Scarcerato grazie al Movimento 5 stelle

Ci risiamo, ennesimo post ad alto contenuto di avvelenamento del pozzo. Ci avete segnalato un meme che sta circolando in maniera virale in rete:

Il meme riporta la foto di Giovanni Brusca con scritto SCARCERATO sopra. In un piccolo riquadro il Ministro Bonafede con la dicitura:

Il Ministro Bonafede (M5S) mentre lotta per sconfiggere il crimine.

Uno dei post che circola, oltre all’immagine qui sopra, riporta il racconto terrificante di come Brusca e suoi complici uccisero il piccolo Giuseppe Di Matteo (dopo circa due anni di prigionia nelle loro mani). Non ve lo riporto tutto, solo le prime righe:

Io ho detto al bambino di mettersi in un angolo, cioè vicino al letto, quasi ai piedi del letto, con le braccia alzate e con la faccia al muro. Allora il bambino, per come io ho detto, si è messo faccia al muro. Io ci sono andato da dietro e ci ho messo la corda al collo…

La prima cosa importante da dire è che l’immagine riporta una falsità: Brusca non è stato scarcerato, anche se è da tempo che chiede di andare ai domiciliari. I domiciliari non sono  erano stati concessi a lui ma a Cataldo Franco, 85 anni, come riportava il Corriere della Sera:

…ha ottenuto la detenzione domiciliare per il rischio Covid-19. L’uomo, che tenne segregato il figlio del pentito Santino Di Matteo nell’estate del 1994, per un periodo di circa due mesi, è anziano e malato ed è tornato nella sua casa di Geraci Siculo (Palermo) per il pericolo che potesse contrarre in carcere il Coronavirus. Questo in applicazione delle norme tendenti a ridurre il numero delle persone detenute nell’attuale periodo di emergenza.

Si tratta di un complice dei rapitori di Giuseppe di Matteo, ma non complice materiale del suo omicidio, come riporta sempre il Corriere:

Cataldo Franco, oggi 85 anni, custodì per alcuni mesi l’ostaggio nella sua masseria di Gangi tra l’estate e l’ottobre del 1994; in seguito il ragazzino subì diversi spostamenti prima di essere ucciso. Cataldo Franco aveva restituito il prigioniero con una laconica motivazione: siccome si avvicinava la stagione della raccolta delle olive, gli serviva il capanno che faceva da cella del ragazzino.

Come spiegava Napoli Today, inoltre, non è una scarcerazione a tempo indeterminato:

Cataldo, 85 anni, ha ottenuto il differimento della pena per 6 mesi, poi terminata l’emergenza si valuterà il rientro in carcere.

Così a tempo indeterminato che i domiciliari, secondo quanto riportano tante testate, sono già finiti e Cataldo è tornato in galera.

Condividere la foto di Brusca insieme al racconto straziante di come lui e i suoi complici hanno ucciso il giovane Di Matteo è avvelenare il pozzo, voler disinformare in malafede facendo leva sui sentimenti di tristezza e orrore che ci crea il racconto, che annebbiano il nostro raziocinio e ci spingono a condividere la nostra indignazione, rendendo virale il post. Davvero volete rendervi complici della strumentalizzazione dell’orribile uccisione di un bambino?

L’idea che ci siano tanti che abboccano, anche tra stimati professionisti (pure avvocati bioparco) e a loro volta condividono è deprimente.

maicolengel at butac punto it
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