e gli altri Paesi. Non si può lasciare fare tutto all’Italia. C’è crisi ovunque e non è facile per nessuno.

Si tratta di un’intervista, Giorgia Orlandi ovviamente non è lì per ribattere alle affermazioni del ragazzo da poco sbarcato dalla Sea Watch. Ma credo che sia molto importante verificare insieme quanto viene detto. Perché quella frase la sento ripetere sempre più spesso, anche da altri migranti, magari di seconda generazione, come la leghista Valentina Mazzacurati (nell’occhio del ciclone per un post sessista contro il capitano della Sea Watch) che in un’intervista di febbraio 2019 diceva:

Ma con la chiusura dei porti il governo italiano vuole dare un messaggio a tutta l’Europa. È l’Europa, con il suo disinteresse, che è priva di umanità nei confronti dei migranti. Anche se, diciamolo, una chiusura vera dei porti non c’è mai stata. Io penso che l’Italia sia un Paese sovrano, al pari di Francia e Germania che però non vogliono occuparsi di questo problema. Chiudere i porti non vuol dire “stiano a casa loro”. Chi scappa dalla guerra o dalla miseria deve poter approdare nel primo porto che c’è. Ma questo non vuol dire che il principio dell’accoglienza deve essere solo dell’Italia.

I cattivi sono ben definiti: Francia e Germania. Benvenuti nella post-verità, non mi viene in mente nessun’altra maniera per evidenziare il problema. Abbiamo una nozione (manipolata) che abbiamo trasformato in verità assoluta, e continuando a ripeterla, senza nessuno che corregga l’errore, ci convinciamo sempre di più che il rifiuto di accogliere i migranti abbia radici sensate.

C’è un sito che si occupa di monitorare i migranti dal 2016, non sono aggiornati su tutto, ma esistono dati che permettono analisi e confronti, voglio mostrarvi qualche grafico:

Solo nel 2017 l’Italia ha avuto molti più arrivi degli altri Paesi. Ma guardando tutti e tre i grafici appare chiaro che Spagna e Grecia siano quelli che oggi ne vedono arrivare di più. Avrebbe forse avuto qualche senso la battaglia del governo attuale fatta nel 2017, quando rispetto a tutti gli altri Paesi eravamo in assoluto i più ricettivi, ma oggi è una presa di posizione fatta sulla pelle di esseri umani che non hanno colpa di questo tiramolla politico.

Vediamo i numeri con ordine:

  • 2016 – totale arrivi 390.456 – arrivi in Italia 181.436
  • 2017 – totale arrivi 186.788 – arrivi in Italia 119.369
  • 2018 – totale arrivi 144.199 – arrivi in Italia   23.370
  • 2019 – arrivi parz.   34.499 – arrivi in Italia      2.252

Direi sia evidente che i numeri generali sono crollati, non per merito della chiusura dei porti dell’Italia, Spagna e Grecia infatti non li hanno chiusi, la Spagna ne ha presi circa 10mila nel 2019, la Grecia oltre 13mila.

Ma allora Francia e Germania sono davvero i cattivi?

Come credo sappiate tutti la Germania non ha uno sbocco sul Mar Mediterraneo, e quello francese è quanto di più distante dalle aree di salvataggio. Ovvio che i Paesi più gettonati per gli sbarchi siano Spagna, Grecia e Italia.

Ma i migranti che arrivano non si fermano dove sbarcano, se sono seguiti nella maniera corretta e passano i controlli per avere permessi di soggiorno si spostano nel territorio europeo.

Sul sito da cui ho ricavato i precedenti numeri esistono piantine con le ricollocazioni di immigrati tra Paesi. I dati purtroppo sono incompleti, sono riportati solo quelli tra febbraio 2017 e aprile 2018, ma basta un’occhiata per accorgersi di quanti migranti arrivati nel nostro Paese venissero riallocati in altri paesi europei.

Non sto a mostrarvi mese per mese, se volete potete verificarlo da soli. Prendo ad esempio l’ultimo mese per cui sono riportati i dati, aprile 2018. Il 4 aprile venivano riallocati 22mila migranti dall’Italia verso altri Paesi europei, di quelli 5400 circa andavano in Germania.

Ho fatto due rapidi conti, nei primi 4 mesi del 2018 dall’Italia abbiamo passato circa 70mila migranti alla Germania. E ce ne sono altri che sono andati a altri Paesi, Francia inclusa.

Ma non pensiamo solo a noi, cerchiamo di vedere insieme un quadro più completo della situazione. Gli unici Paesi che vengono citati sono sempre questi 5: Italia, Spagna, Grecia, Francia e Germania, ma vediamo cosa ci dicono le statistiche ufficiali sull’accoglienza.

Le statistiche ufficiali sull’accoglienza

Su Eurostat potete trovare le statistiche complete e analizzarle nella loro interezza. Io ho raccolto i dati per i 5 Paesi di cui sopra. Li possiamo trovare dal 2009 al 2018. Per riassumere ho tenuto i dati solo dal 2012 al 2018:

L’Italia tra il 2012 e il 2018 ha ricevuto circa 500mila richieste, la Francia 572mila, la Germania oltre 2 milioni. Davvero riteniamo corretto continuare a considerare Francia e Germania Paesi che in questi anni non hanno fatto la propria parte nell’accoglienza? Sia chiaro, dai dati si nota anche che Spagna e Grecia, pur avendo visto gli arrivi di tanti migranti, hanno ricevuto molte meno richieste di noi, evidentemente erano ritenuti meno appetibili per la ricerca di un lavoro in quegli anni. È possibile che negli anni venire quei numeri cambino, ma al momento non siamo il Paese che ha visto più richieste d’accoglienza, non siamo l’unico Paese in cui i migranti arrivano. Lamentarcene come se fosse così è manipolare i fatti. A furia di ripetere la stessa cosa si finisce per crederci veramente, compito dei giornali sarebbe informare i lettori di quanto questa realtà sia distorta.

Ma il giornalismo è morto, lunga vita ai giornalisti…

Concludendo, ritengo sia palese che è importante che l’Unione faccia rispettare accordi e patti tra Paesi per la gestione della crisi migranti nel Mediterraneo. Ma alla stessa maniera sarebbe importante ripetere più e più volte i dati, le statistiche, i numeri, quelli veri. Solo così si potrà smettere di credere alle bugie, solo così si contrasta l’information disorder.

Abbiamo già parlato di percezione rispetto all’immigrazione in un’altra occasione, l’articolo è di qualche anno fa, ma continua a essere molto attuale.

maicolengel at butac punto it

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