Saviano e i tweet fasulli

Circola in rete lo screenshot di un botta e risposta tra Roberto Saviano e Tommaso Longobardi, siamo di fronte al classico caso di manifesta manipolazione dei fatti, che però se non vengono smentiti dai due protagonisti lasciano nel dubbio migliaia di italiani.

Partiamo dall’inizio, Saviano il 3 febbraio twitta:

Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro.

Gli risponde Longobardi poco dopo:

Se Salvini è il mandante dei fatti di Macerata, voi paladini dell’accoglienza siete i mandanti dell’assassinio della 18enne fatta a pezzi dal nigeriano.

Questi sono i due tweet reali, poi qualche simpaticissimo buontempone si diverte, conscio che rintracciarlo non sarà facile, e diffonde uno screenshot falso, questo:

Nello screenshot si legge una presunta risposta di Saviano al post di Longobardi:

Ti perdi un piccolo dettaglio: il nigeriano non poteva sapere che fare a pezzi una persona sia un reato in Italia, il leghista invece sapeva benissimo che sparare è un reato.

Ovviamente si tratta di un tweet fasullo, e l’idea che ci siano così tanti che domandano se sia vero mi lascia attonito: siamo davvero così alla frutta da avere il dubbio che un personaggio pubblico come Saviano possa scrivere una cosa simile?

L’amico David come sempre aveva analizzato tutto per filo e per segno, spiegandoci i dettagli che avrebbero dovuto insospettirci.

La prima cosa che da nell’occhio è il numero di presunti commenti successivi al tweet di Saviano, così come l’elevato numero di retweet e commenti (strano che i “mi piace” siano 23 rispetto al restante). Una reazione del genere, tale da racimolare numeri così elevati su Twitter, non passerebbe innosservata soprattutto dagli odiatori dello scrittore (immaginate Salvini cosa avrebbe fatto scoprendo un tweet del genere).

La seconda cosa è l’allineamento delle freccine a destra dei tweet, fornite dalla piattaforma per avviare alcune opzioni (copiare il link, bloccare un utente o segnalare il tweet), il che mi fa pensare con facilità che vi sia stata una manipolazione di un altro tweet, del resto la visualizzazione di entrambi è alquanto anomala

Lo screenshot, guardacaso, pur essendo datato 3 febbraio non appare in rete se non il 6 febbraio. Ci sono voluti tre giorni perché qualche genio della disinformazione lo trasformasse in una diffamazione gratuita. Io non amo Saviano, ma nemmeno lo odio, mi è indifferente. Invece i dementi che hanno creato il falso li detesto, perché nel mare della disinformazione che circola riescono a distrarre un popolo con cacchiate come questa. Ricevo pochissime segnalazioni sulle cose serie, e invece arrivano tonnellate di segnalazioni per screenshot fasulli, video rallentati… Insomma la pupù dimostra di tirare moltissimo in rete, ci sono sempre legioni di obnubilati dalle troppe informazioni che non riescono a comprendere cosa sia vero e cosa no, anche grazie a deficienti che riempiono della stessa pupù ogni singolo angolo della rete.

Come fare pseudopolitica?

Tra i tanti che hanno condiviso il falso tweet di Saviano anche qualche supporter politico sfegatato. Come Fabio, che sul suo profilo Facebook posta una foto in compagnia di Giorgia Meloni e anche il post incriminato, con questo commento:

ECCO LA MENTALITÀ DEVIATA SINISTRA DOVE PORTA.
Per Saviano, il nigeriano poteva non sapere, l’italiano invece sapeva.
 — in shock.

Avete amici che stanno condividendo lo screenshot falso di Saviano? Sono analfabeti funzionali. Non c’è scusante. Sarebbe bello vedere i detrattori politici di Saviano dimostrarsi belle persone e comunicare ai propri supporter la falsità del tweet, ma succede come con Paola Taverna: sa da giorni che il video della Lorenzin è stato manipolato, ma conscia del livello di analfabetismo funzionale dei propri elettori se ne infischia e lascia il video online.

I vostri eroi sanno benissimo che non siete capaci di distinguere le bufale dalla verità, questo la dice lunga sulla loro etica in campagna elettorale. Vale per la destra come per la sinistra, non crediate siano diversi.

maicolengel at butac punto it

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