Tanto rumore per nulla – cimiteri e religione

Sia chiaro, la notizia di cui parliamo oggi è vera, ma ritengo sia importante specificare alcune cose.

Al cimitero oscurano i crocifissi per non urtare le altre religioni

Questo il titolo dell’articolo pubblicato su Il Giornale online dopo la denuncia social di Galeazzo Bignami (deputato di Forza Italia eletto in Parlamento dal 2018).

Il post di Bignami è questo:

Ecco l’ultima trovata del sinistrati che in un comune della provincia bolognese annunciano fieramente, in un giornaletto preelettorale, il restauro del Cimitero e “…per riti o cerimonie laiche anche di altre religioni, il progetto prevede l’installazione di un sistema di oscuramento motorizzato con teli di tessuto che appunto consentiranno all’occorrenza di coprire temporaneamente le immagini sacre e le tombe di famiglia situate all’interno della Cappella”.

Credo che la notizia si commenti da sola.
I sinistrati per non mancare di rispetto alle altre religioni offendono i Valori Cristiani e ancor più la memoria dei nostri morti nascondendoli dietro delle “tende motorizzate” in un cimitero per non offendere le altre religioni.

Il tipo di dialettica usata la dice lunga sul modo di fare politica che si è scelto di usare sui social. Probabilmente seguendo le orme della Bestia della Lega.

Intanto spieghiamo, si tratta di un’ipotesi di progetto, non di qualcosa di già deciso, votato e realizzato. Il progetto sarà completato e presentato ai cittadini quest’estate. Sarà la nuova giunta comunale a decidere cosa fare dello stesso, visto che a breve ci saranno le elezioni amministrative, in contemporanea con quelle europee.

Lo stesso Sindaco di Pieve spiega a Repubblica:

 “Un progetto importante – dice il sindaco – in questo ambito il tecnico incaricato ha ipotizzato la possibilità di inserire nella cappella del cimitero, che non è mai  stata consacrata, un sistema a tendine che all’occorrenza possa rendere la cappella uno spazio bianco. Non stiamo parlando di funerali di musulmani che hanno cimiteri a loro dedicati non a Pieve

Il cimitero di Pieve di Cento è comunale, la Cappella non essendo consacrata è l’equivalente di una sala, all’interno del cimitero, di proprietà del Comune stesso. Usata per tenere riti e commemorazioni funebri su richiesta, magari anche di soggetti che non si riconoscono nella religione cristiana (o nella religione in generale). Non è chiaro se il cimitero sia multiconfessionale o meno, ma non è importante, ci sono laici e atei che possono preferire una sala meno religiosa. E non sarebbe un caso unico, a Bologna, nel cimitero della Certosa, oltre alla Cappella cattolica, abbiamo la “Sala d’Attesa” Pantheon dove da qualche anno (se si eccettua la pausa per il consolidamento post terremoto) si tengo riti funebri, commemorazioni, ma anche spettacoli e concerti.


 

Non c’è niente di male se, temporaneamente, i simboli sacri possono essere celati. Indignarsi perché questo accade per me è sintomo di quanto una certa politica stia diventando bigotta e fuori dal tempo. Si certo l’Italia è fortemente cattolica, ma non esclusivamente. Nel 2017 La Stampa ci raccontava che solo il 60% circa degli italiani si dichiara cattolico. Inoltre:

un italiano su tre (33,4%) non sente di appartenere ad alcuna confessione religiosa.

Quindi abbiamo un italiano su tre che non crede nella religione. Non vogliamo dare anche a questi la possibilità di avere un luogo dove poter avere una commemorazione funebre? Sia chiaro, siamo tutti d’accordo che se non credi in nulla non dovrebbe darti alcun fastidio se al tuo funerale ci sono anche simboli religiosi, in un paese come il nostro è normale trovarli. Ma nessuno pensa di eliminarli, solo, nel caso fosse ritenuto necessario, la possibilità, non invasiva, di coprirli. Magari con delle lunghe tende motorizzate, simili nell’aspetto a quelle del Pantheon di Bologna.

Credo che a Bignami (e all’autore de Il Giornale) andrebbe fatto leggere un’analisi su La Legge è per Tutti dedicato alla Costituzione, in particolare al Il principio di laicità e gli articoli 7-8, di cui ve ne riporto solo una piccola citazione:

traspare un fenomeno «anomalo» definito da più parti della dottrina (CE- RIOLI, CAMASSA) «laicità all’italiana», che non significa indifferenza nei confronti della religione, ma che assicura eguale tutela del sentimento religioso, indipendentemente dalla confessione che lo esprime.

Non si tratta di nuove interpretazioni. Quanto proposto per Pieve di cento è nel totale rispetto di quella laicità presente nella nostra Costituzione. Se quella laicità non piace, invece che esternarlo sui social magari è il caso di fare proposte per modificarla.

Sempre che vengano accettate dai cittadini…

maicolengel at butac punto it
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