Sanzioni, deficit e colpe

A novembre 2018 circolava sui social un’immagine che ci mostrava come fossero tanti i Paesi che dal 2008 ad oggi non hanno rispettato le regole dell’Unione Europea.

L’immagine era questa:

Su BUTAC l’avevo trattata il 26 novembre 2018, spiegando che non era su quei numeri che si basavano le eventuali sanzioni che l’Unione Europea minacciava di imporre all’Italia.

Siamo a giugno 2019 e ci ritroviamo allo stesso identico punto. La Commissione dell’Unione Europea ha annunciato sanzioni nei nostri confronti, il parlamento dell’UE ha confermato che le meritiamo. Il nostro Ministro dello Sviluppo Economico si è espresso così su Facebook:

Noi siamo persone serie, l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire. Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell’Italia e di questo governo! Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile. Ora si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018. Noi la prendiamo seriamente, ma non possiamo fare finta di non sapere che ci sono Paesi europei che in questi anni, per risollevare la loro economia, hanno fatto molto più deficit di quanto consentito dai Trattati. E non sono andati incontro a nessuna sanzione! Non è concepibile che un Paese con 6 milioni di disoccupati reali e migliaia di aziende che producono sotto il loro potenziale venga messo in croce perché vuole investire sulla crescita, il lavoro e la riduzione delle tasse. Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri, mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Diritti degli italiani e delle loro famiglie! Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità.

Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti.

E con “tutti”, intendo anche Bruxelles!
Per ultimo due cose: Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!

Io non voglio infierire, ma questa mania di dare sempre la colpa al governo precedente stanca. Come stanca il veder ritirare fuori un’argomentazione fallace che era già stata spiegata a novembre 2018.

Vediamo le cose con ordine. Partiamo dall’accusa ai Paesi che hanno fatto più deficit, spiegavo a novembre:

…il rapporto deficit/PIL è solo uno dei dati da prendere in considerazione, va certamente messo in relazione con altri dati macroeconomici, e il dato in sé, privo di correlazione, non ha molto senso. Non è infatti solo sul rispetto del parametro deficit/PIL che si basano le analisi della Commissione Europea.

Quindi non dobbiamo guardare solo al rapporto deficit/PIL, questa è una cosa che un Ministro dello Sviluppo economico dovrebbe sapere, evitando di condividere disinformazione. È vero che ci sono Paesi che hanno fatto più deficit di noi, ma in un’ottica di sviluppo, e con progetti a lungo termine approvati dall’Unione, per rientrare nei parametri imposti.

E veniamo alla seconda accusa fatta da Di Maio:

…il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018.

Sì, è vero che i governi che si sono succeduti dal 2009 in poi sono in parte responsabili di quel debito, il problema è che le sanzioni dell’Unione non sono basate sull’aver sforato il rapporto deficit/PIL, bensì sui programmi presentati dal governo attuale per gli anni a venire. Esattamente come a novembre 2018. I programmi che aveva presentato il governo precedente erano stati visionati e approvati dall’UE. Sostenere quindi che ci stiano sanzionando per colpe passate è disinformare. Posso capire quando lo fa un supporter dell’attuale governo, comprensibile la difesa. Ma non può farlo il Ministro per lo Sviluppo Economico: nella sua veste istituzionale non sta rappresentando il suo partito, ma tutti gli italiani. I cittadini meritano verità, non disinformazione.

Per chi volesse approfondire qui trovate il documento della Commissione Europea rilasciato ieri sera. Potete farvi un’idea da soli di come stiano realmente le cose.

Purtroppo basta dare un’occhiata ai commenti sotto al post del Ministro per notare come siano in pochi a metterne in dubbio l’affermazione, prendendo per buona ogni parola.

Non credo sia necessario approfondire ulteriormente.
maicolengel at butac punto it
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