Svezia, terapie intensive vuote?

La disinformazione ha la faccia da culo...

Abbiamo già parlato del canale Italiani all’estero (in precedenza Emigrare all’estero) di Riccardo Palleschi più volte, ne abbiamo parlato perché Palleschi sono mesi che racconta una sua personale narrazione sulla situazione della Svezia. Narrazione che è basata sulla disinformazione.

Purtroppo ci risiamo.

Anche oggi ci è arrivata una segnalazione, ma oggi l’ho trovata più grave delle altre volte.

Palleschi ama prendere per i fondelli i suoi ex connazionali, fa dirette da ovunque secondo lui possa fare invidia a chi sta in Italia: la sera dai pub, di giorno dai centri commerciali. Onestamente non è chiaro come si guadagni da vivere visto quanto tempo dedica alle sue dirette su Facebook, ma fortunato lui se non ha bisogno di lavorare, o se magari ha qualcuno che lo sponsorizza.

La segnalazione

…sta diffondendo la notizia (falsa) che le TI a Stoccolma non sono piene. L’admin Riccardo Palleschi si è filmato davanti al Pronto Soccorso pediatrico del Karolinska per far vedere che gli ospedali sono vuoti.
Ha poi fatto un altro video insinuando che il direttore sanitario di Stoccolma Björn Eriksson sia d’accordo con WHO e per questo non vuole aumentare i posti in terapia intensiva.
La verita’ purtroppo è che i posti extra ad Aprile si erano creati spostando medici da altri reparti e posticipando interventi non urgenti. Adesso c’è mancanza di personale in parte anche perché si è creato un ”debito sanitario” (le non urgenze di Aprile…).
Chi mi scrive non è uno sprovveduto, si tratta di una persona che risiede in Svezia da tempo con un lavoro di responsabilità. Ma come sempre non ci fidiamo di una mail.

Le informazioni vanno verificate.

Il video che ci veniva segnalato è questo:

Nel video Palleschi ci dice che sui giornali italiani viene raccontato che in Svezia si muore, che gli ospedali stanno in crisi, ma sono mezze verità, i giornali italiani in questi giorni hanno tradotto i titoli dei giornali svedesi (quindi non hanno inventato nulla come sembra sostenere Palleschi) senza mettere l’accento sui morti, ma solo sulle terapie intensive in crisi. Palleschi lo sa benissimo, ma sa anche che nessun o dei suoi follower andrà a verificare. Lo seguono come bestie ammaestrate.

Purtroppo  Palleschi a quel punto si sposta per mostrarci l’entrata delle ambulanze e quella di un pronto soccorso, mentre si muove leggiamo un cartello con scritto Barnakut, che sta per pronto soccorso pediatrico. Quindi la prima sala che ci viene mostrata è quella per i bambini, ma Palleschi non lo spiega. Solo successivamente si sposta passando di fronte all’entrata Intensivakut, che possiamo anche tradurre – come dice Palleschi – con terapie intensive, ma che si tratti della terapia intensiva o del pronto soccorso per adulti non c’è una sala d’aspetto e non vediamo molta gente. La cosa però non deve stupirci, anzi, dovrebbe solo suonarci come qualcosa che conosciamo già visto che Palleschi sta facendo esattamente quello che altri hanno fatto prima di lui qui in Italia e in altri Paesi europei. Non è dall’affluenza nei pronto soccorso che siamo in grado di valutare quanto sia grave l’emergenza Covid-19. Non è nei pronto soccorso che si fanno attendere i sospetti malati di Covid. Sono cose che sappiamo da mesi, e le sa benissimo anche Palleschi.
In Svezia, esattamente come in Italia, è stato richiesto di evitare il più possibile le visite al pronto soccorso a meno che non ci siano davvero emergenze, e comunque anche in quel caso l’indicazione è di chiamare il 112. I malati di Covid sono subito separati dagli altri, evitando che stazionino nel normale pronto soccorso, infatti hanno specifici canali d’ingresso. Mostrare una stanza vuota di un ospedale per dimostrare che non c’è alcuna emergenza è da sciocchi. Al Karolinska oltretutto, oltre all’invito a non affollare i pronto soccorso, c’è anche il divieto di visite e la limitazione per gli accompagnatori. Dal 20 novembre 2020.
Per ridurre la diffusione dell’infezione, c’è un ordine restrittivo a Karolinska (ad eccezione dei tutori). Ciò riguarda anche te che stai accompagnando durante le visite di accoglienza, gli esami e le cure ambulatoriali.

Palleschi conta sul fatto che pochi vadano a fare le pulci ai suoi video, e che tra i suoi follower nessuno si prenda quella briga. Io non sono un suo follower, quindi posso farlo senza remore. Nel video girato in compagnia di uno dei suoi sodali sul luogo ci mostra che sarebbero le 16:30 del pomeriggio, e per dare un certo tono al tutto ci fa vedere un runner che si fa la sua corsetta tra un padiglione dell’ospedale e l’altro e uno che parcheggia il suo monopattino. Chiunque sia dotato di un po’ di spirito critico e che abbia visitato un ospedale di una grande capitale europea però noterebbe fin da subito che c’è qualcosa che stona. Gli spazi sono pressoché deserti, c’è pochissima gente in giro per essere il più importante ospedale universitario di Stoccolma. Esattamente come è successo a me a inizio settembre al Sant’Orsola di Bologna, una struttura dove di solito nei vialetti tra un padiglione e l’altro trovi centinaia di persone, era deserto. Il deserto in questi posti non significa che va tutto bene, ma l’esatto opposto. Andasse tutto bene ci sarebbe la solita fila di gente con lievi malanni che cerca di essere rassicurata. Lo so io, lo sapete voi, credo lo sappia anche Palleschi.

A un certo punto, ridacchiando, si mette in una sala d’attesa a giocare a biliardino e commenta:

“Ragazzi, sto giocando a biliardino nell’ospedale dove le terapie intensive sono al collasso… hi hi hi”

Cioè, la Svezia è tra i Paesi europei dove ci sono stati più contagi e morti per milione di abitanti, ridacchiare così in un luogo di cura come quello è vergognoso. Ricordiamo che Palleschi è un blogger collaboratore de Il Giornale, fossi nella redazione prenderei in fretta le distanze dal soggetto, ma sappiamo che loro sono quelli che tutt’ora danno spazio a una come Gioia Locati, per cui le speranze si sciolgono come neve al sole…

Palleschi conclude il video rincarando la dose contro i giornali italiani, sostenendo che lui e i suoi amici non si fidano più. Io li capisco eh, sono otto anni che attacco la stampa italiana per le fake news. Ma lui è in Svezia, dove può sentire la tv e la radio svedese (a meno che, per caso, lo svedese non lo parli nemmeno per sbaglio) o dove può leggere la stampa svedese. A proposito, il 9 dicembre la notizia delle terapie intensive in crisi è finita su tutti i quotidiani svedesi, credere che Palleschi sappia verità che invece i giornalisti svedesi non diffondono è da sciocchi.

Da Dagens Nyheter: La terapia intensiva nella regione di Stoccolma è sotto forte pressione. Martedì le unità di terapia intensiva erano piene al 99%. Questa è la prima volta che accade durante la pandemia.

Svenska DagBladet l’11 dicembre ha pubblicato questo titolo:

La Svezia potrebbe aver bisogno dell’aiuto dei paesi vicini

Il governo svedese tra l’altro, per trasparenza, ha scelto di mettere online tutti i dati, anche quelli delle terapie intensive. Quindi chiunque può controllarli da solo. Il problema, come si evince leggendo le testate giornalistiche e ascoltando i discorsi del premier svedese, è che il personale sanitario dalla prima ondata è stato messo all’opera nelle terapie intensive, spostandolo magari da altri reparti che si sono dovuti fermare per carenza di personale. Oggi abbiamo alcuni operatori che hanno chiesto di poter fare uno stop, riposare, altri che sono stati richiamati nei propri reparti, per cui le terapie intensive si sono trovate carenti di personale, e per i posti letto che hanno operativi l’occupazione è quasi al massimo.

Concludendo

In Svezia al momento ci sono 31.695,18 casi per milione di abitanti, in Italia sono 30.493,82. Continuare a sostenere che in Svezia vada tutto bene come fanno Palleschi e i suoi amici ha dell’assurdo. Onestamente fossi in qualcuno del Governo svedese inizierei a pensare se sanzionarlo come abbiamo già visto fare nei confronti di disinformatori seriali in altri Paesi europei.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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