Il manuale dei giovani anti-bufala, parte II

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Benvenuti alla seconda parte della nostra piccola guida! Questa volta studieremo come difenderci, e cosa fare, quando si riceve una bufala.
Una frase che ho sempre ritenuto importante nei comandamenti AntiBufala di Paolo Attivissimo è questa:

Se avete ricevuto una bufala e l’avete subito mandata a tutti i vostri conoscenti, c’è poco che potete fare. Ci siete cascati: (poco) male, l’importante è non cascarci più. Se volete rimediare al vostro errore, mandate una smentita a chi vi ha mandato l’avvertimento e avvisate tutti coloro ai quali avete mandato l’appello. Se lo ritenete opportuno, citatemi come fonte.

Parole SANTE! Sì, perché il problema con le bufale è che tanti le condividono, ma quando viene spiegato loro trattarsi di bufala, se ne infischiano a smentirle. Anzi, il massimo che fanno è far sparire il loro post, senza spiegazione alcuna. Altri lasciano che la condivisione resti, giustificandosi con un “che male vuoi che faccia”. Io questa gente la punirei con mesi di assenza di segnale Internet… ma che dico mesi, anni!

Quindi, quando vi accorgete di aver condiviso fuffa, siate bravi: avvertite gli amici a cui l’avete inviata, fermate quel circolo vizioso che avete contribuito a creare – gente che fidandosi di voi magari avrà già ricondiviso ad altra gente. Scusatevi, smentite e linkate il vostro debunker preferito se necessario!
bufala
 

Segnali che siamo di fronte ad una bufala:

  • Titolo in grassetto, URLATO
  • Appelli a far girare PRIMA che censurino
  • La parola “CENSURA” e suoi derivati presente nel titolo
  • Il sostenere che si tratta di informazioni SEGRETE

Alcune cose non vanno condivise e/o ricercate, come le catene di Sant’Antonio e gli appelli di vario genere! Mentre le prime sono sempre più rari, i secondi si moltiplicano. Credo di aver visto girare la stessa richiesta di sangue per la stessa bambina dieci volte in due anni, capiamoci. A meno che non sia persona che conoscete personalmente coinvolta e di cui potete verificare la cosa, vi prego di NON condividere, MAI!

Come verificare la possibile notizia bufala che abbiamo di fronte?

  • Prima regola: sempre leggere tutto fino in fondo, magari clikkare su eventuali fonti fornite.
  • Accorgersi se l’articolo ha senso: se è scritto in un italiano stentato, è probabile che sia stato tradotto in maniera automatica; chi fa così è sempre un bufalaro a cui poco importa di cosa ci sia scritto, basta attirare visite.
  • Sempre in termini di senso logico, notare se risaltano evidenti contraddizioni (capita spesso!). Parlano di un motore, ma non viene mai citata la fonte energetica? Fuffa! Parlano di un qualcosa di storico stravolgendone i dati noti? Fuffa! E così via…
  • Bisogna sempre ricordarsi che esistono le 5 W del giornalismo, che sono preziose in questi casi:
    • WHO («Chi»)
    • WHAT («Che cosa»)
    • WHEN («Quando»)
    • WHERE («Dove»)
    • WHY («Perché»)

    Se uno o più di questi elementi, necessari alla stesura di un articolo, manca, siete sicuramente di fronte ad un grave caso di pseudo giornalismo, e probabilmente anche di fuffa certificata! Se questi elementi sono presenti e volete scoprirne di più potete metter in pratica un insegnamento prezioso, che Attivissimo spiegava già tanti anni fa:

immetto una frase tratta dal messaggio, che va scelta in modo che sia univoca, cioè costituisca una serie precisa e piuttosto insolita di parole che difficilmente compariranno in messaggi diversi da quello che sto cercando. Se non trovo niente nei siti autorevoli (riviste di settore online, CNN, BBC, Amnesty International, per esempio), è probabile che sia una bufala.

  • Se anche trovassi qualcosa su siti noti e affermati, sarebbe sempre meglio avere un doppio controllo e verificare che riportino la stessa notizia senza averla pescata da una fonte terza. In quel caso va verificata anche quella. Sì lo so, è un lavoraccio, ma nove volte su dieci basta fermarsi dopo i primi due punti.
  • Un altro strumento molto utile ce lo regala quest’estensione di TinEye che ci permette di verificare la fonte di un immagine (esiste la possibilità di farlo anche con Google immagini, che rende molti più risultati, ma meno ordinati).

 

Quali sono le fonti autorevoli?

Premetto col dirvi che è impossibile certificare qualcuno al 100%: chiunque lavori nel campo delle news,  per professione o per diletto, può scivolare. A noi è capitato ben due volte, su oltre 900 articoli scritti – direi sia una buona media. Ma CNN, BBC e Reuters hanno negli anni dimostrato una certa capacità nell’evitare sòle e nella smentita.
Si tratta di etica giornalistica: una cosa che si sta perdendo nel tempo, specie nella stampa online. Sono innumerevoli le testate che pubblicano una notizia fasulla per poi rimuoverla senza alcuna spiegazione. Questo comportamento è altamente scorretto! Chi l’ha letta non troverà mai la smentita, così resterà convinto che fosse una notizia buona. Triste dimostrazione di come il lettore, specialmente quello online, sia solo il mezzo per far girare i contatori pubblicitari. Come dicevo tempo fa, oggi conta la quantità d’informazione che si genera, non la qualità! Sia chiaro, trovo giustissimo che una testata generatrice di contenuti gratuiti possa campare di pubblicità e sponsor – anche Butac usa AdSense – ma i contenuti DEVONO essere di qualità. Non dico ben scritti, ma perlomeno onesti, e questo dovrebbe valere anche per le grandi testate nazionali. Ma sto divagando.
Questa una lista dei siti su cui fare verifiche per quanto riguarda le notizie internazionali:
Notizie Internazionali:

Notizie ed emergenze sanitarie:

Siti di Bufale e Leggende Urbane: