Sono Vittorio di Bolzano…

...e vorrei mi denunciaste alla Polizia Postale.

Ci avete segnalato un audio che sta circolando molto, visto che i colleghi di Open l’hanno già dovuto trattare e comunque lo troviamo ancora tra le nostre segnalazioni.

Vi riporto sia l’audio che la trascrizione dello stesso, con la speranza che qualcuno riconosca la voce del fantomatico “Vittorio” e magari provveda a segnalarlo alle autorità: se venisse identificato con certezza qualche sanzione gli toccherebbe pagarla.

Ciao a tutti! Chiedo di condividere questo audio il più possibile! Sono Vittorio di Bolzano. Oggi è domenica 21 di febbraio 2021, mi chiama poco fa un amico e mi dice guarda ho una notizia che ha dello sconvolgente. Considerate che a Bolzano siamo in zona rossa scura, non possiamo uscire dal Comune di residenza, i negozi sono chiusi, bar, ristoranti, insomma un disastro, perché i numeri sono alti. Allora mi dice ”Guarda, questa notte è morta la suocera di un nostro conoscente”, una persona che io e lui conosciamo da tempo. “È morta di infarto, stava bene da quanto ho capito, e quando è arrivato il personale sanitario hanno chiesto ai parenti se potevano indicare nel referto medico che la donna è morta di Covid. I parenti rimangono un pochino sbalorditi, per quale motivo dovremmo dire questa cosa qua? È un falso! Perché, dice il personale sanitario, se dichiariamo che è morta di Covid riceviamo 1700 euro invece dei 400 previsti per una morte normale! Ecco, questo accadrà e sicuramente accadrà per tutte le morti che avvengono in Italia ed è ovvio che così i numeri si gonfiano notevolmente, le statistiche si sballano e noi ci troviamo a dover rimanere magari chiusi in casa, non poter lavorare, non poterci andare a fare una sciata, non poter andare a trovare i nostri amici o parenti perché i numeri sono stati gonfiati per questioni economiche. Mi raccomando fate girare questo audio! È importantissimo!

Qui potete sentire la voce di “Vittorio”:

L’audio è un falso, una bufala. Perché dico questo? Beh, prima di tutto esiste un comunicato social pubblicato sulla pagina Facebook dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige:

Fake News sulle morti per Covid. Negli ultimi giorni, via WhatsApp è stato più volte inoltrato un messaggio audio. In tale messaggio si sostiene che l’Azienda sanitaria riceverebbe del denaro se la persona deceduta venisse classificata come decesso per Covid. Dichiara inoltre che il caso è stato portato alla sua attenzione, ma non fornisce nomi e luoghi, solo una data.
L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha verificato minuziosamente quanto riportato nell’audio, anche alla luce di tutti i decessi registrati: le singole affermazioni sono completamente false, anche perché nessuna persona è deceduta in quella data. Naturalmente, da parte del personale dell’Azienda sanitaria non arriverebbe mai la richiesta di classificare diversamente la causa di morte di una persona deceduta. Il messaggio non ha insomma contenuti che possano avere un riscontro con la realtà. L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige segnala di prassi queste situazioni al pubblico ministero. Allo stesso tempo si invitano le persone a non inoltrare o condividere questi messaggi, poiché questo è l’unico modo per trasformare le informazioni false in “fake news”. C’è anche la possibilità di fare una #segnalazione a Facebook o WhatsApp, in modo da verificare se un account possa eventualmente essere bloccato in caso di inoltro ripetuto di fake news. Anche la condivisione o l’inoltro di messaggi altamente dannosi possono essere legalmente rilevante e perseguibili. Infine, la diffusione di tali falsità è uno schiaffo per tutti coloro che negli ultimi mesi hanno perso un proprio caro a causa di questo virus, così come per tutto il personale che ha lavorato instancabilmente per un anno nella lotta contro questa pandemia.

Ma più che altro bastava un po’ di spirito critico. Per definire un morto “da Covid” ci vuole un tampone che ne registri la positività alla malattia. Tampone che nel caso di un morto per infarto manca. Senza un tampone PCR che accerti la positività del defunto non si può classificare la sua morte come causata da COVID-19. Detto ciò, non esiste che degli infermieri chiedano ai parenti del defunto come classificare il decesso. Sarebbe una grave violazione della procedura. E per finire, non è vero che cambiano le cifre che una struttura sanitaria riceve per decessi “normali” e decessi da COVID-19. Quello che in parte può cambiare sono i rimborsi che la struttura riceve per i malati da COVID-19 e gli altri pazienti. A novembre vi mostravo la lettera inviata dalla Regione Emilia-Romagna alle strutture sanitarie per quanto appunto riguardava i rimborsi per i ricoveri da COVID-19, e le cifre sono queste:

Pazienti Covid in terapia intensiva 1100/die Pazienti Covid Terapia Sub-Intensiva € 700/die Pazienti Covid Altri reparti € 250/die.

Ma si tratta appunto di rimborsi, non di cifre regalate, quei soldi si usano perché per i ricoveri per COVID-19 sono necessarie risorse diverse rispetto a quelle necessarie per gli altri pazienti, soprattutto se sono in terapia intensiva.

Sarebbe così bello scoprire che Vittorio è stato identificato e sanzionato dalle autorità. Lo so, sarà durissima, ma io ci spero sempre.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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