Soros, Avaaz e le pagine Facebook chiuse

Nei giorni scorsi ha avuto molto risalto la notizia di come Facebook abbia chiuso “ben” 23 pagine social. Ha titolato Il Giornale online:

Avaaz, l’ong legata a Soros che segnala a Facebook le pagine fake

La prima cosa importante da dire è che Avaaz non è finanziata in alcuna maniera da Soros, come ci hanno tenuto a precisare direttamente loro con una mail che hanno mandato qui a BUTAC:

…Avaaz da oltre 10 anni è tra le poche (l’unica? non saprei, ma non ne conosco altre) organizzazione COMPLETAMENTE finanziata con piccole donazioni (questa progetto sulla disinformazione è stato finanziato a gennaio da 50mila persone). I nostri bilanci sono tutti online. Il massimo che puoi donare sono 5000 euro. Non accettiamo nessuna donazione da governi, fondazioni, aziende. Proprio per mantenere il nostro profilo di indipendenza. Siamo nati con l’aiuto di MoveOn (al tempo la prima piattaforma di attivismo online) e oltre 12 anni fa (2007) MoveOn/ResPublica hanno ricevuto finanziamenti da Open Society di Soros? Si’, ma credo ci sia una bella differenza tra questo fatto e “Avaaz è finanziata da Soros”

Io ho tentato di fare un po’ di chiarezza su Lettera43, ma credo che riguardo a questa storia sia importante approfondire il più possibile e su più canali possibili come stiano i fatti. Qui vi riporto quelle che erano le mie conclusioni su Lettera43:

Servirà questa applicazione alla virgola delle regole di Facebook? Purtroppo non credo, perché il problema è a monte, è nell’utente stesso che non è in grado di discernere tra informazione affidabile e non affidabile. Tra partigianeria a imparzialità. Solo tramite campagne serie di sensibilizzazione, corsi specifici nelle scuole e controllo severo sugli organi di stampa è possibile uscire da questa deriva disinformativa in cui stiamo scivolando sempre di più.

Qui con voi vorrei inoltre parlare in maniera approfondita di quest’uso del personaggio George Soros, sfruttato da tempo come nemico contro cui combattere dai partiti di maggioranza (e non solo) del panorama politico italiano.

George Soros ha creato la Open Society Foundation, una fondazione che si occupa di supportare, con fondi di diverso genere, associazioni di vario tipo che si occupano di diritti civili. Vi riporto da Wikipedia in lingua inglese:

Open Society Foundations (OSF), formerly the Open Society Institute, is an international grantmaking network founded by business magnate George Soros. Open Society Foundations financially support civil society groups around the world, with a stated aim of advancing justice, education, public health and independent media.

Esistono tante fondazioni in giro per il mondo che fanno la stessa cosa, la differenza sta tutta nel capitale che viene impiegato. Fondazioni come OSF o la Bill e Melinda Gates hanno a disposizione cifre importanti, che possono sicuramente fare la differenza per le associazioni che beneficiano del loro supporto.

Ma è importante capire che questo non significa essere dipendenti da Soros, o da OSF. I fondi che vengono attribuiti cambiano, spesso, oggi a te domani a quell’altro, per cercare di contribuire nella maniera più capillare possibile sul territorio.

Chi riceve una donazione da OSF non ha degli obiettivi obbligati da portare a termine, la riceve perché ritenuto meritevole d’averla. Non deve seguire una linea guida da OSF su cosa fare con quei soldi, ma solo continuare a fare quello che stava già facendo anche prima. Difficilmente riceverà una donazione anche l’anno dopo. Le donazioni non sono celate al pubblico, l’elenco di quelle elargite è pubblico, disponibile sul sito della stessa Open Society, che ogni anno presenta un bilancio di quel che fa.

Accusare chiunque abbia usufruito di quei fondi di essere al soldo di Soros è tipico di chi ha solo intenzione di parlare alla pancia dei propri (e)lettori. Non sono un grande estimatore di piattaforme per le petizioni online, ma è indubbio che siano servite a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi discussi, e Avaaz è sicuramente tra le più trasparenti. Comprendo bene che le accuse vengano mosse per lotta politica. Tutto quello che è difesa dell’ambiente, difesa delle minoranze e lotta per le uguaglianze da una certa classe di potere politico è vista come materiale di sinistra, quindi da denigrare.

Ma nel 2019 bisognerebbe superare certi limiti. La difesa di determinate tematiche non è di parte, dev’essere globale se si vuole davvero cambiare qualcosa. Per essere globale ben vengano i fondi da chiunque. Perché sensibilizzare su tematiche globali dovrebbe essere nel programma di tutti i partiti del mondo.

maicolengel at butac punto it
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