Svezia, Finlandia, Turchia e semplificazioni

Cerchiamo di approfondire la questione del memorandum tra Svezia, Finlandia e Turchia per l'ingresso nella NATO

Non ci faremo nuovi amici oggi, anzi è probabile che stiamo per andare a farci una nuova serie di nemici. Nessuno ci ha segnalato il tema di cui stiamo per andare a parlare, ma siete in tanti, anche tra chi ci segue con passione, ad aver condiviso post e articoli che ne parlano  commentandoli  positivamente.

Quanto segue non è una sbufalata ma un tentativo di approfondire un tema complesso, senza però voler entrare nel tifo politico e nel dettaglio di certe prese di posizione. Perché, come su BUTAC cerchiamo di ripetere da anni, non è sempre tutto bianco o tutto nero, e il tifo da stadio alle volte ci fa perdere di vista le priorità.

Su svariate bacheche e testate giornalistiche nei giorni scorsi sono apparsi articoli che parlavano del memorandum firmato tra Svezia, Finlandia e Turchia per l’inizio delle pratiche di ingresso nella NATO. I toni usati da tanti erano molto critici verso quel memorandum, al punto che alcuni hanno scritto post e articoli molto forti sulla questione, in cui si accusavano i due Paesi nordici di aver accettato di condannare a morte tanti innocenti, la cui unica colpa è di essere curdi. Tanti, anche tra i miei contatti, hanno condiviso post molto critici. Avendo presente i principi secondo i quali ha finora operato Sanna Marin, primo ministro finlandese, la cosa mi ha un filo sorpreso, e ho cercato di approfondire la vicenda.

Il memorandum

Partiamo dal fatto certo: Svezia e Finlandia, durante il summit NATO dei giorni scorsi a Madrid, hanno accettato delle richieste da parte della Turchia, per evitare che venisse posto il veto al loro ingresso nell’alleanza.

Nulla è stato fatto in segreto, il memorandum che è stato firmato dai tre Paesi lo potete leggere nella sua interezza qui. Nel memorandum vengono dette tante cose, ma quello che c’interessa è questo paragrafo qui:

Finland and Sweden will address Turkiye’s pending deportation or extradition requests of terror suspects expeditiously and thoroughly, taking into account information, evidence and intelligence provided by Turkiye, and establish necessary bilateral legal frameworks to facilitate extradition and security cooperation with Turkiye, in accordance with the European Convention on Extradition.

Che tradotto:

Finlandia e Svezia affronteranno le richieste pendenti di espulsione o estradizione da parte della Turchia di sospetti terroristi in modo rapido e completo, tenendo conto delle informazioni, prove e intelligence fornite dalla Turchia e stabiliranno i quadri giuridici bilaterali necessari per facilitare l’estradizione e la cooperazione in materia di sicurezza con la Turchia, secondo la Convenzione europea di estradizione.

Avete letto con attenzione? Non c’è scritto che “accoglieranno” le richieste ma che le “affronteranno”. Quindi non hanno detto che accetteranno di espellere o estradare i soggetti richiesti dalla Turchia, ma solo di affrontare i casi in maniera più veloce e immediata, accettando anche l’aiuto dell’intelligence turca nell’analisi degli stessi.

Senza battere ciglio

Ma questo non significa che hanno…

…firmato, senza battere ciglio, la condanna al carcere, alle torture, o alla morte, di una serie di innocenti.

Come invece qualcuno ha scritto su Facebook in un post diventato velocemente virale.

Significa semplicemente che hanno una paura fottuta della Russia, e che hanno accettato un compromesso diplomatico che sulla carta non vuol dire molto, anche grazie alle leggi in vigore nei rispettivi Paesi. Difatti come spiega la BBC in Svezia e Finlandia ci sono dei paletti legali che rendono molto difficile mettere in pratica queste richieste:

  • Un tribunale indipendente ha l’ultima parola sull’estradizione, non i politici;
  • I cittadini né della Svezia né della Finlandia possono essere estradati;
  • I cittadini stranieri possono essere estradati – ma solo se in linea con la Convenzione europea sull’estradizione;
  • L’estradizione non è consentita per reati politici o in Paesi in cui le persone rischiano la persecuzione;
  • I presunti reati devono essere visti come un crimine in Svezia o Finlandia.

Nello stesso articolo la BBC intervista due dei soggetti a cui Erdogan sarebbe interessato, entrambi spiegano che sulla base della legge vigente in Svezia e Finlandia non sono particolarmente preoccupati dal memorandum in questione.

L’embargo

Sia chiaro, questo non significa affatto che il memorandum che è stato firmato non presenti aspetti critici, ma molti dei punti inseriti sono richieste di allineamento agli altri Paesi che, ricordiamolo, hanno definito il PKK organizzazione terroristica, e non da ora, come ad esempio è successo in la Svezia fin dagli anni Ottanta del secolo scorso.

Anche sulla testata filogovernativa turca Daily Sabah l’accento non è posto su estradizione e espulsione ma, come spiegato dal ministro degli esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu, su attività terroristiche specifiche ed embargo di armi:

Turkey had two main objectives it sought to tackle: the activities of terrorist groups such as the PKK and the arms embargo imposed on Turkey.

E quando parla delle attività dei terroristi non sta facendo riferimento a normali cittadini che da vent’anni vivono in Svezia e Finlandia, ma quelli attualmente sul territorio e che, secondo il governo turco, rappresentano un pericolo terroristico.

Anche io ho letto Kobane Calling e anche io mi sono commosso alle vicende raccontate, e quello che ho tentato di fare qui sopra è solo cercare di mostrare come la firma del memorandum non sia una diretta accettazione di espulsione e estradizione, ma che le cose siano molto più complesse di come certi post e articoli che ho visto circolare lascino percepire. È molto probabile che i ministri svedesi e finlandesi abbiano accettato quel memorandum consci che grazie alle leggi vigenti nei loro Paesi accettare il velocizzare le pratiche non significasse affatto condannare innocenti al carcere. Hanno fatto altre concessioni importanti per la Turchia, concessioni forse molto più rilevanti per Erdogan, ed era forse su quelle che ci si doveva concentrare, senza cercare di sfruttare il facile sensazionalismo dato dal punto su espulsioni e estradizioni.

Non credo di poter aggiungere altro, prima di commentare accusandomi di difendere Erdogan vi prego rileggete quanto sopra, fino in fondo.

maicolengel at butac punto it

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Photo credits © Laura Kotila on Flickr (CC BY 2.0)